Capitolo 1; Art is the weapon.
Il corpo nudo di Jamia era ancora avvolto nelle coperte, sapeva che le piaceva dormire fino a tardi e farsi portare la colazione a letto; viziata.
Frank sorrise a quel pensiero, negli ultimi anni le cose erano cambiate molto e i suoi vizi stavano crescendo a dismisura.
Nonostante decantasse che i soldi non fanno la felicità, non sarebbe resistita un giorno con una "vita mediocre".Aveva piovuto durante la notte, l'asfalto era ancora bagnato e nell'aria c'era ancora l'odore tipico della pioggia.
Avrebbe fatto una prova, voleva spogliarsi delle sue vesti da ricco e vivere quelle due settimane come una persona normale.
Uscì di casa con un paio di jeans, una maglia bianca e un giubbotto di pelle nera, non era abituato a quella semplicità.
Ma faceva parte del gioco.-Mr. Iero?-
-Hm?-
-Cosa devo dire a sua moglie quando si sveglierà?-
-Sto andando a fare un giro in città, tornerò per pranzo-
Non si può negare che New York sia una bella città, ma gli sembrava fin troppo caotica.
Voleva esplorarla, vederne il suo lato oscuro e aspirare l'aria di un mondo che non era suo in alcun modo.Ripensò alla scommessa che aveva fatto con se stesso, vivere due settimane come una persona normale.
Gli serviva un nuovo nome? Una nuova identità?
Insomma come si faceva ad essere normale?Aveva percorso un bel pezzo di una strada che per lui non aveva un nome, aveva cercato di ricordarsi quali viali aveva imboccato per arrivare fin lì ma sembrava che la memoria non volesse collaborare.
Dopo aver superato grattacieli, negozi e soprattutto una miriade di persone si trovò in un vicolo isolato e completamente abbandonato.
75, Gordon Street
Gordon Street era, come dire, un posto alquanto losco per una persona come lui.
Le costruzioni erano mezze diroccate e l'intonaco cadeva a pezzi.
Sulla sinistra c'era un bidone dell'immondizia traboccante di sacchi neri, tutto intorno invece cocci di bottiglie di birra.-Fantastico- sibilò Frank.
Spostò con i piedi un pezzo di vetro, residuo di un sabato sera troppo movimentato per uno come lui.
-Cerchi qualcosa?-
L'uomo che aveva posto la domanda era alto, massiccio e pelato -uno con cui non si dovrebbe avere a che fare.
-No, stavo semplicemente camminando-
-Beh nano, non si può camminare qui-
Il tono era minaccioso e bastava guardarlo in faccia per capire che di certo non scherzava.
-O-ora me ne vado-
Frank non era mai stato famoso per il coraggio, era sempre stato piccolo e fragile e non avrebbe mai fatto del male ad una mosca.
Anche perché non ne avrebbe avuto le forze.Prese a camminare sempre più svelto, convinto che l'uomo lo stesse seguendo, arrivò a correre facendosi largo fra i bidoni prima di accorgersi che sì, lo stava seguendo.
Iniziò a correre più forte che potè, cercando di superare quella montagna che si avvicinava sempre più minacciosa, ad un tratto la vita normale non gli interessava più tanto.
Gli bruciavano i polmoni, sentiva che le gambe non avrebbero retto ancora per molto.
Girò a sinistra e si buttò dentro a quello che aveva l'aria di essere un negozio, rotolando rovinosamente sullo zerbino.
Prese fiato, convinto di averlo finalmente seminato.
Il problema principale, ora, era tornare indietro senza farsi ammazzare.Si guardò intorno, sembrava un negozio d'arte; Vi erano un sacco di scaffali colmi di tempere, pennelli e le pareti erano coperte di dipinti.
Come negozio faceva abbastanza schifo in verità, dalle pareti sporgevano i mattoni rosso scuro e sul pavimento era presente uno spesso strato di polvere.
-E tu chi cazzo sei?-
Era ancora seduto per terra, cercando di ricominciare a respirare normalmente quando una seconda figura gli apparì davanti.
Era alto e snello, con gli occhi verdi e i capelli di un rosso troppo vivo per essere naturale.
-Pronto? Ci sei? Ti ho chiesto che cazzo ci fai nel mio negozio-
Aveva la bocca contratta in un piccolo sorriso e le mani appoggiate ai fianchi, aspettava.
-S-sono Frank, Frank Iero- balbettò.
Il ragazzo roteò gli occhi in un'espressione annoiata e prese a girargli intorno.
Diede un'occhiata ai vestiti di quel Frank-Devi essere per forza un turista per essere capitato in questa fogna- disse aiutandolo ad alzarsi
-Questa è la parte marcia della città, non possono starci le fichette come te che cercano di nascondersi-
Frank, visibilmente imbarazzato cercò una scusa per sembrare meno idiota
-Non mi stavo nascondendo, voglio comprare un quadro-
-Certo certo-
La figura riprese a lavorare su una tela bianca, le mani erano completamente ferme e si chiedeva come facesse a dipingere così bene.
Si fermò a fissare i pantaloni dello sconosciuto, erano macchiati di pittura e di polvere e la maglia nera sembrava essere diventata di quel colore per lo sporco presente in quel negozio.
-Il tuo inseguitore si sarà stancato di cercarti, puoi andartene via adesso-
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Demolition Lovers || Frerard.
FanfictionGerard e Michael. Due mercenari che prendono la vita come un gioco; Un giorno ci sei, l'altro no. Iniziano questo percorso per pagare le cure alla nonna Elena, rimanendo legati da un patto di 5 anni con Edward, uno dei peggiori criminali di New York...