Capitolo 15

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Per un momento mi sento svenire, perché è qui? Cosa vuole ancora da me?
Mi interrogo su delle possibili domande a cui non riesco a rispondermi.
Lui continua a fissarmi, sembra essere a disagio e non ne capisco il motivo, i miei occhi si focalizzano su i suoi. Gli luccicano, avrà pianto? Ma chi voglio prendere in giro, figuriamoci se uno come lui si metta a piangere per una come me.
Decido di rompere questo imbarazzo e distolgo lo sguardo da lui per poi riportarlo di nuovo.
- cosa ci fai qui? - non so cos'altro chiedergli ma fondamentalmente voglio proprio saperlo.
- se proprio devo essere sincero non lo so -
Ma che razza di riposta è? Mi sarei aspettata più "passavo di qua e mi andava di salutarti" oppure "mi volevo scusare per come ti ho trattata in questi ultimi giorni" ma giustamente chiedo troppo.
- beh allora così come sei venuto, te ne vai -  mi esce più come una supplica e spero che non se ne sia accorto.
Non risponde mentre io stavo aspettando che lo facesse ma rimango di stucco quando vedo che lui si gira e se ne va. A quel proposito non ho potuto non piangere e prima che lui se ne accorgesse, girandosi, ho sbattuto la porta e sono corsa su, buttandomi sul letto e finire tutte le lacrime che mi sono rimaste e sono sincera, per quante ne abbia versate non ne rimangono tante.
È ora di pranzo ma non ho proprio fame però sono anche consapevole del fatto che se non mangio ci saranno ripercussioni poco piacevoli.

Apro la porta della camera e un buon profumo inonda le mie narici, ispiro a fondo e la fame si è manifestata giusto ora. Scendo e trovo la tavola imbandita come di solito si fa quando si ha ospiti.
La mamma ci sa proprio fare.

Ultimamente non parlo più di tanto con mia madre, sarà che avrà capito la mia situazione e aspetta il momento che io mi decida a diglielo. Vabbè ma ora non è il momento.
Ho divorato più cibo io che i giocatori  di una squadra di basket messi insieme, beh avevo fame. A tavola parliamo come se niente fosse.
Il pomeriggio lo passo a fare zapping senza mai trovare nulla di interessante e mia madre è sempre in cucina a sfornare uno dei suoi dolci che sono la fine del mondo.
Verso sera dopo l'arrivo di papà mangiamo e tra risate e racconti finiamo di cenare così decidiamo di vederci un film tutto insieme.
- mamma ho trovato un film, aspetta che vedo come si chiama - non riesco a prendere uno dei tanti DVD nello scaffale ma riesco finalmente a prenderne uno a caso e il primo che trovo è "Le Pagine Della Nostra Vita" di Nicholas Sparks. Mamma come amo questo film.
- ci guardiamo questo! - dico quasi a mo' di ordine come se non ci fosse altra scelta. Mia madre è d'accordo con me, come sempre direi, ma mio padre è un po' contrariato anche perché non è proprio il suo genere preferito.
- mio caro lo sai che non puoi replicare data la nostra maggioranza - mia madre cerca di far rassegnare mio padre il che ci riesce e mentre lui sbuffa rassegnato, mi faccio scappare una risata per il fatto che il mio povero babbo deve sopportare tutto ciò che ci passa per la testa data la maggioranza di femmine.
Inserisco il DVD e il film provoca in me sempre gli stessi sentimenti come la prima volta. Penso a come sarebbe bella trascorrere la mia vita spensierata come Noah e Allie insieme a Luke e prendere la stessa parte degli attori ma, la nostra vita purtroppo non è un film ma la pura e crudele realtà.
Al termine del film metto in ordine il tutto e noto che i miei si sono addormentati abbracciati, che scena carina! Preferisco non svegliarli saranno stanchi, gli appoggio una coperta addosso e mi dirigo in bagno per lavarmi. Una volta a letto mi rendo conto che oggi non ho proprio usato il cellulare il che è più che un bene che un male.
Non ho nessuna chiamata e nessun messaggio, beh un po' me lo aspettavo ma l'altra parte di me sperava il contrario, ma come sempre la parte razionale vince sempre. Non devo aspettarmi niente da nessuno, se non mi cercano non devo aspettarmi che lo facciano. Devo fare tutto ciò che facevo una volta prima che questa persona entrasse nella mia vita, devo ritornare quella che ero una volta perché si, mi sento diversa. Non devo farmi condizionare e né tanto meno farmi cambiare dalle situazioni ma soprattutto dalle persone. Non devo dare agio loro di poterlo fare, ho una dignità anch'io.
Domani è un altro giorno, il giorno in cui darò conto più alla mia parte razionale che quella sentimentale.
È deciso!

Metamorfosi di una nerd Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora