Capitolo 17

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Capitolo speciale.

Blake's POV

Quella ragazza mi sta mandando fuori di testa! Prima sta bene e litighiamo, poi sta male e litighiamo, fa la ragazza dolce e premurosa per tutto il fine settimana, mi scarica senza una ragione, litighiamo ancora. E, come se non bastasse, oggi l'ho trovata in spogliatoio spaventata e ansimante.
Mi ha fatto prendere un colpo, lo giuro. Non mi sono mai preoccupato tanto per qualcuno come per lei questa mattina. Jayden mi fa un effetto strano.
Per alcuni forse sarà brutto da dire, ma non mi è mai importato molto delle altre persone, esclusa mia sorella. Insomma, le cose brutte succedono no? E cosa potrei fare se non dire al massimo un 'mi dispiace per te'? Nulla, non cambia nulla. Eppure con Jay proprio non ci riesco. Ho il bisogno costante di stare vicino a lei solo per proteggerla. Anche se litighiamo, anche se mi fa incazzare a morte, ho bisogno di sapere che è al sicuro.
Strano eh?
L'ho già detto che mi fa uscire di testa? La cosa che detesto di più di tutte è non sapere, e di lei non so quasi nulla. So che suo fratello è morto, che sua madre l'ha abbandonata, che non ha un buon rapporto con suo padre, che ama sua sorella alla follia - anche se non lo mostra apertamente -, che aveva dei brutti giri e ora salta fuori questo 'Mitch'.
Non so perché ma credo che le cose siano in qualche modo collegate tra loro.
Forse potrei trovare qualche informazione su internet. Suo padre è abbastanza importante e la morte del figlio di James Marks sarà stata per forza riportata da qualche parte.
Prendo il portatile e mi siedo sul divano. Mentre si accende mi squilla il telefono.

"Pronto?"

"Ehi, amico." È Jake.

"Dimmi."

"Io e i ragazzi andiamo al pub a bere un paio di birre. Vieni?"

"No, ho da fare."

"Di meglio che stare con noi?" Scherza.

"Qualsiasi cosa è meglio che stare con voi." Rido.

"Sei un amico pessimo. Rifiuti delle birre per spassartela."

Sbagliato. Almeno per questa volta. "Non ho da fare in quel senso."

"E cosa c'è di tanto importante che ti impedisce di uscire?"

Sbuffo irritato. Proprio non demorde. "Stai diventando pesante. Jake, non vengo perché sono impegnato. Alla prossima."
Chiudo la chiamata. Ho altro a cui pensare ora.

Apro una pagina internet per cercare notizie sulla morte di suo fratello ma mi rendo conto di non avergli mai chiesto come si chiamava. Forse cercando suo padre verrà fuori qualcosa.
Digito James Marks e cerco delle informazioni su di lui.
Una foto attira la mia attenzione. Sulla sinistra c'è un un uomo alto e con gli stessi occhi di Jayden, con un braccio circonda i fianchi di una bella donna bionda con gli occhi azzurri, davanti a loro ci sono due bambini: un maschio, che avrà al massimo otto anni, con i capelli castani come il padre e una femmina sui sei anni bionda e sorridente. Dev'essere Jay.
Sorrido istintivamente. Era così diversa, una bimba piccola e innocente che non aveva ancora conosciuto il dolore.

Sotto all'immagine c'è una didascalia che dice:

Il signor James Marks insieme alla moglie Wanda e ai due figli Collin e Jayden.

Collin. Ecco come si chiama. Apro un'altra pagina e digito 'Collin Marks'. La prima notizia che trovo è subito quella della sua morte.
Il titolo è: Morto il figlio del proprietario della Marks Records.
Ci clicco sopra e leggo l'articolo.

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