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Di giorno giravo veloce per casa, mi esercitavo per diventare più agile sulla carrozzina, ma fuori andavo piano. Cercavo di non farmi notare, di non suscitare domande o sorrisi commiseranti. La mia vita era fatta di ruote sul parquet e strategie di mimetizzazione.

Michele mi aiutò a seguire le ultime lezioni da casa e il giorno del diploma spinse la mia carrozzina fino all'aula dove mi aspettavano i professori. Lui non continuò a studiare, mi faceva compagnia dopo le lezioni dell'università che io seguivo da casa, trascriveva i miei esercizi di matematica, bevevamo tè e ci rimpinzavamo di biscotti al burro. Lui mi insegnò a respirare forte per imparare gli odori diversi delle stagioni, facendomi dare un senso al mio esserci. Il mondo era lì per me come un dipinto meraviglioso,l'avevano creato perché io potessi ammirarlo, assaporarlo e ascoltarlo. Dentro al mondo io e Michele coltivavamo con pazienza un amore ideale fatto di risate e passeggiate lente nei viali asfaltati, fino a che lui trovò lavoro a Londra.

Una vita a granelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora