Twenty questions game.

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Miscelo con la cannuccia a righe rosse e bianche il mio milkshake alla fragola e, dopo essermi portata i lunghi capelli scuri dietro le spalle, mi abbasso per prenderla tra le labbra bevendo il contenuto del bicchiere di vetro di fronte a me.
Osservo maliziosamente Zayn e incavo le guance facendolo pendere, letteralmente, dalla mia bocca rossa

Ridacchio e, spostando il bicchiere, iniziò a giocare con la cannuccia di plastica con la lingua.
"Ti piace quello che vedi?" domando al mio professore che, spostando repentinamente lo sguardo, alza gli occhi con fare indifferente.

"Non particolarmente." mente muovendosi scomodamente sulla poltroncina di pelle.

Rido a quel gesto rivelatore e "Dillo alla tua erezione." lo prendo in giro.

"Kim!" esclama nervosamente facendomi ridere ancora più forte.

Vedendolo però sempre più a disagio, decido di scusarmi e, portando le mie mani curate sulle sue, "Sto solo scherzando, Zee. Sono davvero felice di essere qui con te." confesso.

Lui abbassa lo sguardo sulle nostre mani unite e, dopo aver sorriso dolcemente, incastra le sue dita con le mie iniziando a farle giocare tra di loro in maniera estremamente rilassante.

"Anche a me piace stare con te." dice con timidezza scaldandomi il cuore: visto di primo acchito, Zayn appare come il tipico badboy pieno di sé, ma la realtà è tutta un'altra storia.
Infatti, per quanto sia difficile da credere, il mio adorato professore è un'inguaribile romantico amante dell'arte che nel tempo libero si diverte disegnando e leggendo con gli occhiali appoggiati distrattamente sul naso. Certo, spesso e volentieri, il ragazzo nasconde il suo lato più fragile dietro a battute sarcastiche e alquanto pungenti ma, in fin dei conti, lui non è altro che un dolce ed inoffensivo cucciolo che, ogni venerdì pomeriggio, cucina cupcakes per i senzatetto. Ma, ovviamente, a Zayn piace divertirsi anche  in altri modi, con attività che coinvolgono più il corpo che la mente. Attività che amerei praticare con lui anche ora, in questo istante e per il resto dei miei giorni.

Mi passo la lingua sulle labbra per inumidirle e affilo gli occhi languidi osservando il ragazzo con piacevole interesse.

Notando il mio più che esplicito sguardo, "A cosa stai pensando, piccola pervertita?" curiosa facendomi scrollare le spalle mentre ridacchio.

"Nulla di ché." rispondo poggiando i gomiti sulla superficie liscia del tavolo placcato di nero e, cambiando argomento, "Ti va di fare un gioco?" chiedo con noia prendendo un altro sorso di milkshake.

"Mh, non saprei: con te, non c'è mai da fidarsi." risponde dubbioso inarcando un sopracciglio prima di domandarmi un "Devo avere paura di rispondere sì?".

Dopo una breve risata, "Niente affatto. Conosci il gioco delle venti domande?" m'informo facendogli alzare gli occhi al cielo.

Annuendo appena, "Ci giocavo a dodici anni." si lamenta guardandomi storto mentre io non riesco a smettere di sorridere.

"È ottimo per conoscersi meglio, in profondità." pronuncio con sensualità facendogli cambiare, immediatamente, espressione.

"Okay, come ti pare." dice cercando di apparire disinteressato provocando una mia ulteriore risata.

Applaudo emozionata e, sistemandomi i cappelli, "Allora, è deciso!" esclamo prima d'invitarlo a cominciare il gioco.

𝒫aradise and war zone. 『 zjm. 』Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora