Capitolo 11

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Mi sveglio in una stanza che non conosco, la testa mi fa malissimo, sono nuda e c'è un ragazzo dall'altra parte del letto. Perfetto.

Piano piano mi torna tutto alla mente. Controllo l'ora sul telefono. Sono le sei, fra un'ora e mezza devo essere a scuola e sono in condizioni pessime. Mi alzo cercando di non svegliare Sean e inizio a rivestirmi.

"Sei sveglia." La sua voce roca mi fa prendere un colpo.

"Cazzo, pensavo stessi dormendo." Dico portandomi una mano sul cuore.

Lui ridacchia e io continuo a vestirmi. "Volevi svignartela?"

"Sinceramente? Si." Dico infilandomi la maglietta.

Ride. "Non saresti andata molto lontano. Non hai la macchina."

Faccio una smorfia. "Cazzo."

Continua a ridere, poi si alza dal letto. Capisco perché ho deciso di passare la notte con lui. È completamente nudo ed ha un corpo da favola. Mi prendo tutto il tempo per guardarlo per bene.

"Ti piace quello che vedi?" Chiede divertito mentre si infila un paio di boxer.

"In realtà si."

Si avvicina e mi bacia. "Secondo round?" Chiede a qualche centimetro dalle mie labbra. "Anche se sarebbe meglio dire quarto."

Rido. "Per quanto sia tentata non posso. Devo andare a scuola." Sbuffo.

Guarda l'ora e si allontana. "Mi vesto e ti porto a colazione. Poi ti porto a scuola tranquilla." Mi dice

"Ehm okay, dov'è il bagno?"

Lui mi indica una porta sulla parete alla destra del letto. Faccio il giro e ci entro. Mi guardo allo specchio e, con mia sorpresa, non sono messa così male come pensavo.

"Posso lavarmi i denti?" Chiedo alzando un po' la voce in modo che mi senta.

"Si. C'è uno spazzolino nuovo nel mobile accanto al lavandino."

Lo trovo, mi lavo i denti, poi le mani e il viso. Per oggi resterò senza trucco ma non mi importa più di tanto.

"Grazie." Dice entrando nel bagno mentre io esco.

Mi siedo sul letto e aspetto. Quanto vorrei andarmene a casa, ma a quanto pare dovrò aspettare.

Esce alcuni minuti più tardi. "Vieni?"

Annuisco e mi alzo. Usciamo da casa sua, saliamo sulla sua macchina e ci dirigiamo da Starbucks. Sono le sei e quarantacinque, non c'è molta gente seduta ai tavoli, la maggior parte ordina colazioni da portare via. Ci sediamo e subito un cameriere viene a prendere le nostre ordinazioni.

"Un caffè nero grande, senza zucchero e senza latte, e un bagel." Ordino io e sorrido al cameriere.

"Io invece un cappuccino e una brioche."

Il cameriere se ne va e cala un silenzio imbarazzante.

"Beh, dì qualcosa." Chiede lui infine

"Tipo?"

"Non so, qualsiasi cosa. È strano così."

"Concordo. Dalle mie esperienze, di solito dopo il sesso ci si promette di richiamarsi e poi non lo si fa. Non si va a fare colazione insieme." Dico in tono accusatorio e alzo le spalle.

Lui ride. "Volevo essere gentile."

"Comunque è imbarazzante." Sottolineo.

Arrivano le nostre ordinazioni e mangiamo continuando a parlare del più e del meno.

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