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Un paio di mesi fa mia madre iniziò a parlare del mio compleanno. Avrei compiuto trent'anni e lei avrebbe organizzato una festa, anche i medici sostenevano che era un miracolo che fossi ancora viva. Mia madre disse che l'atmosfera della casa doveva essere allegra, che dovevo essere felice per continuare a vivere. La faceva davvero facile, secondo lei sarebbero bastati dei festoni e un abito elegante per farmi sentire bene. Invece tutto è andato contro i suoi piani a partire da qualche ora fa, quando ha provato a infilarmi un vestito da sera rigonfio di tulle rigirandomi sul letto come una salsiccia. Cristina cercava di nascondere la risata che le traboccava dalle labbra e mia madre quasi piangeva dalla frustrazione, io mi sono opposta alla sua idea stupida rifiutando qualsiasi collaborazione.


Manca mezz'ora all'arrivo degli ospiti e io ho chiesto di andare in spiaggia. Casa mia non è lontana, bastano dieci minuti a piedi per sentir scricchiolare la sabbia. Per anni mi è stato negato questo regalo, ma oggi è il mio compleanno e non hanno potuto non acconsentire. Cristina mi ha sollevata mentre mia madre spostava la carrozzina vicino a un ombrellone, poi mi ha posata su un asciugamani e si è accomodata accanto a me, ma le ho chiesto di lasciarmi da sola. Sono rientrate insieme in casa e io mi sono sentita libera da tutta l'incuranza e la debolezza di cui è intrisa la mia famiglia. Mia madre non piange più per me e io la sento più lontana quando mi è vicina che quando non c'è quindi ora mi sento bene.

Allungo le dita tra la sabbia, chiudo gli occhi e finalmente ricevo il mio regalo di compleanno. Vedo il mio Michele venirmi incontro e lo abbraccio con braccia di rami, a lui permetto di sedermi vicino ed è di nuovo mio.

Una vita a granelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora