Capitolo 14

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Bene.
Ho deciso che le cose cambieranno da oggi, mi sono resa conto che non ha senso combattere per chi non alzerebbe neanche un dito per averti.
Quello che ho passato ieri sera non lo augurerei neanche alla mia peggior nemica, è brutto troppo brutto. Ho pianto per tutta la notte senza aver fatto chiasso per non svegliare i miei che dormono nella camera affianco alla mia. Stamattina avrò due borse sotto agli occhi pazzesche d'altronde cosa posso farci, posso dire di avermele causate da sola. Non ho chiuso davvero un occhio stanotte, neanche per 5 minuti, niente ma la colpa è mia che ripongo negli altri la speranza che possano essere migliori, illudendomi che veramente sia così ma questa volta mi sa che non è andata come mi sarei aspettata.
Si impara dagli errori no? Bene saprò essere più razionale la prossima volta, mi è servita da lezione. Spero solo di non sembrare uno zombie stamattina, non mi sento neanche bene, tanto per cambiare.
Penso che oggi non sia proprio il caso di andare a scuola, preferisco scendere in cucina a prepararmi un bel thé caldo, ne ho proprio bisogno.
Scendo giù in cucina e nel frattempo che l'acqua arriva alla giusta temperatura, mi siedo sullo sgabello e rifletto a ciò che sarebbe potuto nascere se lui non fosse stato così stronzo. Io penso che non bisogna essere perfetti per tutti perché perfetti non lo si sarà mai quindi l'importante secondo me è essere speciali per quel qualcuno, capace di suscitare in te quelle sensazioni che piacciono, quelle sensazioni che riempiono ogni giorno la tua esistenza.
Nel frattempo mi accorgo che l'acqua è a perfetta temperatura, immergo la bustina di the e mi posiziono sul divano.
Sono appena le 7 ed il mondo fuori è già pronto ad affrontare la giornata a differenza di me, preferirei ritornare a letto e cercare di addormentarmi e rilassarmi senza pensare a nulla.
"Come fai a rilassarti e a fare finta di nulla??? Ti ha appena detto esplicitamente che per lui è indifferente che tu esista o meno" come odio il mio subconscio, avevo appena represso anche se per poco questo terribile peso che non ha fatto altro che massacrarmi il petto e lui ci rimugina sopra quasi facendolo apposta!
Mi ritrovo a fissare un punto della casa a vuoto e, a farmi risvegliarmi da questa paralisi, sono delle gocce che sento cadere sulla mia mano, solo dopo realizzo che quelle sono delle lacrime e che sono le mie. Sto piangendo, di nuovo.
È assurdo, tutto questo è assurdo.
È come se il dolore aspetta il momento giusto per rifiorire e colpirmi.
Penso che è esagerato avere questa reazione perché in fondo lui non mi ha mai detto di piacergli o che ha fatto qualche gesto per farmelo capire. Non mi sento neanche responsabile al cento per cento, è vero sono io che mi sono illusa ma quei sorrisi, quel stare bene insieme a pranzo.
Dio come sto male, quei pochi ricordi non fanno altro che lacerarmi dentro. Mi mancano quei momenti, ma penso che l'unico qui a mancarmi è proprio lui.
Ho terminato il thé mentre riflettevo a tutto ciò, ripongo la tazza nella lavastoviglie e appena entrata in camera mi rimetto a letto non prima di aver controllato il cellulare, mi aspettavo o meglio speravo di aver ricevuto un suo messaggio dove spiega di essersi sbagliato ieri ma è inutile.
L'unica cosa che vedo è il messaggio di Angie dove mi dice che ha avuto dei problemi e che non appena li avrebbe risolti ci saremo viste.
Non le rispondo anche perché non saprei come risponderle e decido quindi di posare il cellulare e cercare invano di addormentarmi e questa volta ci riesco.
Vengo svegliata dal suono del campanello, lo maledico e infilo la testa sotto al cuscino. Il campanello continua a suonare insistentemente, non mi dà tregua. Contro voglia mi alzo e andando ad aprire noto con piacere che è mia madre, posso dedurre che si è dimenticata le chiavi sul tavolo. Le accenno appena un sorriso e me ne torno su, non mi ha rivolto parola forse si sarà accorta che non sono dell'umore giusto per affrontare una conversazione civile tra due persone normali.
Sono le 9 passate e non posso dire di essermi riposata il giusto ma almeno sono riuscita a chiudere occhio per almeno un'oretta e mezza, non sarà servita a distendere questa tensione che ho ma almeno mi sono rilassata senza pensarci su.
Decido di fare una doccia sperando di farmi scivolare tutto addosso, all'inizio sembra funzionare ma non appena finisco il dolore ritorna.
Mi asciugo i capelli e mi vesto mettendo una tuta grigia anche perché non ho molti colori vivaci a parte un vestito rosso che di solito metto per Natale, il resto è nero o al massimo grigio, non mi piace apparire. Appena ritorno in camera sento suonare di nuovo il campanello e immagino che è mia madre che si è dimenticata di nuovo le chiavi, scendo le scale correndo pronta a farle una piccola ramanzina e mentre apro la porta, sto per aprir bocca ma rimango per un attimo senza fiato.
È lui!

Metamorfosi di una nerd Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora