Capitolo 22

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Kylar.

Credevo che il mio corpo sarebbe esploso per le troppe emozioni.
Da una parte il mio cuore batteva velocissimo ed ero felice perché non ero mai stato così vicino a Kai e poterlo abbracciare era una sensazione stupenda perché potevo sentire il suo calore e sapevo che non aveva più paura di me.
Ma dall'altra parte volevo piangere, Alessio aveva ragione: era stata tutta colpa mia perché non volevo vedere i problemi e perché ero un ignorante. Tutto ciò che aveva detto era giusto, alla fine ero io che avevo avuto l'idea di prendere un ostaggio, ero io che avevo detto che non lo potevamo lasciare andare ed ero io che avevo creduto alle parole degli altri.

Per un paio di minuti rimasi in quella posizione finché non mi resi conto che Kai si era addormentato. Vedendolo così non potei più trattenere le lacrime. Per un attimo mi sembrò che esistesse solo lui, tutto il mondo si fermò per un paio di secondi, nient'altro mi importava: solo lui.

Tristemente quel momento durò poco e subito tornai alla realtà. Se lui avesse avuto paura di tutti gli uomini sarebbe stata colpa mia. Perché sbagliavo sempre tutto? Dovevo sempre rovinare la vita degli altri? Ero così inutile?
Domande del genere mi giravano nella testa, e stavo addirittura più male di prima.
Volevo prendere Kai e portarlo a casa sua per essere sicuro di non rovinare di più la sua vita e di non sbagliare di nuovo.

Lentamente, per non svegliare Kai, mi sdraiai sul letto cosìcche Kai fosse dalla parte del muro e con la schiena contro il mio petto.

Mi comportavo sempre da persona fredda ma in quel momento cedetti, la tristezza era troppa. Il peso che lei fosse in un stato così grave e che non volevo andare in ospedale per non lasciare Kai, quello che non potevo pagare niente e che non guadagnavo niente, quello che non avevo mai lavorato nella mia vita, quello di Kai.

Mi chiesi perché esistivo, se fossi morto nessuno se ne sarebbe interessato, nessuno l'avrebbe mai saputo. La mia vita era un disastro, vivevo sulla strada dormivo sulle panchine e sotto i ponti, aver trovato quella casa abbandonata era già una gran fortuna. Non avevo niente e nessuno tranne lei e Kai.

Così, piangendo, mi addormentai accanto a Kai.

***

La mattina seguente mi svegliai molto presto e mi sembrava di non aver dormito affatto.

Kai dormiva ancora tranquillamente, allora decisi di andare a prendere dei cornetti per lui. Mi lavai velocemente la faccia e partii per prenderli.
Come l'ultima volta tutto funzionò perfettamente con la differenza che quando tornai Kai era ancora nel letto a dormire e non in un qualche giardino a farsi mordere dai cani.

Non volevo svegliarlo, così uscii dalla casa e mi sedetti sotto un albero vicino alla porta principale.

Passai un'infinità di tempo a non fare niente a parte guardare la strada e pensare di nuovo a tutto ciò che avevo sbagliato. Era impossibile che Kai mi perdonasse, forse la storia del cane me l'avrebbe perdonata ma quello era troppo.
Neanch'io lo avrei fatto, ed era normale, solo che avevo il problema di essermi innamorato e di non volere che lui mi odiasse.
Non lo vedevo più come l'ostaggio che non stava mai zitto e rompeva a tutti il cazzo, non lo vedevo più come il ragazzino stupido che era entrato nel giardino del Robinson ma lo vedevo come un ragazzo carino, aperto a cui piaceva esprimere la propria opinione.
In quel momento, però, avevo paura di aver definitivamente perso quel ragazzo.

Sentii dei rumori provenire dalla casa che mi fecero capire che Kai si era svegliato. Non entrai, avevo bisogno ancora un attimo prima di rivedere il mio sbaglio.

Kai finì di mangiare ed uscì vedendomi.

-Buongiorno.-

Lo salutai senza aspettarmi una risposta che infatti non arrivò.
Nessuno di noi due parlava, io perché sapevo che era inutile e lui probabilmente perchè non sapeva cosa dire.

Lo guardai e sorrisi ma lui mi rispose con uno sguardo freddo. A quel punto smisi di sorridere e tornai ad essere triste. Mi mancava il suo sorriso, la sua vivacità, le sue battute stupide, insomma il suo vecchio io.

Stando seduto parlavo tutto il tempo mentalmente dicendo cose che avrei voluto dire a Kai se solo ne avessi avuto il coraggio:

"Kai.... So perfettamente che mi odi e lo capisco. Ho sbagliato tutto ciò che potevo sbagliare. Non volevo vedere i problemi e tu hai dovuto pagare tutto. So anche che non ti interessa ma mi dispiace veramente. Ti prego odiami quanto vuoi ma almeno parlami. Dimmi tutto ciò che pensi in faccia, picchiami, insultami, fai quello che vuoi. Non voglio che mi paragoni agli altri quattro ragazzi, spero che tu sappia che io non l'avrei mai fatto e mi chiedo tutto il tempo perché mi sono davvero fidato di loro. Non ti aiuterà ma non farò mai più niente con loro. Tutto quello che faccio, che sto facendo... non lo faccio per divertimi, ho bisogno veramente questi soldi e fino ad ora loro sono stati gli unici che hanno voluto aiutarmi. Non so neanche perché sto dicendo tutte queste cose perché alla fine non cambia né la tua situazione né la mia."

Avrei tanto voluto dirgli queste parole, ma semplicemente non ne avevo il coraggio.

Nessuno stava dicendo niente quindi domandai:

-Vuoi bere qualcosa?-

Avevo cambiato discorso sperando di ottenere finalmente una risposta.

-Si grazie.-

Disse con voce monotona.
Dov'era finito il Kai che conoscevo io? Mi chiesi ed andai a prendere da bere.

Spazio autrice:
Coff coff... sono Lav007 anche se il capitolo sarebbe di apfelnie ma dettagli... volevo scusarmi per il ritardo nella pubblicazione ma entrambe non siamo riuscite a pubblicare il capitolo fino a pochi minuti fa quindi scusate! E grazie a MySweet-Snivy che mi ha aiutata a risolvere il problema!

Da Nemici A Amanti - YaoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora