Capitolo 6

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Kylar.

La mattina dopo mi svegliai presto e mi spaventai notando un'altra figura nella stanza, solo dopo ricordai cos'era successo il giorno prima.
Kai dormiva ancora tranquillamente, non potevo perdere quella possibilità.
Mi alzai e mi cambiai velocemente e silenziosamente tentando in ogni modo di non svegliarlo.
Presi lo zaino in cui si trovavano i soldi ed uscii dalla casa.

Dovevo arrivare all'ospedale senza che la polizia mi vedesse, perchè se mi avessero visto con tutti quei soldi mi avrebbero di sicuro arrestato, per questo percorrevo delle stradine piccole e buie. Persi circa dieci minuti visto che il percorso che avevo scelto era molto più lungo di quello normale, ma era necessario.

Quando girai la penultima curva prima di arrivare all'ospedale vidi due volti fin troppo conosciuti: erano Alan ed Enrico, due gemelli che, come me, vivevano sulla strada. Per l'aspetto fisico non erano tanto diversi da me: alti, magri, sporchi, con la differenza che i loro capelli erano di colore marrone proprio come gli occhi.
Non andavano mai in giro da soli ed erano conosciuti per al loro aggressività.

-Sai cosa ho notato? Ogni volta che passi da questa strada hai in spalla uno zaino pieno e quando torni indietro è vuoto. Sarebbe interessante sapere cosa ci sia dentro.-

Disse uno dei due, erano talmente simili che non capii se fosse stato Alan oppure Enrico.

-Non sono affari vostri! Fatevi i cazzi vostri!-

Dissi in tono parecchio aggressivo.

-No, ora sono anche cazzi nostri cosa c'è in quello zaino, facci vedere.-

-Meglio di no.-

-Si invece.-

Ridevano, sicuri della vittoria.

-Che palle, perché oggi? Per una volta che non ho tempo...-

Estrassi il coltello da una tasca e mi misi in posizione d'attacco.
Li avevo già visti combattere contro degli altri ragazzi e ormai conoscevo la loro tattica, percui non ero per niente nervoso.
Era sempre lo stesso ordine: uno arriva da sinistra e l'altro da destra, quello di destra fa finta di attaccare ma in realtà attacca quello di sinistra. E voilà, successe esattamente ciò che mi aspettavo.
Con facilità schivai l'attacco dei gemelli e con uno scatto fulmineo colpii Alan alla pancia con il coltello, quando Enrico realizzò cos'era appena successo andò nel panico e cominciò ad attaccarmi sferrando colpi a caso, in modo né coordinato né logico. Nei suoi occhi si poteva vedere la paura.
Non volevo di certo ucciderlo, così lo colpii al braccio. Un secondo urlo di dolore.
Guardai entrambi i gemelli con occhi freddi e mi girai in direzione dell'ospedale.

-Occupati di tuo fratello.-

Dissi, poi, silenziosamente, ripresi a camminare.

***

Con lo zaino vuoto mi diressi verso casa, ma la mia pancia mi ricordò che ero umano e che dovevo mangiare per sopravvivere. Decisi di fare un salto alla panetteria.

Arrivai alla vecchia panetteria ed ordinai come una persona normale quattro cornetti, ma quando il commesso mi diede il sacchetto contenente la mia ordinazione lo afferrai e partii a corsa.

-Un ladro! Fermatelo!-

Urlò il commesso.

Corsi a più non posso fuori dalla panetteria come ormai facevo da tutta la vita: scappare, vivere come un fuggitivo.

Tutte le persone a cui passavo vicino mi guardavano semplicemente, nessuno di loro provò a fermarmi.
Mentre correvo vidi una macchina fin troppo conosciuta: la polizia.
Visto che un ragazzo correva con un sacchetto in mano e che un uomo lo inseguiva urlando, due poliziotti uscirono dall'auto e cominciarono a rincorrermi assieme al panettiere e ad intimarmi di fermarmi.

Cazzo! Di nuovo non riuscii a prendere la strada diretta, ma per mia fortuna conoscevo a perfezione le strade di quel quartiere e sapevo bene dove andare per seminare i poliziotti.

Imboccai una stradina secondaria e corsi come se dietro di me ci fosse stato il diavolo. Dopo dieci minuti di corsa mi nascosi tra due cassonetti e vidi i poliziotti passarmi davanti affannati.
Finalmente.
Tornai a casa, sudato ed estremamente stanco.

Ma a casa trovai una brutta sorpresa ad aspettarmi...
-Ma porco d**!-

Non bastava la terribile giornata che avevo appena passato, doveva ancora peggiorare.

Kai non c'era più, era scappato.
Appoggiai i cornetti sul tavolo e corsi nuovamente fuori dalla casa per cercarlo.

Da Nemici A Amanti - YaoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora