-Scarecrow-

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Capitolo 6; Scarecrow.

Immaginate di essere in una stanza che potete riempire con qualsiasi cosa voi vogliate, molti la riempirebbero d'oro, o di belle donne: Lui noi.

Lui avrebbe voluto solamente due persone a cui dava la caccia ormai da mesi, persone i cui nomi e i cui volti erano e sarebbero rimasti un mistero per molto, molto tempo.

Un fulmine squarciò il cielo, illuminando quella notte troppo buia.
Aveva incominciato a piovere incessantemente appena si era allontanato da quel camion.. e da quel morto.

O almeno, loro pensavano che fosse un uomo, in realtà non era altro che un manichino per quei banali crash-test, riempito di una sostanza simile al sangue.

Avevano pensato a quell'imboscata da mesi, e il piano era andato alla perfezione.
Tutti in centrale erano entusiasti di aver fregato i due criminali più ricercati del momento, lui, l'agente a cui era stato incaricato il caso, era eletrizzato all'idea di essere più vicino alla verità di qualche passo.

E che dire del carico di droga? Semplice zucchero a velo, nulla di più, nulla di meno.
Scatoloni e scatoloni di zucchero a velo che i due si erano portati direttamente in casa, come dei ladri alle prime armi.

Il suo capo poggiò i palmi sul tavolo, lasciando che un paio di ciocche coprissero i suoi occhi.
Era stanco, e lo si poteva notare dalle pesanti occhiaie che erano comparse sul suo viso rugoso e secco; ormai la pensione era prossima, fortunatamente per lui.

-Li hai visti?-

Oh, se li aveva visti.
Aveva visto e aveva sentito.

Lavorava a quel caso da troppo tempo e la pressione cominciava a farsi sentire, quei due erano criminali fantastici.
Qualcosa di mai visto prima, una mente astuta e bastarda oltre ai limiti dell'immaginazione.
Ma quella volta avevano fatto cilecca, avevano commesso errori che nessuno dovrebbe permettersi, forse per la stanchezza o chissà, un'esitazione dovuta ad una storia d'amore finita male.

Non si erano mai permessi uno sgarro, mai un capello fuori posto, mai un'impronta, niente di niente.

-Ho uno dei due nomi- disse soddisfatto l'agente.

Il vecchio corrugò la fronte, la rabbia era ben visibile sul suo volto reso ancora più pallido dalla luce di una vecchia lampadina al neon che illuminava la stanzetta.

-Potrebbe essere un nome in codice, quante volte ti è successo? Cazzo Ray, continui a fare buchi nell'acqua- continuò ad urlare, facendo pulsare le vene che erano ormai visibili sul suo collo rinsecchito.

Poteva sembrare qualcosa da poco, ma non lo era affatto.
Prese a scrivere velocemente su dei fogli volanti per ricostruire ciò che i suoi occhi avevano captato molte ore prima.

-Alto, magro, biondo, Micks.... un diminutivo di cosa? Mike? Michael?- si passò le dita fra i capelli castani e attorcigliati, aveva bisogno di dormire come mai in vita sua.

-Comandante, sono sulla pista giusta, mi creda- il suo tono fermo non servì di certo a calmare il vecchio, che aveva incominciato a respirare forte per l'agitazione.

Cercava in continuazione di ricreare la scena con la sua mente, scrivendo caoticamente tutti i dettagli che gli venivano in mente in quel momento.

Un altro lampo illuminò la stanza, facendo tremare leggermente i vetri.
Erano le 5 della mattina e l'agente Toro era in servizio da più di 12 ore ormai, dodici lunghissime ore che sembravano non passare mai.

La vita per un poliziotto a New York è sempre movimentata, ma per lui lo era il doppio.
Erano dodici ore che valevano quanto un giorno intero.

Prese una sorsata di caffé, cercando di concentrarsi sull'altro individuo: Era più basso del fratello, questo era certo, ma non aveva captato null'altro.

-C'è un'ultima sorpresa, comandate- disse in tono languido mentre aveva decisamente abbandonato l'idea di disegnare i due criminali; aveva ancora troppe poche informazioni su di loro, e decise di raccoglierle in una cartelletta blu con un etichetta che riportava il nome del caso: Scarecrow.

L'agente Ray Toro si trovava in un campo isolato, decisamente fuori New York, e in un'area che non era di sua competenza.
Poco importava, stava lavorando al suo caso e ciò gli dava tutti i diritti di essere in quel luogo.
Era stata segnalata la scomparsa di un uomo da circa 5 giorni, si diceva che fosse un giocatore d'azzardo con diversi debiti, senza contare quelli che si era fatto per ammazzarsi di droga.
Non li aveva mai capiti, i drogati.
Ormai aveva setacciato tutto quel paese che era grande quanto mezzo isolato di New York, sapeva che in qualche modo la scomparsa di quell'uomo aveva a che fare con gli stessi criminali che giravano nella sua città.
Era la stessa procedura che attuavano da qualche mese, facevano scomparire persone che avevano forti debiti con sconosciuti, il che gli faceva pensare che i due avessero qualche tipo di legame con un riccone troppo codardo per risolversi i suoi problemi da solo.
Dopo aver ispezionato ogni via era giunto al limite della strada asfaltata, da lì incominciava la campagna.
Respiró profondamente l'aria, ricordandosi di quando andava a far volare gli aquiloni con suo padre e un moto di disgusto lo invase.
C'era un fortissimo odore di marcio, qualcosa, o meglio qualcuno era morto, ed era molto, molto vicino.
Si coprì il viso con le mani nel vano tentativo di non inalare quella puzza infernale, dopo cento metri eccolo lì: disgustoso.
Il corpo di un uomo impalato come uno spaventapasseri, iniziavano a vedersi i primi segni di decomposizione sul viso e una nuvola di mosche ronzava sopra quel poveraccio.
Si girò a vomitare.

Ray scacciò via quei pensieri illustrando al suo capo la seconda parte del piano.
Dentro ad uno scatolone era presente una cimice collegata al suo telefono, sarebbe bastato accenderlo e avrebbero avuto la posizione esatta della casa dei criminali.

Si sfregò le mani preparandosi per andare ad arrestare quei due bastardi che l'avevano fatto dannare per troppo tempo, quando si accorse che il segnale non prendeva.

Gerard aveva due buone qualità; sapeva disegnare dannatamente bene, e aveva un sesto senso fenomenale, per questo dopo circa due ore dal furto aveva riportato gli scatoloni al camion, setacciandoli dal primo all'ultimo.

Aveva dato fuoco al tutto, sia al camion che alla refurtiva.
Era tempo di sparire da lì il più presto possibile, qualcuno li aveva seguiti.

Li avevano quasi beccati.

L'agente Toro bestemmiò e diede un pugno alla sedia, che cadde rompendosi.

L'avevano fatta franca di nuovo.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 27, 2016 ⏰

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