Capitolo 4

1K 56 6
                                    

Kylar.

-Kylar, ammazzalo.-

"Perché questo idiota non sa starsene zitto?!" Pensai. Quella volta aveva davvero esagerato.

-No, non siamo degli assassini, non possiamo ucciderlo.-

Dissi, e gli altri si trovarono d'accordo con me.
Ma in quel modo il problema restava: il ragazzo sapeva dove ci nascondevamo e quali erano le nostre facce visto che mentre era svenuto ci eravamo tolti le maschere.
Cosa avremmo potuto fare? La soluzione più semplice era senz'altro ucciderlo, tutti dicevano che ero un tipo duro, ma sarei stato in grado di ammazzarlo? No quello era senz'altro troppo.

-Oh, però cosa facciamo adesso con quel rompi coglioni?-

Domandai agli altri.

-Ehi! Io non sono un rompicoglioni! Esprimo solo la mia opinione!-

Si lamentò il ragazzo.

-Stai zitto tu! Nessuno ti ha interpellato!-

Mi stavo seriamente incazzando.

-Io sicuramente non lo prendo! Non ho il tempo, lo spazio o l'energia di badare ad uno del genere!-

Rispose uno dei ragazzi.

-Cosa intendi con: "uno del genere"?!-

-Per favore mettetegli di nuovo qualcosa in bocca! È insopportabile!-

Esclamò il secondo.
Mentre loro due se ne andavano guardai gli ultimi due che erano rimasti.

-Vi prego, uno di voi due lo deve prendere con sè! Non sono in grado di occuparmi di lui!-

-Ma cosa pensate che sono? Un animale domestico? Un oggetto?-

-Scusa Kylar ma quello...-

Alzò un sopracciglio e guardò il nostro ostaggio come se fosse un caso disperato. E aveva ragione purtroppo.
Rapire proprio lui era stata la scelta più sbagliata che potessi fare, ma ormai era così e non potevo cambiare più nulla.

-Vi prego ragazzi! Non posso spendere dei soldi anche per lui! Tutto ciò che ho rubato oggi lo devo dare a loro! I debiti sono troppo alti e non mi restano soldi a sufficienza!-

-Scusa ma questi adesso sono affari tuoi!-

-Ma, ma ,ma non lo potere fare!-

Ma ormai anche loro si erano girati per andarsene.

-Eh Eh, sfigato!-

"Oh, questo ragazzo!" Pensai.
Lo fulminai con lo sguardo e mi voltai nuovamente.

-Dai ragazzi non lo...-

Ma mi resi conto che non c'era più nessuno. Ma non era possibile! Se n'erano andati tutti e mi avevano lasciato da solo con quel tipo!

Abbastanza incazzato mi girai verso di lui, solo allora lo potei guardare meglio: era un ragazzo sicuramente più giovane di me, abbastanza magro, i capelli erano corti e di un nero corvino che faceva contrasto con la sua pelle chiarissima, ma ad attirarmi furono i suoi occhi rossi, del colore del fuoco.

-Come hai detto di chiamarti?-

Volevo quantomeno sapere come si chiamava il ragazzo che avrei dovuto portare da allora in poi in giro con me per la mia stessa sicurezza.

-Kai Yumehara.-

-Mm.-

***

Ero parecchio frustrato, avevamo preso solo la metà dei soldi che avremmo dovuto prendere, avevamo preso l'ostaggio peggiore possibile e oltretutto mi sarei dovuto occupare di lui!
Il giorno dopo avrei dovuto pagare l'ospedale e avrei dovuto rubare qualcosa per poter mangiare, ma anche quello sarebbe diventato ancor più pericoloso visto che dovevo rubare anche per lui.
Fu una delle giornate più brutte della mia vita.
Prendendo il suo braccio lo tirai in direzione di casa mia.

-Cosa hai intenzione di fartene di me?-

-Ti mangio.-

Roteai gli occhi al cielo. Che domanda stupida.

-Mi mangi?-

Mi domandò ridendo.

-Sì, sono un cannibale, non so sapevi?-

Risposi sarcastico.

-Non credo di essere tanto buono.-

Rideva.

-Non mi interessa, è comunque meglio di aver fame!-

Lo dissi in tono serio perché per me era veramente così.
Lui mi guardò storto.

-Ma non è che sei veramente un cannibale?-

Mi chiese.
Non solo era un rompi coglioni, ma era pure stupido!
Continuavo a ripetermi che non sarebbe potuto andare peggio, ma il destino come sempre mi prese in giro.

-Ohi, ti ho chiesto qualcosa! Sei maleducato a non rispondermi.-

-Vuoi veramente una risposta?-

-Sì.-

-Va bene. Sono il re dei cannibali e tutti hanno paura di me, corrono via quando mi vedono. Si dice in giro che ho mangiato mia sorella, quindi sarebbe meglio per te fare attenzione!-

-Ma i ragazzi di prima non sembravano aver paura di te.-

Mi disse ridacchiando.

-Erano stupidi.-

Risposi secco.

***

Cinque minuti prima di arrivare a casa iniziò a piovere.
"Autunno di merda!" Pensai stressato.

Parlavo tutto il tempo di "casa", ma in realtà era una casetta nella quale nessuno abitava da tempo e in cui entrava l'acqua da tutte le parti, visto che in molti punti mancava il tetto.
Inoltre d'inverno non manteneva il calore, ma era comunque meglio che vivere sotto un ponte.

Kai aveva la fortuna di indossare una giacca calda, quindi non soffriva più di tanto il freddo.

Cominciai a camminare più veloce e trascinai Kai con me, lui, sorpreso, non appena aumentai il passo, inciampò e cadde addosso a me.
Arrabbiato mi girai verso di lui e lo aggredii:

-Fai attenzione! Cazzo!-

Mi guardò per un attimo spaventato, poi non riuscii più a scorgere nessun'emozione nei suoi occhi rossi.
Si rialzò e continuò a camminare.

Quando arrivammo a casa ero ormai bagnato praticamente ovunque e sentivo freddo.

-Benvenuto a casa mia!-

Dissi.
Viva il sarcasmo.

Da Nemici A Amanti - YaoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora