Capitolo 29

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Kai.

Erano passate un paio di settimane da quando ero finalmente tornato a casa ed io mi sentivo sempre più annoiato. Mi ero completamente dimenticato quanto fosse noiosa la mia vita, era tutto un incontrare gli amici dei miei e mostrare loro come io fossi un ragazzo per bene e a seconda dell'occasione mostrarmi ferito per ciò che mi è successo o mostrarmi forte per procurare ancora più finanziamenti per i progetti dei miei.
Recitare.
Ecco da cosa era formata la mia vita.
Ed ecco perchè volevo che cambiasse.
Non mi aspettavo che i miei desideri si esaudissero in modo così drastico, non mi aspettavo certo di venire rapito per provare un po' di emozioni nuove ma almeno potevo dire di essermi divertito nel breve periodo passato con Kylar.
Già, strano da sentire, mi ero divertito con il mio rapitore, forse tutte quelle emozioni forti mi avevano fatto impazzire ma in quei giorni non avevo pensato ad altro, pensavo solo a quanto mi fossi divertito con Kylar e a come nonostante tutto ciò che era successo avrei voluto riincontrarlo e ricominciare a vivere con lui.

-Kai, tesoro, è l'ora della visita medica!-

Le urla di mia madre mi tolsero dai miei pensieri, era da quando ero tornato che continuava a portarmi dal medico come se avessi una malattia rara da tenere sotto controllo, era opprimente.
Non mi opposi e la seguii fino alla macchina, non avevo voglia di litigare, non in quel momento.

Ormai la paura e il trauma del rapimento e dello stupro erano passati, certo, pensarci faceva male ma potevo dire di essere tornato alla normalità se non per il fatto che adesso che avevo finalmente conosciuto la "libertà" la mia normalità mi sembrava ancora più noiosa.
Era come una droga, una volta che l hai provata non puoi più smettere.

-Eccoci.-

E di nuovo mia madre interruppe i miei ragionamenti incitandomi ad uscire dall'auto.
Era da giorni che andava avanti così, un giorno si incontrano gli amici dei miei, quello dopo non faccio nulla e al pomeriggio vado dal medico e quello dopo ancora non faccio nulla del tutto. Di andare a scuola non se ne parlava, e di incontrare i miei amici non ne avevo di certo voglia.

-Prego entra.-

Senza nemmeno accorgermene ero arrivato di fronte alla stanza in cui venivo sempre accolto dal mio medico.

Feci per l'ennesima volta tutti i controlli e poi uscii dalla stanza dirigendomi all'entrata dell'ospedale per aspettare l'arrivo di mia madre.

Ricominciai a pensare a Kylar, mi chiedevo se stesse bene e se fosse effettivamente riuscito a sfuggire alla polizia nonostante quel detective lo avesse visto in faccia, ma soprattutto mi chiedevo dove fosse.
Questa volta i miei pensieri non vennero interroti da mia madre ma da una figura maschile che mi fece sgranare gli occhi.

-Parli del diavolo e spuntano le corna...-

Sussurrai.
Il ragazzo che avevo appena visto uscire da una stanza era Kylar, era senza ombra di dubbio lui.
Aprii la bocca per chiamarlo ma la richiusi subito dopo, io volevo vederlo ma lui? In fin dei conti per lui ero ancora un pericolo e forse mi avrebbe portato via di nuovo, non che l'idea mi dispiacesse ma non mi sembrava proprio il caso.
Poi mi voltai nuovamente verso la stanza da cui era appena uscito e diverse domande si formarono nella mia mente: perchè si trovava qui? Cosa ci faceva in quella stanza? Chi c'era in quella stanza?

Mosso da queste domande rinunciai a rincorrere Kylar e mi avvicinai lentamente alla porta bussando e, nonappena sentii una voce femminile dirmi avanti, entrai.
La stanza era piccola ed aveva un solo letto su cui stava sdraiata una giovane ragazza di circa 13 anni dalla pelle bianchissima ed i capelli biondi.

-Ciao...-

Dissi un po' esitante, ero curioso di sapere chi fosse, ma non avevo un vero e proprio motivo per essere lì e di certo non le avrei potuto dire: "ehi ciao sono qui perchè ho appena visto il mio rapitore uscire da questa stanza e mi stavo proprio chiedendo chi fossi!".

-Ciao, chi sei?-

Ed ecco la domanda.

-S-sono un amico di Kylar.-

Sperai con tutto il mio cuore che mi credesse e che non conoscesse la mia vera identità.

-Davero?! Kylar ha un amico oltre ad Alessio?!-

La ragazza sembrava aver riacquistato energia ed i suoi occhi blu brillavano di una nuova luce.

-Ehm... si...-

Non sapevo assolutamente cosa dire in quella situazione e cominciavo seriamente a pentirmi di essere entrato nella stanza al posto di seguire Kylar.

-Molto piacere di conoscerti allora! Io sono Laila e sono la cugina di Kylar, ma questo probabilmente lo saprai già, ora posso sapere il tuo nome?-

Nonostante si vedesse che era molto stanca sembrava voler utilizzare tutte le sue energie per parlare con me di questo argomento che evidemtemente le stava molto a cuore.

-Ah, si... mi chiamo Kai, Kai Yumehara.-

Lei mi sorrise, poi ci fu un attimo di silenzio che mi permise di prendere coraggio e farle finalmente la domanda fatidica.

-Senti... Kylar non mi ha mai voluto parlare di te... quindi io...-

-Ho un tumore mortale, e visto che siamo entrambi orfani a meno che Kylar non riesca a trovare dei soldi in un breve periodo per permettrmi di fare un'operazione io morirò.-

Mi interruppe dicendo tutta la frase con calma sorprendente.
Mi lasciò senza fiato, non credevo che la situazione di Kylar fosse così disperata, ora tutto aveva senso, il perchè della rapina, perchè risparmiava su tutto, perchè a volte spariva senza tornare per ore, era per lei.

-Capisco... mi dispiace...-

-Non ti preoccupare! Piuttosto parlami di te! Come hai conosciuto mio cugino?-

Rimasi a parlare con lei del più e del meno evitando le domande a cui chiaramente non potevo rispondere e dando risposte parziali ma comunque veritiere, poi giunse per me il momento di andare, salutai la cugina di Kylar ed uscii dalla stanza con una strana e forse stupida idea in mente.

***

Stavo mangiando in silenzio assieme ai miei, era da tanto che non succedeva, di norma mangiavamo ad orari diversi o uno dei due era fuori per lavoro, probabilmente visto ciò che mi era successo volevano starmi un po' più vicino, e per me era perfetto visto che avevo bisogno di entrambi per chiedergli ciò che volevo chiedergli.

-Mamma? Papà? Posso avere la vostra attenzione? È una cosa importante.-

Avevo deciso di essere diplomatico, sapevo di avere pochissime possibilità che loro accettassero ciò che stavo per chiedergli di fare ma se non ci avessi provato me lo sarei rinfacciato per tutta la vita.
Conoscevo il punto debole dei miei genitori ed avevo deciso di sfruttarlo a mio favore, non ero sicuro che avrebbe funzionato, ma erano talmente sensibili sull'argomento che forse avrei avuto qualche possibilità.

-Certo tesoro, parla.-

***

Ero sdraiato sul letto da diversi minuti, ci ero riuscito, con quell'argomento ero riuscito a convincerli a darmi il permesso di fare questa specie di pazzia.
Ma avevo creato un altro problema, un problema abnorme causato dalle mie bugie, un problema a cui solo trovando Kylar avrei potuto sperare di porre rimedio.
E pensando ciò mi resi conto che c'era un altro problema ancor più prioritario:

-E adesso come faccio a trovare Kylar e a spiegargli il mio piano?-

Da Nemici A Amanti - YaoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora