Il cielo cambia sopra la mia testa, delle gocce d'acqua mi bagnano le braccia e riflettono l'ombra delle nuvole. La luce sta calando e tutto diventa più grigio, l'aria più fredda. La nebbia e le nuvole mi gonfiano il cervello come una spugna, l'istinto ritorna primitivo e si sente Dio. La pioggia diventa più pesante, ma mia madre non si vede. Guardo Michele, sta sorridendo con il volto al cielo, mi fa pensare di nuovo a quanto sia bello il mondo. Non facile, non benevolente, ma bello certamente sì, pieno di dettagli da catturare e sensazioni. Capisco che sento nuovamente amore, che riesco nuovamente a immaginare. Michele mi bacia, mi stringe a sé e mi viene da piangere per la felicità.
Poi mia madre arriva di corsa e mi copre con un impermeabile, le sue lacrime come le mie si mischiano alle gocce di pioggia, o forse non sta piangendo. Da sola solleva la carrozzina e la porta sull'asfalto, poi mi raccoglie come un Cristo michelangiolesco e arranca nella sabbia per portarmi in salvo. Michele non c'è più, lei l'ha fatto svanire con la sua materialità, ma non importa, più tardi tornerà.
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Una vita a granelli
ContoRacconto di vita attraverso le fatiche. - L'immaginazione è l'unica cosa che mi rimane. - Primo classificato al concorso letterario Associazione Palma Como