"coincidenze"

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Finalmente mi ero svegliata, ma ero ancora completamente stanca, poiché non avevo dormito un granché la notte prima.
Avevo molti pensieri per la mente, per esempio mi chiedevo com'era andata a finire, chi era morto, quanti di loro? Ecc...
Avendo ancora del tempo prima di andare a scuola, decisi di fare un bel bagno caldo, con il quale speravo di alleviare ogni fatica e timore.
Mi immersi nell'acqua, era bella calda, ma comunque il pensiero di quel ragazzo non si accingeva a scomparire, quindi non riuscivo a rilassarmi per niente.
..."oh no.. avevo perso troppo tempo in bagno"...
rischiavo di arrivare in ritardo, saltai fuori dalla vasca, ma ero ancoro tutta bagnata ..."cavolo non voglio essere sgridata dal professore il primo giorno di scuola"... pensavo.
Feci più in fretta che potevo, misi l'uniforme e corsi fuori da casa...
..."fiuu"... ero arrivata appena in tempo.
L'insegnante mi disse di aspettare ancora qualche minuto e che non sarei dovuta entrare fino a quando non lo avesse detto lui.
Passarono una decina di minuti ed in fondo al corridoio iniziai a vedere una sagoma umana, stava correndo ed, ignorandomi, entrò in classe.
Pochi minuti dopo il professore mi invitò ad entrare, con un leggero gesto della mano.
Stavo per conoscere i miei nuovi compagni, ero emozionata all'idea di vivere e studiare in una delle città più belle ed incatevoli al mondo.
Mi misi davanti alla cattedra del professore che nel frattempo stava spiegando ai miei compagni come mai fossi qui e da dove venissi.
L'insegnante continuava a ripetere di togliermi il cappello, ma non volevo assolutamente toglierlo. Senza neanche volerlo arrossii e, come se l'imbarazzo non bastasse, si aggiunsero anche le risate dell'intera classe.
Mi tolsi il copricapo, l'intera classe rimase in silenzio, pensavo ci fosse qualcosa di strano nei miei capelli. Mi sembrava irreale che fosse per il loro colore, era del tutto normale che qualcuno si tingesse i capelli in Giappone dopotutto, anche se i miei erano del tutto naturali.
Mancava poco al suonare della fine dell'ora, perciò feci in tempo a dire solo il mio nome, anche se in modo del tutto timido e a bassa voce.
La campanella suonò non appena ebbi finito di dire "chiara" e quasi tutti i miei compagni uscirono ignorandomi.
Il professore mi indicò il mio banco, era vicino a un ragazzo dai capelli rossi che faceva quasi finta che non esistessi ed io continuavo a camminare, fissandolo... poi, distrattamente, inciampai, cadendo.
Il ragazzo dai capelli color rosso mi aiutò a rialzarmi ..."cavolo! Era davvero bellissimo, con dei bei occhi rossi e il suo sguardo...non riuscivo a staccarmi da lui"... ti mangiava con lo sguardo.
Tutto d'un tratto si mise a ridere e mi passo per la mente quel ragazzo...
che la notte prima aveva "litigato" con quei teppisti.
Con voce incuriosita gli dissi ..."ma tu sei"... non feci in tempo a finire che mi tappò la bocca con la sua mano.
Entrò una ragazza, ma nessuno di noi fece niente... e la ragazza uscì dall'aula, come se nulla fosse.
Molto arrabbiata e impaurita allo stesso tempo, gli schiacciai il piede... per il dolore mi lasciò andare e andò a sbattere contro la finestra mentre io con tutto il coraggio che avevo in corpo gli dissi ..."non permetterti di toccarmi, assassino"...
I miei compagni rientrarono qualche attimo dopo...
le ore passarono e al suono dell'ultima campanella lo vidi correre fuori lanciandomi un inquietante sorriso...

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