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Mi chiamo Emma e ho la SLA. Fatico a dimenticarlo, come ora, con Michele sulla sabbia che mi sussurra che sono bella. Fingo che non stia mentendo. La mia faccia è bloccata in una smorfia, non mi guardo più allo specchio. Le mie mani sono accartocciate, le mie gambe seguono linee che appartengono solo agli alberi. È difficile guardarmi con occhi privi di pietà, solo Michele lo sa fare, solo lui mi sta accarezzando con le mani e con gli occhi. La sabbia è calda tra le mie mani, posso sentire i raggi del sole posarsi sulla mie spalle. La mia schiena si appoggia al petto di Michele, la mia testa sorretta dalle sue spalle forti. Sapevo da sempre che sarebbe tornato.

Una vita a granelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora