"addio"

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La aspettavo a casa di Jack, quella bellissima ragazza dai capelli color argento che continuava a rimanere nei miei pensieri. Mai mi sarei dimenticato degli eventi che avevano portato me e lei ad avvicinarci, non scorderò mai il nostro primo bacio, della notte passata insieme, ma non potevo lasciarla in balia di un'illusione. Ero un killer, non le avrei mai potuto dare una vita. Chiara entrò nella stanza sbattendo la porta violentemente, distogliendomi dai miei pensieri. Sentivo la voce di Jack che mi sgridava, accusandomi di rovinargli la casa. Non lo ascoltai.
..."Light che cosa è successo?!"... mi urlò contro Chiara, furiosa
..."pensavo non sarebbe successo niente... non può essere..."...
Diceva, abbassando sempre più la voce, quasi come se l'avessi delusa. ..."Chiara, ci ho pensato un po'... credo che tu ti debba allontanare da me"...
Vidi le lacrime rigarle le lacrime.
..." perché!? Avevi detto che saremmo potuti stare insieme!"...
..."Chiara!! Basta... non voglio che tu sia in pericolo..." Le andai vicino, carezzandole il volto, ..."io ti amo, ma non posso stare con te"...
..."Light... io... non voglio lasciarti, né adesso né mai!"...
Non potevo più stare lì, non volevo lasciarla, ma... era meglio così.
Mentre uscivo, mi prese per la manica. Senza voltarmi indietro e con gli occhi che si facevano sempre più lucidi, mi liberai dalla sua stretta e me ne andai.
Guidavo a tutto velocità verso l'aeroporto, sperando che la polizia non avesse ancora mobilitato troppe forze per impedirmi di fuggire. Il telefono si riempiva di chiamate, tutte di Chiara. Continuavo a ripetermi di non avere ripensamenti, che era meglio così, ma era pura agonia. Il pensiero del suo volto, della sua voce, non voleva sparire dalla mia mente.
Arrivato all'aeroporto, comprai velocemente il biglietto per il primo volo che c'era e mi diressi al gate.
Seduto accanto a me c'era un vecchio. Mi sorrise, chiedendomi se stessi bene.
Con un sorriso tirato e le lacrime agli occhi, gli risposi ..."certo, cosa non dovrebbe andare bene?"...
Mi sforzai di ridacchiare, zittendolo. Con la testa appogiata al finestrino, guardando fuori, pronunciai a bassa voce ..."Chiara... mi dispiace non sapevo cosa fare... già mi manchi"... Una lacrima sfuggì al mio controllo quando il rombo dei motori si fece sentire.

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