Ecco Lydia. Erano un po' di giorni che Alice non vedeva la sua migliore amica, quasi una settimana: "Alice! Che bello rivederti!" Si abbracciarono e cominciarono ad incamminarsi verso la scuola: "Cosa mi sono persa in questi giorni?" Alice mise su la faccia più scocciata che avesse e cominciò a raccontare: "Il solito. Mark è stato interrogato in biologia e ha preso una F, che novitá. Ha restituito i temi e tu hai preso B. Io una A-."
Lydia guardò l'amica con uno sguardo di sfida: "Dimmi un po', hai di nuovo tirato fuori la storia del Coniglio Bianco e di Alice nel Paese delle Meraviglie? Sai bene che la tua è solo un ossessione per quella favola. Anche se abiti in una villa vecchia due secoli e ci sono più misteri che altro, non potrai mai andare a trovare Panco Pinco e Pinco Panco. Sei troppo cresciuta Alice!" Lydia avrá fatto quella ramanzina un migliaio di volte, ma tutte le volte ad Alice faceva male.
Suo padre l'aveva mandata dallo psicologo una miriade di volte ma era servito a poco. Lei non era matta, solo diversa.
Rimasero in silenzio a lungo fin quando Alice non si sentì stringere da dietro e si mise a ridere: "Will, lasciami! Mi fai il solletico!"
William era il suo ragazzo da tempo immemore e anche l'unico a non prenderla in giro per le sue fantasie infantili: "Dopo scuola vengo da te?" Lei fece finta di pensarci e poi rispose: "Babette ha cucinato torte di mele e mirtilli per un esercito e mio padre ha portato un tè fantastico dal suo ultimo viaggio in India!"
"Allora alle 17:00 in punto sarò da voi a gustarmi un tè delle cinque spettacolare!" Confermò Will marcando volutamente l'accento inglese giá presente.
Dopo scuola, anche Lydia si unì alla merenda, ma verso le sei dovette tornarsene a casa a causa di sua madre che imponeva un coprifuoco decisamente troppo severo.
Alice, invece, non aveva mai un coprifuoco. Suo padre non c'era mai e Babette, la sua governante, non le diceva mai nulla, nonostante il suo essere apprensiva. Dopotutto l'aveva vista nascere. Era come una nonnina paffutella e non troppo invadente.
Il cellulare di Will squillò, distraendola dai suoi pensieri: "Sì, sto arrivando....lo so che sono le sette non mi sembra così tardi....si Rose arrivo" chiuse la chiamata e si infilò il cellulare in tasca, prese la giacca e stampò un bacio sulla fronte di Alice: "Rose vuole che torni a casa, mi dava per disperso, ci vediamo domattina, okay?" Lei sorrise piano e annuì.
Rose era la zia di Will. I suoi avevano dovuto andare a trovare il nonno di William nello Yorkshire, perchè stava male e, nel frattempo, lui alloggiava da Rose.
Alice mangiò con Babette la minestra e uno stufato di carne. "Pasti caldi d'inverno" rammentava sempre la governante.
Si mise a dormire e dopo aver mandato la buonanotte a Will, si accoccolò tra le coperte sprfondando nel buio.
Stava sprofondando, il tunnel era buio e non finiva più cominciò a pensare che sarebbe morta. Poi vide il Coniglio e l'orologio. Quell'orologio. Quello era di sua madre e Alice non riusciva a credere che ce l'avesse un coniglio.
Stava quasi per schiantarsi al suolo quando una mano troppo familiare e rassicurante cominciò a scuoterla e lei aprì gli occhi.
Si accorse che Will la stava portando in braccio verso il suo bagno, interno alla sua camera. La posò nella vasca e le spruzzò un po' d'acqua in faccia in modo da svegliarla per bene. Quando si riprese, Alice, cominciò a tempestare di domande il suo ragazzo: "Cosa ci fai qui? Come mai non sei a scuola? E tua zia?"
Lui le accarezzò i capelli dorati e rispose: " Non sono a scuola perchè è domenica. Mia zia non mi ucciderá perchè è l'una ed ho giá pranzato. Qual'era l'altra domanda?"
Alice sbuffò: "Cosa ci fai qui?"
"Mi ha chiamato Babette, dice che è tutta la notte che ti sente gridare ed era preoccupata così sono arrivato il più in fretta possibile."
Alice si guardò attorno. Le pareti lilla del suo bagno le mettevano tranquillitá e le decorazioni antiquate la facevano sentire a casa.
Spalancò gli occhi e si svegliò completamente. Uscì dalla vasca e corse in soffita, senza ascoltare Will che la chiamava.
Doveva trovare quell'orologio.
Si diresse in soffitta con il cuore che minacciava di esplodere ed i passi rassicuranti di Will alle sue spalle. Aprì la porta della soffitta e corse verso il comò di sua madre, aprì con foga il primo cassetto e sul fondo trovò incise le sue iniziali A.R.G.
Tolse il cassetto dallo scheletro del comò e cominciò a tastare il fondo finchè non trovò l'inizio del doppio fondo e tirò.
Eccolo.
L'orologio dei suoi sogni.
Era in ottone e le lancette al suo interno raffinate e sottili.
Sul quadrante c'era il Coniglio ma, questa volta, era fermo e dietro di lui una A, una A di Alice.
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Ritorno nel Paese delle Meraviglie
FantasiAlice Raven Gruth è la pronipote di Alice Kingsleigh, cononsciuta per aver intrapreso viaggi mozzafiato nel Paese delle Meraviglie. La quindicenne, però, è continuamente perseguitata da strani sogni e l'unico a credere che possano essere pericolosi...