Epilogo

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Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!

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Harry si svegliò tra le braccia del suo uomo, come sempre da quando aveva sedici anni; si prese qualche secondo per accarezzare le sue mani strette attorno alla propria vita, scostando il lenzuolo per ammirare per la millesima volta la fede che Louis portava al dito, identica alla sua.

Non poteva credere che fossero già passati sette anni, dai tempi del liceo; forse si erano sposati troppo giovani, considerando che avevano ancora solo ventitré e venticinque anni, ma l'anno prima non avevano avuto dubbi. Quando Louis gli aveva fatto trovare sotto il cuscino un anello di fidanzamento, e aveva aspettato il suo risveglio stando tutto il tempo inginocchiato accanto al materasso, alla sua destra, Harry non si era trattenuto dall'urlare una serie infinita di con la voce ancora arrochita dal sonno e gli occhi lucidi come non mai.

Si voltò, sorridendo a quei ricordi, stampando un bacio lieve sulle labbra di Louis; il ragazzo non diede cenni di svegliarsi, anzi, strinse più forte le braccia intorno alla vita di Harry. Questi ridacchiò lievemente, abbassando il viso per posare qualche bacio sul suo collo.

Ecco, questo funzionava sempre ed Harry ne era più che consapevole. Louis sollevò le palpebre, Harry alzò il viso per sorridergli.

"Ehi" salutò, gli occhi socchiusi e un sorriso accennato sulle labbra. Harry non glielo avrebbe mai, mai detto, ma il Louis appena sveglio era quello che preferiva; l'unico che poteva coccolare a suo piacimento, senza che Louis imponesse il contrario -sì, non aveva mai smesso di voler essere lui il dominante.

"Ehi!" ripeté Harry, rivolgendogli un sorriso sornione. Sciolse l'abbraccio in cui era avvolto, rotolando su di lui e intrecciando le sue gambe alle proprie sotto le coperte.

"Ci dobbiamo vestire, sai. Non vorrei scandalizzare nostro nipote" rise contro la sua guancia.

Louis borbottò qualcosa e, delicato come un orso, si sistemò su un fianco riportando Harry alla posizione di poco prima. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, tentando di liberarsi.

"Lou, saranno qui a momenti. Stanno per arriva-"

Il campanello suonò in quell'esatto secondo. Harry sgranò gli occhi -quelli di suo marito erano ancora chiusi- e saltò fuori dal letto.

"Sono qui! Oh, no, io lo avevo detto. Lou, alzati" piagnucolò. "Vado a vestirmi, tu va' ad aprire- ma prima, ti prego, indossa qualcosa. Non fare come l'altra volta, quando-"

"Mi sto alzando" borbottò Louis, mentre il campanello suonava una seconda volta. Harry sparì in bagno, Louis si stiracchiò e scese le scale che portavano al piano di sotto, aprì la porta senza chiedere chi ci fosse dietro e mentre ancora si sfregava una palpebra con un pugno.

Come previsto, Liam aveva già una mano sugli occhi di suo figlio e Zayn alzava i propri con un sospiro. Louis li salutò con un sorriso soddisfatto, facendosi da parte per farli entrare.

"Papà, perché non posso guardare?" domandò il bambino, ingenuamente. Zayn rise tra sé e sé, Louis non si curò dell'occhiataccia che Liam gli lanciò.

"Zio Louis non è molto vestito, al momento. Ma adesso zio Louis va a prepararsi, vero?" ordinò Liam. Louis gli rivolse un gesto militare, scoppiò a ridere e tornò sopra.

Harry uscì dal bagno proprio allora, trafelato mentre si tirava su la zip dei jeans. Abbassò gli occhi oltre i suoi fianchi, lanciandogli poi uno sguardo di rimprovero.

"Louis" sospirò, "non dirmi che sei andato di nuovo ad aprire nudo."

"Gli ospiti non si fanno aspettare" sorrise Louis, sporgendosi verso di lui per un bacio. Harry si scostò in tempo, facendogli quasi perdere l'equilibrio.

You're every line, you're every word, you're everything. || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora