Dragon soul

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C'è tanta gente intorno a me. Saltano e si dimenano al ritmo della musica martellante. Sono nervosa, sento che c'è qualcosa che non va. Alzo il viso e guardo il cielo offuscato dal fumo bianco che esce dalle attrezzature sceniche. Un bagliore bluastro molto leggero si riflette su qualche vetro degli edifici intorno alla piazza. Non riesco a capire cos'è.
La mia amica accanto a me salta e balla con le mani alzate, completamente persa nel ritmo della musica. Osservo la traiettoria delle sue mani e sul tetto dell'edificio davanti a me scorgo qualcosa di enorme, semi nascosto da fumi bianchi, colorati e brillantini.
Ha il corpo nero come la notte e le squame sono lucenti. Straordinario. Le ali sono chiuse sul dorso possente e la coda è arrotolata intorno alle zampe posteriori, con degli artigli letali. Le zampe anteriori sono aggrappate saldamente al tetto del palazzo. Gli occhi da rettile sono dorati e intelligenti e scrutano con cattiveria la folla. Il suo sguardo mi atterrisce. È la prima vera emozione che provo da un po' di tempo a questa parte. Con una torsione rapida del collo il drago fissa gli occhi su di me. Ho paura, ma sono anche sbalordita e attratta da questa creatura selvaggia, grande il doppio di un bus. Rimango immobile e ammutolita mentre intorno a me la folla salta, balla, si dimena e canta a voce altissima. Non comprendo ancora come possa esistere una creatura del genere. Probabilmente sto avendo un'allucinazione a causa di qualcosa che hanno messo nel fumo che si espande in tutta la piazza, annebbiando ogni cosa.
Ma quando vedo questo rettile enorme muoversi silenziosamente sul tetto, facendo avanti e indietro, come per osservare meglio ciò che sta succedendo, il panico mi stringe lo stomaco in una morsa. Non posso avere solo io le allucinazioni, deve averle anche qualcun altro. Tiro la manica del maglione della mia amica e lei si sporge verso di me e mi chiede cosa c'è che non va. Le rispondo che siamo in pericolo e dobbiamo andarcene, ma lei non ne vuole sapere. È troppo presa dal dj e si perde di nuovo nella musica.
Solo che io sono codarda e ci tengo alla mia vita, a costo di sembrare una pazza fuori di testa. Mi allontano velocemente e comincio a correre il più lontano possibile dalla piazza gremita di gente che mi urla contro e mi spintona quando passo in mezzo. Alcuni mi insultano, altri ridono. Io so solo che mi sento pesantissima, come se avessi un macigno sullo stomaco e dovessi trascinarmelo dietro, mentre la folla comincia a diradarsi verso i bordi della piazza. Tiro un sospiro di sollievo e le gambe tremano, l'adrenalina che entra in circolo, rendendomi iper-vigile.
Osservo il drago e mi chiedo come nessuno possa non essersi accorto di lui. Una fiammata esplode come un colpo di tosse dalle sue fauci e la folla va in visibilio, esultando e urlando; probabilmente pensano che sia un effetto di scena.
La seconda fiammata non si limita a divampare nell'aria, ma attecchisce sugli striscioni del palco, alle attrezzature e alla minima cosa che potrebbe facilmente prendere fuoco. Le guardie e la sicurezza si mettono subito all'opera per cercare di estinguere il fuoco che comincia a propagarsi ovunque. Sento le sirene dei vigili del fuoco in lontananza. Se non altro sono stati tempestivi.
Sono ormai lontana dalla piazza ma riesco a distinguere con chiarezza quello che succede.
I ragazzi cominciano a rendersi conto che non è uno scherzo, quello che è successo. Iniziano a muoversi convulsamente, spintonandosi gli uni con gli altri, cercando vie di fuga rapide.
Vedo l'enorme drago innalzarsi e spiegare le ali al cielo. Il fuoco che esce dalle sue fauci e si sprigiona sulla folla è talmente rovente che lo sento addirittura da dove mi sono rifugiata.
Urla atroci riempiono l'aria, saturandola di dolore e morte. Gridano dalla disperazione, ma il drago non lascia scampo a nessuno. La puzza di capelli e pelle bruciata si sparge ovunque, è orribile, così come il fumo nero che si eleva nel cielo. Le strade intorno alla piazza sono piene di gente sbigottita, stralunata. Chi l'avrebbe mai detto che un concerto sarebbe finito in un massacro di fuoco tale che le pire delle streghe, a confronto, sembrano uno scherzo da infanti?
Un ruggito potente rimbomba nell'aria, facendo tremare ogni cosa. Sembra un grido di esultanza, compiaciuto di ciò che ha appena fatto.
Mi nascondo in un vicolo e mi accuccio in un angolo, sedendomi a terra con la testa tra le ginocchia. Tutta la città è sprofondata nel silenzio e così riesco a distinguere il fruscio delle ali del drago che prende il volo. Se ne starà andando? Lo spero con tutta me stessa. Piano piano, con lo scorrere dei secondi, mi rendo conto che sono fuggita senza trascinare con me la mia migliore amica. Probabilmente è morta in quel massacro. Ed è stata colpa mia, che non ho avuto abbastanza coraggio da portarla via di peso da lì, quando sentivo il pericolo scorrere nelle vene come acido. E ora lei è morta. Lacrime calde scorrono sulle mie guance e spalanco la bocca in un grido muto, di disperato dolore. L'ho abbandonata lì a morire per salvarmi la pelle. Sono proprio un'egoista infame.
Uno scossone fa tremare la terra sotto di me; calcinacci, pezzi di mattoni e metallo cadono a terra. Cerco di spostarmi il più velocemente possibile per evitare di rimanere colpita da qualcosa. Sento distintamente un ringhio minaccioso provenire da sopra la mia testa, ma non oso alzare lo sguardo. Il drago è ancora qui, non se n'è andato come pensavo.
Mi immobilizzo atterrita in mezzo alla via e il drago allunga le zampe anteriori verso terra, scendendo dal tetto dell'edificio come un gatto. Gli artigli grattano l'asfalto e la coda sbatte sulle pareti egli edifici, mentre le ali sono ben ripiegate sulla schiena poderosa. Respiro a stento, l'aria che mi sibila tra i denti e chiudo gli occhi. Sono paralizzata dal terrore perché non so cosa fare. Probabilmente ucciderà anche me adesso, l'unica vittima scampata alla carneficina.
Uno sbuffo ravvicinato mi fa trasalire, ma non apro gli occhi. Sento inspirare forte e poi più niente. Il silenzio totale sembra cucirsi intorno a me e a questa creatura leggendaria come una coperta.
Apro un occhio, nonostante tutto di me mi urli disperatamente di non farlo, e osservo quello che mi ritrovo davanti.
Due occhi dorati dalla pupilla assottigliata, come quella di un gatto, mi osservano intensamente, analizzandomi. Il drago allunga il collo e la sua testa si avvicina sempre di più a me. È enorme, grande quanto una macchina di medie dimensioni, coperta di squame nere e lucenti, che sembrano più dure del diamante.
Con uno strano suono proveniente dalla gola accosta la testa contro il mio petto e rimane fermo; il respiro mi si mozza e il cuore batte tre volte più veloce del normale. Sembra attento ad ascoltare qualcosa, le palpebre che coprono gli occhi gialli e intelligenti.
Dopo aver trovato quello che cerca riapre gli occhi e con il naso mi colpisce leggermente il petto. Non sembra avere cattive intenzioni, anche se poco fa ha compiuto uno sterminio. Non so cosa fare o cosa voglia questa creatura da me. Mi tocca leggermente le mani, una alla volta, e azzardo un'ipotesi. Le alzo lentamente e le appoggio sui lati del muso, accarezzando lentamente. Le squame sono lisce e fredde al tatto, come se fossero fatte di metallo. Un brontolio di quello che mi sembra gradimento affiora dalle sue fauci.
Il mio cuore rallenta fino a tornare a un battito normale e la cosa mi stupisce.
All'improvviso qualcosa scatta, quando incrocio lo sguardo con quello del drago e rimango estasiata da quello che vedo. L'universo si dispiega davanti a me in un'infinità di colori scuri e brillanti. Mi perdo nella meraviglia delle stelle. Un filo mi tira al centro di tutto, mi tiene ancorata a un punto saldo in mezzo a tutto questo caos. Sento l'energia scorrere potente dentro di me, il battito del cuore che si regola con quello della leggendaria creatura.
Sento la mia essenza, la mia anima, il mio Io più profondo e grezzo, naturale, collimare con una forza senza confini. Un'essenza simile alla mia, scura e lucente di mille stelle si aggancia a me, senza lasciarmi più andare.

Io sono la tua parte mancante e tu sei il mio tutto.

La voce mi giunge grezza e roca ma allo stesso tempo infinitamente dolce, rassicurante. Realizzo solo dopo qualche secondo che è il drago che ha parlato. Il mio drago.
Riapro gli occhi, che non sapevo di aver chiuso, e li pianto in quelli dalla pupilla allungata verticalmente, riconoscendo un amore sconfinato, una dolcezza, un calore e un conforto tali da farmi sciogliere in singhiozzi. Mi accascio lentamente sul muso del drago, il respiro lento e sopraffatto da un'emozione nuova, che non so riconoscere. Lui mi sostiene senza sforzo, lasciandomi il tempo di riprendermi da ciò che ho appena visto e provato. Dopo quella che mi sembra un'eternità, ma sono solo pochi secondi, mi aiuta a salirgli sul dorso. Si arrampica sul tetto e spalanca le ali.
Respira profondamente, gonfinado il petto e sgranchendosi le zampe. C'è una leggera brezza che mi scompiglia i capelli e mi porta l'odore dello smog e di bruciato. Riaffiorano le lacrime al pensiero della mia migliore amica, ma senza che io dica niente spicchiamo il volo, oltre i tetti delle case e dei grattacieli.
Nel fresco della notte, con l'aria pulita che mi circonda e il calore che proviene dalla schiena del mio drago mi sento cullata e al sicuro. Ripenso a ciò che è successo qualche ora fa, alla creazione di quello che sento essere un legame intenso, profondo e indistruttibile, che va al di là di ogni umana comprensione.
Improvvisamente sorrido, felice come non lo ero da tempo e mi lascio trascinare verso l'infinito della notte.

Eccomi ancora qui con voi. Un'altra one-shot è andata e ho sempre piacere se qualcuno commenta cosa ne pensa di quello che scrivo :)

Alla prossima, Beffii

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