12. #Omicidio allo #specchio

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E' questo che volevo dire prima di cominciare questa storia: che una parte di me è morta tanto tempo fa. Solo che era difficile dirlo, perché quando è accaduto anche le parole sono morte con quella parte.

Povera, stupida Lara. Tu credevi di poter sopravvivere dentro di me, vero? Perché tu eri me. Sì, eri una parte di me, in un certo senso. Hai approfittato della mia debolezza perché da quando sono morti i miei genitori io non ho fatto che sentirmi debole, sempre più debole. Solo le cose che mi stavano accanto, mi rafforzavano.

Forse tu sei stata il mio angelo, mi hai aiutato a risvegliare una parte che si era sopita.

Ma che dico, no, non è del tutto vero

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Ma che dico, no, non è del tutto vero.

Tu, Lara, eri solo d'intralcio. Ma adesso non importa perchè sei definitivamente morta.

Così pensavo guardandomi nello specchio del bagno. La mia pelle era lacera, involontariamente mi ero ferita. Anzi, non del tutto involontariamente. E' che quando si tratta di Lara, mi coglie una specie di trans. E' difficile da spiegare.

Ma almeno me ne sono liberata, pensavo. Adesso me ne sono definitivamente liberata.

Poco dopo suonò il citofono.

"Chi sarà mai?" Mi chiesi, avvolgendomi in un accappatoio. Arrivai all'ingresso giusto in tempo per sentire il campanello.

"Lara, sono io" disse una voce dietro la porta. Era Carlo! Aprii uno spiraglio.

"Dio mio, cosa ti è successo?"

Carlo guardò i suoi piedi bagnati ,che lasciavano pozze rossastre sul pavimento, i capelli zuppi d'acqua gocciolavano sul pavimento.

"Ecco, io..." Subito dopo, Margherita svenne.

E così, rieccomi qua. Povera, stupida Margherita. Ride bene chi ride ultimo. E ora sono io a ridere di te. Credevi davvero di potercela fare, tu sciocca e imbranata che non sei altro, sempre abbracciata a un oggetto, impaurita per tutto, sola, incapace di farti anche un solo amico?

Credevi che bastasse accoltellarti dentro una doccia, guardandoti fissa allo specchio, per uccidere la parte che non volevi sentire dentro di te?

Credevi che bastasse accoltellarti dentro una doccia, guardandoti fissa allo specchio, per uccidere la parte che non volevi sentire dentro di te?

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Oh no, non è proprio possibile perché quella parte sono io e io sono più forte. Sono io la parte viva, quella che sente di più fra noi due. Non pensavi mica che fosse facile liberarsi di me? Io sono il cancro che cresce nel tuo corpo, sono la speranza nera, sono l'antidoto alla smidollaggine che ti porti dentro. Dovevi ringraziarmi. E invece cos'hai fatto?

Ah, no, questa volta hai superato il limite. Non è un bene sfidarmi. Non te l'hanno insegnato le tue povere cose, quelle con cui ti gingilli e da cui ti fai dominare? Sei proprio patetica. Tu, volevi essere tu a eliminare me? Ebbene, mia cara, stai pronta: goditi questo ultimo momento.

Guarda come Carlo si china su di te, amorevole e preoccupato. Guarda com'è premuroso mentre ti porta un bicchiere d'acqua e lo accompagna alle tue labbra. Ma aspetta che si abitui al pallore delle tue palpebre e al colorino livido che hai. Di certo ti mollerebbe pensando a quanto sei pazza. Ma per fortuna ci sono io. Io me lo saprò tenere, io, con quelle armi seduttive che tu sai. Anzi, no, tu non le sai. Non sai niente dei piaceri della vita. 

Perciò, cara, goditi questo momento: sì, goditelo, perché fra poco sarò io a cancellare te.

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