XIII Capitolo

187 19 8
                                    

Qualcuno mi sferra colpo dietro alla testa e svengo, cado in un sonno profondo.

"Koto, Kotoko-chan.. dove sei bella mia? Non vieni a casa da un po'.. ci manchi.."

"Mamma? Mamma! Anche a me manchi! Cosa sta succedendo?"

La donna sembra ignorarmi totalmente. Vedo apparirmi davanti un giardino molto vasto, sembra un prato inglese. Inizio a perlustrarlo mentre mia madre si va a sedere vicino un ruscello, ha un volto rilassato.

Mi avvicino a lei, e solo allora mi accorgo che tiene delle foto in mano. Una volta avvicinata alza lo sguardo verso di me.

"Ma guarda che brutte persone stai incontrando bella mia.. sii forte, fatti aiutare da qualcuno che ti è molto caro. Agisci con prudenza, falli cadere nella trappola.. e dopodichè.. eliminali.."

"Mamma, io non riesco a uccidere, io non sono come loro."

Lascia cadere le foto a terra, ci sono delle foto di Kusanagi e Yamada, sia da piccoli, sia come sono ora. La donna si avvicina alla cascata per poi attraversarla, e una luce la circonda. Si gira verso di me con un sorriso che non vedevo da anni.

"Buona fortuna, amore mio."

Scompare.

                                                                                                          ***

Mi sveglio con pensieri che bombardano la testa.

Quando apro gli occhi noto il cassiere del bar e Hiromi seduti intorno a me, mi rivolgono un sorriso di sollievo, si vede che ci stavano provando da un po' di tempo a svegliarmi.

"Signorina finalmente si è svegliata."

"Kotoko-chan! Finalmente!"

Il signore del bar si gira verso Hiromi per dirle di andare a prendere un bicchiere d'acqua per me. Rimango sconvolta, come fa a vederla? E' morta!

"Ti spiego subito signorina." mi dice, come se mi avesse letto nella mente.

"Io provengo dal purgatorio, posso vedere benissimo i morti e non, posso capire se una persona è un demone o un angelo. Sono stato spedito qui sulla terra per aiutarla nel migliore dei modi."

Non me l'aspettavo davvero.

Appena il signore del bar finisce di spiegare, entra Hiromi con il bicchiere d'acqua richiesto. La prendo e bevo, è frizzante, come piace a me.

"Comunque.. io mi chiamo Hisao, molto piacere."

Hisao (寿夫), dal giapponese "Uomo che vive a lungo".

"Kotoko, piacere." gli sorrido.

Da fuori sento passare un'ambulanza. Mi affaccio alla finestra e noto che sta procedendo verso la strada di casa mia. Ho un sospetto.

Mia madre. Il sogno. Lei che scompare nella luce. Oddio, no.

Esco velocemente dal bar seguendo l'ambulanza, si ferma proprio davanti casa mia. I vicini preoccupati, notano la mia presenza e mi riferiscono tutto. Rimango paralizzata. Il cancro si era manifestato, di nuovo, allora non era veramente guarita come disse.

Vedo i soccorsi uscire con il corpo di mia madre in un lettino. Pure lei si accorge di me e con una faccia sofferente mi dice:

"Vedrai che andrà tutto bene, come quella volta, forse questa volta guarirò definitavamente, scusami se non ti ho detto la verità dall'inizio."

Era così che lo dovevo scoprire? Cosa le costava dirmelo anni fa?

Non mi resta che stare in lacrime guardando la scena, con il cuore a metà. Con Hiromi e Hisao che mi abbracciano.

[...]

You Are My Property!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora