Quarto capitolo

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Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!

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Zayn si diresse a casa Tomlinson, suonò il campanello e sorrise sghembo a Daisy che era arrivata ad aprirgli la porta.

"Ciao, biondina" le disse in un tono misto fra presa in giro e dolcezza. La bambina si fece da parte per lasciarlo passare, rivolgendogli un sorriso timido e leggermente impaurito. Chissà perché, quel ragazzo le dava una strana sensazione.

"Il principe nero è tornato", le sussurrò l'inseparabile Phoebe all'orecchio, attraverso la cascata di capelli chiari. Zayn salì le scale che portavano alla stanza di Louis senza fare troppe cerimonie, e aprì la porta con altrettanta indifferenza.

"Quanto ci hai messo?", sbottò Louis, a mo' di saluto. Zayn estrasse dalla tasca dei jeans un pacchetto di sigarette e glielo porse, prendendone una a sua volta e avvicinando poi l'accendino alle labbra per accenderla.

"Da' qua", disse Louis sgarbato, prendendogli l'accendino dalle mani e imitandolo.

"Non c'era nemmeno un tabacchino aperto, non ho potuto fare più veloce di così", spiegò Zayn, per poi lasciare che il fumo gli arrivasse fino ai polmoni. "La prossima volta le compri tu, le sigarette."

"Oppure la smettiamo di fumare e passiamo a cose più serie", borbottò Louis, buttando fuori il fumo con la stessa rabbia che aveva usato nel parlare. Zayn lo fissò, poi sorrise divertito.

"Ti conosco, Boobear. Sei nervoso."

Louis gli lanciò uno sguardo truce, l'amico proseguì. "E quando sei nervoso, è sempre perché ti senti distratto."

Il ragazzo, per tutta risposta, finse indifferenza e fece un altro tiro; Zayn rise sguaiato.

"È il frocetto, vero? Tutta colpa sua, è inutile che fai finta che ci sia altro."

Soffiò fuori il fumo e osservò l'aria tingersi di grigio, fino a sparire. "Non ti preoccupare, Tommo. Ti fa quest'effetto solo perché ha un bel culo. Aspetta di spaccarglielo e la sua immagine smetterà di perseguitarti."

A quest'affermazione seguì una risata divertita, cattiva, che comunque anche in tutta la sua crudeltà non avrebbe retto il confronto con quella di Louis; ma Louis non rideva. Beh, che il ricciolino avesse un bel di dietro non c'era ombra di dubbio, ma aveva anche un paio di occhi verdi grandi e dolci, ingenui e innocenti, così puri e smaliziati che Louis avrebbe voluto strappargli tutta quella purezza stomachevole dallo sguardo. Ma erano anche bellissimi, e quando lo guardavano con timore risvegliavano in lui una strana tenerezza assopita, per la quale non riusciva a muovere un muscolo. In quegli anni che aveva trascorso a picchiarlo aveva sempre e solo guardato le sue labbra piene che spesso aveva fatto sanguinare, la pelle bianca che aveva coperto di lividi, i capelli ricci che si agitavano quando si muoveva di scatto nel piegarsi dopo un colpo violento. Non si era mai fermato più di un paio di volte, distrattamente, a guardare quegli occhi. E, quando lo aveva fatto, aveva sentito un inquietante rimescolio nello stomaco e una sensazione mai provata prima.

"Scherzi?", sbottò infastidito. "Non ho voglia di fottere un bambino come lui, sarebbe troppo semplice."

"Ma ti toglieresti uno sfizio non da poco", commentò Zayn, per poi inspirare a fondo l'aria pregna di fumo. "Anche a me non dispiacerebbe, sai..."

Lo sguardo truce che Louis gli lanciò involontariamente lo fece subito tornare sui suoi passi e ridere ancora più forte. "Wow, il frocetto ti ha proprio stregato! Allora facciamo così. Se non credi che ci sia gusto a farlo con lui, creati almeno l'occasione per far sì che sia lui a smaniarti", consigliò ghignando. "Fra qualche giorno c'è la festa di Josh, no? Invitalo, non ti dirà mai di no. Fallo ubriacare e vedi che succede."

You're every line, you're every word, you're everything. || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora