Capitolo 16

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Ho cercato di dormire e dico davvero, ma i soliti pensieri continuano a riempire la mia povera testa, ad un certo punto ho anche ingenuamente pensato quasi mi scoppiasse ma, come ho già detto, è soltanto una metafora.
È così che ho passato la maggior parte della notte, tormentata per tutto il tempo e per cosa poi? Beh sempre e solo loro, quei fastidiosi pensieri che ad un certo punto fanno anche innervosire e non poco perché sai che pensarci non riuscirà a cambiare le cose per come stanno, magari si potesse ma sarebbe troppo semplice.
È da un paio di giorni che non vado a scuola e devo dire che non è assolutamente da me, prima di conoscere lui e di cercare di cambiarmi, perché è questo che ho sempre voluto fare dall'inizio, ho sempre seguito regolarmente tutte le lezioni.
Controvoglia mi alzo e prendendo dall'armadio una semplice tuta interamente grigia e l'intimo, mi dirigo in bagno. Poso il tutto sul piccolo pouf beige che riprende i colori del bagno, mi guardo allo specchio e noto due borse enormi sotto agli occhi. Ho un aspetto inguardabile ma nonostante tutto continuo a lavarmi.
È ancora molto presto quindi decido di incominciare a truccarmi o meglio di provare. Da come ho visto fare alla mamma bisogna mettere un fondotinta che sia più o meno della stessa carnagione per non fare la fine di quelle ragazze che a scuola pensano di essere bellissime quando poi si nota la netta differenza tra il viso e il collo. Come ho detto, io non me ne intendo ma ho degli occhi e so capire quando si esagera.
Prendo il fondotinta dall'armadietto dello specchio e ne metto un po' sul palmo della mano per poi stenderlo per bene suo volto, per fortuna ho la stessa carnagione di mia madre.
All'apparenza le borse sembrano essere scomparse ma non del tutto, ma è già qualcosa. Per oggi va bene così, imparerò una cosa alla volta e magari chiederò alla mamma di comprarmi le lenti a contatto, voglio provare a vedermi senza questi occhiali. Lego i capelli in una coda alta e rimettendo tutto a posto ritorno in camera dove faccio il letto e subito vado in cucina con l'intenzione di fare colazione tanto mancano altri quindici minuti, avrei avuto tutto il tempo.
Prendo un pezzetto della torta che mamma ha fatto, come sempre è buonissima e solo nel tagliarlo emana un'aroma di arancia. Ad accompagnare questo delizioso dolce è la spremuta d'arancia, inizio bene la giornata sono carica di vitamina C.
Essendo le otto meno dieci prendo la borsa dalla sedia, metto un cappotto pesante anche perché si sta avvicinando Natale e l'aria è gelida.
Non attendo molto all'arrivo del pullman, allungo il dito per far sì che si fermi e appena salita do il buongiorno all'autista e mi siedo in un posto dove non c'è nessuno. Dal finestrino posso vedere che il cielo è pieno di nubi e ho il brutto presentimento che si metta a piovere e spero con tutta me stessa di sbagliarmi perché non ho con me un ombrello.
Stranamente il tragitto questa volta sembra più lungo del solito e non me ne spiego il motivo sinceramente.
Ho come la sensazione che qualcuno mi stia fissando ma chiunque sia non gli darò la soddisfazione di girarmi soprattutto se è chi penso che sia.
Sono arrivata finalmente e dal momento in cui non vedo più Angie da un po' come neanche Nicholas e Alex percorro diritta verso l'aula che come sempre è vuota. Poso lo zaino sul banco e mi avvicino alla finestra nella speranza che quei nuvoloni si fossero aperti facendo così trasparire qualche raggio se pur debole ma che con quel poco riscaldasse.
Il cielo per mio malgrado è rimasto lo stesso di prima e con un po' di malinconia mi vado a sedere nel banco nell'attesa degli altri studenti. Nel frattempo decisi di giocare con qualche gioco scaricato sul cellulare ma che non mi convinceva neanche tanto però non avevo altro da fare. Mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto e incuriosita vado a leggerlo; dice
*sei bellissima*
Non so chi ha potuto mai mandarmi questo tipo di messaggio, sarà uno scherzo, penso. Non ne faccio una questione di stato, non mi interessa minimamente.
Arrivano gli altri e con loro anche il prof di inglese, poso il cellulare in borsa e prendo il quaderno degli appunti.
-Oggi parleremo di Jane Austen, mi auguro che tutti voi abbiate capito perfettamente Shakespeare, se qualcuno ha perso qualche lezione e non ha capito qualche parte lo dica ora-
Il professore di letteratura è davvero molto disponibile, mi piace come si rapporta con noi alunni e che si metta sempre a nostra disposizione.
Una ragazza in fondo all'aula alza la mano spiegando che non le è molto chiaro un paragrafo sul libro così il professore rinvia Jane Austen alla prossima lezione e si mette a leggere e spiegare per la seconda volta quel paragrafo.
L'ora passa molto velocemente, come anche le altre due. Arrivo in mensa, c'è sempre moltissima gente che parla chiassosamente tra di loro che a stento sento me stessa mentre chiedo alla signora di mettermi il piatto di pasta nel vassoio. I posti sono sempre pieni, faccio fatica a trovarne uno quando in fondo alla sala vedo alzarsi un gruppo, sono fortunata dai.
La pasta non è proprio cotta al punto giusto, è abbastanza cruda ma d'altronde cosa posso pretendere di più è una mensa non casa mia.
Finisco subito, ripongo il vassoio al suo posto e mi avvio verso l'aula della lezione successiva ma nel corridoio vengo fermata dall'ultima persona che non avrei mai voluto vedere.
- Possiamo parlare un attimo - mi si pianta davanti lui.
All'inizio mi spavento perché è comparso dal nulla, non appena capisco chi è, il mio sguardo cambia immediatamente.
Decido di non risponderlo e lo sorpasso con tutta l'indifferenza possibile ma con uno scatto veloce mi si posiziona davanti e questa volta appoggia le sue mani sulle mie spalle.
Non appena compie quel gesto, mi sento percorrere da un brivido lungo tutta la schiena. Abbasso la testa per avere una visuale perfetta di quello che è stata la causa di quel brivido. Ritorno a guardare lui.
- Penso che sia tutto chiaro non credi? -
- Possiamo parlare ti prego - sembra non aver sentito cosa ho detto perché ripete la stessa domanda di prima.
- Di cosa vorresti parlare? -
- Di tutta questa situazione -
- Quale situazione? Non c'è nessuna situazione -
Mi sta annoiando, non voglio più ascoltarlo. Voglio andarmene ma le sue mani pur non facendo forza mi incitavano a rimanere.
- Non lo so neanche io, ma so che noi non siamo più noi -
- A cosa ti riferisci ? -
Quel "noi"mi bruciava dentro.
- Che ti sei allontanata e non capisco il perché -
- Io mi sono allontanata? Stai facendo sul serio? Sei tu quello che mi evita quando sta in compagnia, sei tu che sai usare le persone a tuo piacimento, sei bravo ma ormai non ci casco più e scusa ora devo andare ho lezione -

Metamorfosi di una nerd Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora