Trentanovesimo capitolo

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Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!

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Niall si strinse meglio la giacca addosso, respirando nella gelida aria invernale e osservando il proprio respiro condensarsi e diventare una nuvoletta di fiato davanti a sé: quando faceva freddo serviva che cadesse anche solo qualche fiocco di neve, perché la sua pelle diventasse ancora più chiara e i suoi occhi più azzurri, e quella bellezza infantile diveniva perfetta con le guance arrossate dal gelo e i capelli biondi in disordine a causa del vento.

Poi bastava che aprisse bocca e imprecasse con quel suo pesante accento irlandese per far finire la magia in pochi secondi, ma dettagli.

Nick rise da solo nel pensarci; Niall gli lanciò un'occhiata di sbieco, pensò di avere qualcosa in disordine, non se ne curò e invece adocchiò un bar lì vicino.

"Entriamo?" propose. Nick lo guardò con l'aria di chi la sa lunga.

"Scommetto che stai morendo di freddo" osservò.

"Non è vero" sbottò Niall, "ho solo voglia di cioccolata calda."

"Ed hai anche freddo."

Niall roteò gli occhi, sbottò qualche altra imprecazione tra sé e sé e poi, senza accertarsi che Nick lo stesse seguendo, entrò nel bar e sedette al primo tavolo libero che vide.

Nick lo raggiunse un istante dopo, si sedette davanti a lui e osservò distrattamente il menù. La cameriera non si fece attendere più di tanto e chiese le ordinazioni.

"Una cioccolata calda per me" disse Niall, sentendosi già più caldo solo a pensarci. Nick rimase in silenzio per qualche secondo, poi lanciò un'occhiata di sfida a Niall e "per me un gelato al limone" affermò, guadagnandosi due paia di occhi sgranati puntati addosso.

"Scusa, eh" la ragazza che lavorava lì si riprese dallo shock e corrugò la fronte, "ma non facciamo gelati in inverno."

"Però sul menù c'è scritto" protestò Nick.

"Sì, ma-" lei parve in crisi per un secondo, "ma nessuno vorrebbe un gelato a Dicembre!"

"Magari dovevate specificarlo sul menù, allora" Nick sfoggiò un sorriso innocente e la cameriera, basita e furiosa, preferì andarsene prima di imprecare contro un cliente.

Niall impiegò qualche istante prima di parlare, ma rimediò fissando Nick come se fosse pazzo tutto il tempo. "Hai dei problemi mentali?" esclamò poi, quasi confuso.

"No, ho solo voglia di gelato al limone" lo prese in giro lui, facendogli il verso.

Niall divenne rosso, ma stavolta non tanto per il freddo quanto per la rabbia. "Fai come vuoi" replicò, burbero, "tanto sei tu che ti geli, mica io."

Rimase ancora un po' in silenzio a fare a pezzi un tovagliolo di carta, prima di "spero che tu non lo stia facendo per fare colpo su di me" decretare, sospettoso, "perché ti informo che non sta funzionando."

"Ma certo che no" gongolò Nick, "non potrei mai sapere che il limone è il tuo gusto di gelato preferito!"

Niall sgranò gli occhi e dischiuse le labbra, sorpreso. "Come- come fai a...?" lasciò in sospeso la frase, troppo stupito per continuare.

"Ti vedevo passare ogni pomeriggio sul corso, in estate" raccontò Nick, con un sorriso furbo, "avevi quasi sempre un gelato in mano e non avevo molti dubbi che fosse al limone, visto il colore."

Niall si imbronciò, ma era segretamente ammirato. "Maniaco" lo apostrofò.

Nick scrollò le spalle con noncuranza. "Quanto ci scommettiamo che vorrai fare a cambio la cioccolata con il gelato?" domandò, sicuro di sé.

You're every line, you're every word, you're everything. || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora