8. La notte delle passeggiatrici

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- Così lavori qui.

Ripete Lara buttando giù il Black Havan. Il cocktail è acre e dolce.

- Sì. Scusa un attimo.

Il ragazzo si allontana per preparare un cocktail. Lara vede le sue mani muoversi fra le bottiglie e afferrare un bicchiere da una mensola.

Spruzzano del seltzer da un tubo, tagliano veloci un lime

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Spruzzano del seltzer da un tubo, tagliano veloci un lime. Il lime, se avesse una voce, urlerebbe che lei è una stupida. I bicchieri cantano qualcosa tintinnando.

No, pensa Lara, appoggiandosi una mano sulla tempia. Devo scacciare questi pensieri. Le cose che parlano, che hanno una voce, sono stupide idiozie. Cretinate di una scema che prima abitava dentro di lei.

Continua a bere. 

Il ragazzo continua a lavorare. Ogni tanto le passa davanti e le sorride. Lara, ora, è al terzi Black Havana. Pian piano la mente le si svuota. Anche il locale si svuota, i ragazzi passano nella vicina discoteca, il BreakBall. Lara non c'è mai stata, al BreakBall. E neanche Margherita, la ragazza che lei era prima, c'è stata. Ma Margherita, decide Lara, non ci dovrà andare mai.

Il ragazzo le si avvicina.

- Sei stanca?

Dice affacciandosi sul bancone. Sì, risponderebbe Margherita.

- Per niente. 

Sorride Lara.

- E tu?

- Sai, io finisco sempre tardi...

Ecco, sta per mandarla via, pensa Lara, ma sorride ancora di più.

- Però, se ti va, dopo potremmo uscire. 

"Ha davvero detto questo?" pensa Lara. O quella è Margherita? Il Black Havana le si rivolta dentro la pancia.

- Ma certo.

Risponde. Subito dopo, corre in bagno a vomitare.

Tutto quell'alcool uscito così, dalle viscere. Il water è verde, lo stomaco vuoto. Lara si controlla allo specchio: sembra uno straccio. Nella borsetta trova phard e rossetto e si dà una ritoccata.

 Nella borsetta trova phard e rossetto e si dà una ritoccata

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Quando esce, qualcuno sta lavando il pavimento. Il Lukas è in chiusura. Una cameriera strofina il mocio sul pavimento lasciando orme umidicce che Lara sorpassa. Le chiappe escono dalla corta divisa della cameriera. Lara le guarda sporgere dal bordo della gonna. Un tipo biondo conta i soldi dentro la cassa. Non c'è quasi più nessuno nel locale ma fuori, dalla grande porta di legno, si sentono urlare ragazzi e ragazze. Tutti sono pronti per la seconda parte della notte.

Margherita, invece, è andata a dormire. "Buonanotte, cara" le dice Lara riprendendo il suo sorriso e si avvia verso il ragazzo che sta asciugando i bicchieri con uno strofinaccio. Il ragazzo si gira. Oh no, non è lui.

- Dov'è andato?

Chiede Lara al biondo della cassa.

- Chi?

Se solo Lara sapesse il nome.

- Il ragazzo dei cocktail. 

Il tipo che asciuga i bicchieri la guarda con aria di scherno.

- Sono io il ragazzo dei cocktail.

- No, non tu.

Lara osserva i bicchieri. Per fortuna, non sente alcun tintinnio. Almeno la follia è sparita.

- Forse vuole Carlo. E' appena uscito.

Interviene la cameriera che lava il pavimento, appoggiandosi al mocio.

Interviene la cameriera che lava il pavimento, appoggiandosi al mocio

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- Carlo chi?

Chiede il biondo. Lara apre la grande porta di legno. Fuori, nella notte, c'è il ragazzo che sta parlando con la ragazza che prima l'ha spinta. La ragazza ride. Quella risata sembra l'urlo di un corvo.

- Allora, ci vieni?

Domanda la ragazza, ancheggiando verso di lui.

- Daaai.

Spinge in avanti il decollete. Il vestito è lucido, ancora più lucido sotto la pioggia. Il ragazzo è di spalle. Lara lo riconosce. E' Carlo.

- E poi...

Aggiunge la ragazza muovendo i fianchi.

L'amica della ragazza passa a tutti e due una sigaretta. Lara guarda la scena sotto la birra fluorescente del Lukas. 

Si abbottona la giacca, preparandosi a camminare di nuovo sotto la pioggia. Stanotte non tornerà a casa. Stanotte vuole camminare sul bordo dei marciapiedi accanto alle passeggiatrici e alle creature della notte per capire fino in fondo come dev'essere sentirsi parte del buio.

E quasi non sente la voce che la chiama

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E quasi non sente la voce che la chiama.

- Ehi, aspetta! Lara. Sei Lara, vero?

Il ragazzo si è girato verso di lei. Carlo.

- Aspetta!








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