La Chiave

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Alice si sedette a terra e Will, al suo fianco, cercava di aiutarla a trovare una qualche risposta a quell'orologio. Alice girò l'orologio a cipolla e, sul retro, vi trovò inciso un messaggio alquanto strano:
Cara Alice,
so che ora sei grande abbastanza per sapere. Ascolta la filastrocca e prova a comprendere che è necessario il tuo aiuto nel Sottomondo, ora che non posso più andarci io:

Lá dove il tè è alle cinque
Lá dove il cuore comanda
Lá dove il Gatto sa
Lá dove il bruco t'aiuterá
Lá dove il coniglio corre
Alice,
dovrai scoprire cosa nasconde,
Perchè, nel Paese delle Meraviglie puoi solo contare sulla tua testa, ma attenta a non fartela portar via
Bambina mia

So che tu l'avresti scritta meglio, ma devi solo cercare nella tua testa e saprai. Fai attenzione. E non prendertela con la bis nonna, non è colpa sua.
Mamma

Alice si mise a ridere. Poi a piangere ed infine pianse e rise allo stesso tempo.
Will la guardò preoccupato: "Ehi, va tutto bene?"
La ragazza lo fisso con i suoi enormi occhi verdi intirsi di lacrime e annuì.
Doveva cercare indizi. Alice sapeva perfettamente dove avrebbe dovuto cercare.
Quando sua mamma le raccontò dell' ultimo viaggio di sua nonna nel Paese delle Meraviglie le aveva parlato di un fantastico specchio. Lei sapeva di quale specchio stava parlando.
Nella soffitta c'erano molti quadri, ma se si guardava meglio ci si rendeva conto che tra loro c'era una enorme cornice ottocentesca con rami e fiori in ferro arrugginito incastrati tra di loro.
Fu Will a staccare lo specchiodalla parete dei quadri.
Era molto pesante.
Quando riuscirono a togliere tutta la polvere dallo specchio lo appoggiarono a terra: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del Reame?"
Alice incenerì Will con lo sguardo e lui tornò serio. Nello specchio di sua madre Alice vide il suo riflesso. Era sudata e la sua camicia da notte era tutta stropicciata. Il suo viso era bianco come quello di un cadavere e, attorno ai suoi occhi color salvia, si potevano ammirare due occhiaie violacee che la fecero rabbrividire. I capelli erano spenti e i suoi boccoli biondi erano ridotti ad un groviglio di nodi e fiocchetti. Le sue labbra erano sottili e screpolate ed erano quasi viola. Stava tremando.
Al suo fianco, Will, aveva delle occhiaie appena accennate, i suoi occhi neri e lucenti erano stanchi e i suoi capelli erano un continuo mare in tempesta color ebano.
Lui le sorrise nello specchio e poggiò la sua felpa grigia attorno alle sue spalle. Prese Alice tra le braccia e lei si abbandonò al suo caldo abbraccio per un tempo infinito, finchè non chiuse gli occhi e dormì. Si abbandonò ad un sonno tranquillo senza sogni o incubi.

Fu Babette a svegliarli. La domestica si stava sgolando per avvertire i ragazzi che la cena era pronta. Mentre scendevano le scale, Love si cominciò a strusciare, facendo un complicato slalom tra le gambe dei ragazzi. Il gatto aveva fame: "Love pintala, non ti darò i croccantini, guarda come sei grasso, tra un po' comincerai a rotolare!" E si mise a ridere.
Will pensò che quello era il suono più bello del mondo e sorrise anche lui. Nonostante la riluttanza di Alice, Will tirò fuori dalla tasca un po' di crocchette e le porse al gattone grigio.
Mangiarono e tornarono in soffitta.
Lo specchio era dove l'avevano lasciato e, quando i ragazzi lo girarono trovarono un altro indizio da parte della mamma di Alice, ma questa volta il messaggio parlava della cantina e lì i ragazzi si diressero.
Entrarono nella cantina della villa e sorpassarono le botti di vino. Svoltarono a sinistra, verso lo scaffale delle marmellate e si fermarono: "Il messaggio diceva che oltre questo scaffale ci sarebbe stata una porta, ma anche se fosse; come facciamo a sapere se è chiusa a chiave?" Alice decise di non badare alle chiacchiere del suo ragazzo e, insieme, cominciarono a spostare lo scaffale dal muro.
Spostarono il telo di plastica, che impediva al muro di rovinarsi, e trovarono la porta. Alice dovette riconoscere che sua madre aveva fatto davvero un ottimo lavoro con tutti questi indizi e il resto, ma forse nemmeno lei voleva davvero scoprire cosa ci fosse al di lá di quella porta di legno. Si soffermò sul pomello d'ottone e notò due parole "Porta Love". In quell'esatto momento il gattone grigio le passò tra le caviglie e lei lo raccolse tra le braccia. Girò la maniglia, ma essa era chiusa. "Quando comincerai a darmi fiducia?"
"Quando la pianterai di dire cose ovvie"
Alice prese la catenina che portava sempre al collo e mostrò a Will una piccola chiave nera, con un'espressione trionfante sul viso. Inserì la chiave nella fessura sotto la manopola e girò.

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