5- La nuova regina

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Se non era quello stesso fuoco blu a bruciare dentro di lui, allora lo era un furia cieca che lo stava consumando, tanto che non si accorse della voglia scoperta sulla mano di Arthur, o almeno finse di non vederla. vedeva solo un obbiettivo: l'uomo che stringeva il collo del suo Arthur.
Vedere quel corpo esile di un giovane essere costretto tra le braccia di quel... mostro.
Sì, per Alfred quello non era più nemmeno un essere umano, ma un mostro e doveva essere eliminato, non gli importava cosa ci avrebbe rimesso, non sarebbe riuscito a scapparli.
Quando questi lasciò il suo amico Alfred si mise in posizione d'attacco.
Sentiva l'adrenalina pulsarli nelle vene, il cuore in gola, ma era più che pronto.
Non si era mai sentito così vivo, così onnipotente.

-Arthur mettiti al riparo!

Gridò, digrignando i denti alla provocazione del criminale.
Vi si scagliò contro come un forsennato, ma nonostante la rabbia che lo dominava, i suoi tiri di spada erano netti e precisi, come se la pesante arma fosse diventata improvvisamente leggera quanto una piuma, e avrebbe potuto spezzare ll vento se avesse voluto.
Arthur guardava il suo amico invaso delle fiamme Blu di quella strana stregoneria forse, oppure era semplicemente rabbia ma questo non lo sapeva davvero.
L'uomo lo aveva lasciato cadere a terra come un giocattolo vecchio, adesso voleva giocare con il nuovo: Alfred.
Arthur indietreggiò portandosi una mano al collo come a volerselo messaggiare per la brutta esperienza acuta pochi attimi prima intanto che lo sguardo da Alfred calò lentamente verso la sua mano che ardeva dello stesso fuoco con cui era invaso l'altro

-Alfred...

Disse quasi sussurrando. Credeva nelle capacità di Alfred, lui sarebbe sicuramente riuscito a spazzare via tutto il male che lo circondava, uno dei due doveva pur farlo.
Alzò lo sguardo verso di lui ma fu colto da una scena ripugnante: L'uomo stava cadendo a pezzi in un piccolo lago di sangue che poi era il suo che colava dalle ferite profonde procurate dalla spada affilata di Alfred.
Portò entrambe le mani agli occhi per evitare di vedere quella scena, pregando che tutto finisse il più presto possibile.
Dai i fendenti di Alfred, l'uomo non riuscì neanche a deviarle una, si era accorto anche lui che era diventato molto più forte rispetto a prima. Furono attimi di ansia e terrore ma tutto cessò quando il corpo ormai senza vita dell'uomo cadde a terra, Arthur non ci fece neanche caso, sentì semplicemente un tonfo ma aveva paura ad aprire gli occhi, le gambe tremevano, lo stesso anche le mani, proprio come una fogliolina. Un primo fendete dritto al petto, un secondo piantato nello stomaco e un dritto in mezzo agli occhi, provocando un profondo squarcio nel cranio.
Se esistevano la carità e la clemenza , in quel momento sembrava che Alfred non ne conoscesse nemmeno il significato.
Anche dopo aver colpito i punti vitali, il re non si fermò di certo, la lama trafisse molteplici volte le carni dell'uomo, nemmeno un animale si sarebbe potuto essere trattato a quel modo, tanto meno un essere umano.
Con il forte tonfo del criminale caduto a terra, Alfred ripose finalmente la spada e le fiamme blu che lo avvolgevano si spensero in una nube di fumo.
Ci fu silenzio, un terribile, assordante silenzio.
Il giovane sovrano si stava guardando attorno, sentiva l'odore ferrigno e la sensazione del caldo e copioso liquido sul suo stesso volto.
Era sporco del sangue di un nemico, un cavaliere gliene aveva parlato una volta, disse che era gratificante, che fosse stata l'esperienza che lo avrebbe convinto ad essere un guerriero, ma ad essere sinceri... Alfred non provava nulla di tutto questo, solo un doloroso vuoto che gli procurava una profonda fitta al petto.
Decise di interrompere il silenzio, avvicinandosi a passi lenti ad Arthur, sotto i suoi passi rimbombava lo stesso rumore di quando si calpesta una pozzanghera.
Si inginocchiò davanti a lui e prendendogli delicatamente le mani sottili, scoprì il suo volto.

-È tutto okay, è finita.

Sussurrò dolcemente, anche se sapeva che non sarebbe bastato a calmare quel corpicino tremante.
Incrociò finalmente gli occhi verdi di Arthur, troppo sinceri per lui, la fitta che aveva nel petto sembrava allargarsi appena incrociava il suo sguardo, così abbassò subito la testa e si mise ad accarezzare la sua mano, osservando attentamente il picche impresso su di essa come un tatuaggio.

||USUK-Cardverse|| My Perfect Qeen Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora