Passò un anno e mia madre assunse Cristina, unaragazza di ventidue anni che mi avrebbe seguita quando lei non c'era. Odiai subito quell'intrusione e il fatto che fosse più giovane di me non aiutò la mia accettazione. Mi sentii umiliata, dipendente da una ragazzina e incapace di esercitare quell'autorità che avrei voluto. Lei prese il posto di mia madre nei miei salvataggi all'ultimo secondo, mi circondava di cuscini giganteschi quando ero sul divano e non mi perdeva mai di vista. Iniziò a controllarmi anche dopo avermi sistemata sul gabinetto o nella vasca da bagno, nonostante riuscissi ancora a tenere la spugna tra le mani. Mia madre era rassicurata dalla sua dedizione e si sentiva autorizzata a prendersi le sue libertà, usciva più spesso e tornava più tardi. Io credetti di essere stata dimenticata e intanto l'immobilità saliva.
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Una vita a granelli
Short StoryRacconto di vita attraverso le fatiche. - L'immaginazione è l'unica cosa che mi rimane. - Primo classificato al concorso letterario Associazione Palma Como