Capitolo 18

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Non so per gli altri, ma per me il risveglio mattutino è un qualcosa di così bello. Ti svegli riposata e ti senti bene con te stessa. Lo stress viene dopo quando sai che devi alzarti per forza e andare a scuola.
I miei dormono ancora e ne approfitto per non fare chiasso ed esco quasi fossi un ladro.
Aprendo la porta mi arriva un'ondata di aria fredda che non fa altro che farmi rabbrividire ma ha un impatto così positivo sul mio viso al quale chiudo gli occhi e ispiro quella bell'aria.
Mi chiudo la porta alle spalle e penso di poter farmi due passi essendo molto in anticipo.
Lungo la strada vedo molte persone che lasciano casa per andare a lavoro, altri che spalano la neve davanti al cortile. Ne è caduta davvero molto in questi mesi, ma d'altronde si sta avvicinando Natale.
È una delle mie festività preferite, precisamente non ne so il motivo ma si sente un'aria diversa, tutti  sono più felici ma soprattutto i bambini che attendono il carissimo Babbo Natale.
Bella cosa essere bambini, devo dire che un po' mi manca lasciare un bicchiere di latte e dei biscotti sul tavolo per Babbo Natale e andare a dormire subito altrimenti non ti portava il regalino. Il giorno di Natale mi ricordo che ero sempre la prima a svegliarmi, aprivo la porta della camera dei miei e saltavo sul letto gridando "Alzatevi daiiii andiamo ad aprire i regali". Mi viene da ridere perché ricordo ancora la faccia di mio padre che guardava quella di mia madre, ancora piena di sonno, aspettando il consenso per scendere giù in salotto.
La gioia di quei ricordi passati mi fanno sorridere, mi sembra ingiusto che crescendo si perda tutto questo.

Sono quasi arrivata davanti al cortile della scuola, rivedo Angie dopo tanto tempo in lontananza mi avvicino per salutarla
- Ehi Angie -
- Guarda guarda chi si rivede, come va?-
- Non mi lamento dai - peccato che ci sia davvero molto su cui lamentarmi ma non credo sia il momento di parlarne.
- Oggi cos'hai da fare? Perché parlando con loro - c'erano con lei due ragazze che ho visto molte volte nei corridoi della scuola - abbiamo deciso di andare a fare una passeggiata al centro commerciale -
L'idea di staccare un po' la spina ed uscire non mi dispiaceva minimamente.
- Non ho niente da fare, mi aggrego a voi - dico sorridendo, in fondo mi avrebbe fatto bene stare in compagnia.
Angie emette un gridolino al che mi spavento, ma poi mi rendo conto che è il suo modo per dire che è felice.
- bene ci vediamo a fine lezione qui per organizzarci, a dopo ragazze - si affretta a dire correndo verso l'entrata, senza neanche guardarci.
Saluto le ragazze con un sorriso e loro fanno altrettanto.
Entrando in classe ho come un flash che mi attraversa e mette a fuoco il fatto che io non conosca neanche il nome di quelle due ragazze, vabbè glielo chiederò dopo all'uscita.

A ricreazione preferisco andare sul piazzale della palestra, precisamente sul muretto a mangiare il solito panino. Mentre sto mangiando sento dei rumori, non proprio rumori ma dei gemiti. Sono abbastanza sconvolta che mi allontano, sento di essere diventata rossa.
Ma mentre mi allontano sento delle voci che conosco molto bene. La curiosità mi spinge a tornare indietro e a vedere di chi fossero quelle voci.
Mi avventuro in un piccolo sentiero dietro al muretto, non sapevo neanche la sua esistenza.
Non avrei mai dovuto avventurarmi ma purtroppo la curiosità l'ha sempre vinta, quello che vedo è peggio di una pugnalata al petto.
Sono Luke e Angie. Non ci credo, sento delle lacrime scendere e quasi con nervosismo le asciugo con la mano facendo un gesto brusco, il che mi provoca un bruciore. Raccolgo lo zaino da terra e mi allontano come se non fosse successo nulla.
I pensieri mi uccidono, chissà da quanto tempo va avanti questa storia, è peggio, chissà da quanto tempo mi stanno prendendo in giro.
Mi avvio in bagno e mi sciacquo la faccia, prima di affrontare le rimanenti lezioni.
Sono totalmente assente e in mente ho solo l'immagine di loro, lì stesi uno sull'altro, che orrore.
All'uscita dovevamo vederci allo stesso posto di questa mattina ma sinceramente non credo che possa fare l'amica con lei, non più almeno.

Le vedo, sono lì. Angie si gira attorno per vedere se sono nei dintorni. Io prendo la via opposta alla loro e attendo che se ne vadano. Sarà un comportamento da bambina nascondersi per non farsi vedere ma beh non so cos'altro fare. Nel frattempo mi arriva un messaggio
* Cry dove sei? Ti stiamo aspettando!*

Non so se risponderle o no. Anzi decido di scriverle che ho il professore che mi ha trattenuto più del previsto.
Appena le arriva il mio messaggio, si rivolge alle altre dicendo di andare e senza neanche rispondermi posa il cellulare.
Non ha neanche la decenza di rispondermi.

Mentre mi affrettavo ad andare alla fermata, mi passa di fianco il bus. L'ho perso bene. Aspetto il prossimo e nel frattempo ascolto un po' di musica.
Ha iniziato anche a piovere, non ci voleva proprio anche perché non ho neanche l'ombrello, il che decido al momento di andare in un locale almeno sono al coperto, e mentre aspetto che la pioggia si attenui mangio qualcosina dato che il mio caro stomaco ha incominciato a brontolare.

Entro in quel locale dove andai la volta scorsa, ha un'aria così accogliente. Mi siedo al primo tavolo disponibile, sono tutta bagnata cavolo.
- hai bisogno di un asciugacapelli per asciugarti? -
Una voce familiare mi arriva da dietro le spalle
- si la ringra.. - non finisco neanche la frase perché mentre mi stavo girando mi ritrovo il ragazzo che mi prese l'ordinazione.
Arrossisco sia per come sono conciata in quel momento e sia perché mi stava sorridendo. Mamma mia che vergogna.

- te lo porto subito - dice sorridendo

Che ragazzo carino proprio, è davvero gentile. Quando me lo ha portato l'ho ringraziato, sono entrata in bagno e ho fatto in modo che fossi asciutta.

- Grazie di nuovo - glielo porgo una volta uscita dal bagno.

Ora posso sedermi ed ordinare qualcosa.

- se posso permettermi, ti consiglierei il menù del giorno, è davvero ottimo -
Stavo appena aprendo il menù quando il ragazzo mi si avvicina al tavolo e mi consiglia cosa prendere.

- va bene, prendo quello -
Mi lascio convincere, tanto penso che in questo posto facciano tutto buono. Porgo gentilmente il menù al ragazzo al che mi ricambia con un sorriso.

Ma questo ragazzo sorride sempre? Chissà se lo fa perché è una regola che usano in quel locale "essere sempre gentili con i clienti" o è perché davvero è gentile.

Ecco che ritorna, l'odore è davvero delizioso.
Di fatti è così perché divoro tutto in pochissimo tempo. Quasi mi vergogno per aver mangiato in quel modo davanti ad una decina di persone.
Vado alla cassa e questa volta è un uomo sulla quarantina a servirmi.
Mentre prendo il portafogli dallo zaino sento che il ragazzo ha detto vicino al signore che stava alla cassa che mi avrebbe servito lui.
Arrossisco senza farglielo notare, credo almeno.

- è stato di suo gradimento il pranzo? -
Non sapevo gli interessasse se mi fosse davvero piaciuto.
- era tutto ottimo davvero -
- bene mi fa piacere -
Dopo aver pagato, mi affaccio alla porta per vedere se piovesse ancora. Pioveva anche più di prima, uff. Sbuffo senza neanche farci tanto caso, solo dopo mi accorgo di stare ancora nel locale e spero che nessuno mi abbia sentito.

Sento qualcuno alle mie spalle che dice qualcosa, in realtà non pensavo fosse rivolto a me

- scusi - la voce è più vicina il che mi giro e vedo il ragazzo che mi porge un ombrello
- oh no, non si preoccupi tanto fra un po' schiarisce - sapevo anch'io che non sarebbe stato così, il cielo era ricoperto di nuvoloni grigi.

- insisto, il tempo non schiarirà molto presto. Me lo porterà quando vuole, così ha una scusa in più per ritornare -
Accetto volentieri, si glielo porterò stesso domani, non vorrei approfittare.

- grazie davvero -

Lascio il locale è mi avvio alla fermata. Chissà cos'ha voluto significare quella frase " così sarà una scusa in più per tornare ".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 31, 2017 ⏰

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