4- Cuore di picche

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In quel momento dentro di Arthur stava crescendo il panico. Quando si voltò per guardare l'altro e vide quel sangue scorrere  da un graffio sulla sua guancia  sgranò di scatto gli occhi come se non ci volesse credere a tutto quello stava per accadere.
Provò a dire qualcosa ma venne soltanto trascinato dall'altro correndo il più veloce che poteva tra la folla fino a fermarsi in un vicolo cieco.
Provò  a riprendersi e  appoggiandosi alla parete di quel muro come a farsi da sostegno, non appena l'altro posò le sue mani sulle proprie spalle ecco che gli prestò ancora attenzione: Era stato sempre a favorevole a tutto  ma ad abbandonarlo non se ne parlava neanche

-No! No Alfred, io non ti lascio qui!
Come pretendi che lo faccia! Io non mi stancherò da te, una cosa è meglio affrontarla in due...
Tu sei... il mio primo e  vero amico che mi è rimasto... io.. io non ti abbandono

Alfred che era già pronto ad allontanarsi e andare a combattere la minaccia senza volto da solo ecco che Arthur lo batté sul tempo per quella frase, stringendo le sue mani, il giovane sovrano si bloccò sul posto e restò in silenzio, lo ascoltò quasi rimanendone incantato, forse perché non lo aveva mai visto tanto determinato, forse perché non credeva potesse essere tanto coraggioso nonostante la faccenda no lo riguardasse di persona, forse perché si era reso conto che Arthur poteva combattere al suo fianco, non solo nascondersi dietro le sue spalle.
Furono attimi di suspence che ogni suo pensiero venne presto interrotto, dal  rumore di alcuni passi che si avvicinavano di corsa verso la loro direzione.
Non gli restava altra scelta; cercò ancora nella sua tasca e prese il pugnale, porgendolo ad Arthur, poi estrasse la spada di bronzo, preparandosi all'attacco imminente.
Scambiò un ultimo sguardo ad Arthur e gli sorrise.

-Ma se le cose si mettono male, voglio che tu torni a castello e avvisi per conto del... Re... Che la guerra è ufficialmente iniziata.
Ti sto chiedendo di prendere il mio posto Arthur.

Gli sembrò di star scrivendo il suo testamento, ma cos'altro avrebbe dovuto fare?
Non voleva comunque che Arthur rimanesse ferito.

-No, Alfred... noi torneremo insieme al palazzo per annunciarlo

Rispose Arthur. Quei passi  che si udivano finemente si fermarono soltanto quando si presentarono davanti a i due: 5 uomini vestiti in nero con pugnali, spade e carte metalliche, alcuni anche armi da fuoco.
La piccola battaglia in quel vico era iniziata, purtroppo nonostante le forze e la volontà erano in netto svantaggio partendo dal numero di avversari che aveano.-

-L-Lasciami brutto cretino!

Arthur si era lasciato sfilare il pugnale dalle mani che adesso era a terra mentre un uomo di stazze molto grandi lo aveva bloccato avvolgendo  un braccio intorno al suo collo come a stringendolo in modo da  volerlo soffocare

-Uomo; Andiamo, liberati... chiama il tuo amico così ti verrà a salvare...

Come si vedeva che era tutta una messa in scena, infatti era un imboscata. Avevano centrato il punto debole del re purtroppo e  se avrebbe salvato Arthur allora lui avrebbe avuto la peggio.

-No mai!

-Uomo: Avanti Qeen, chiama il tuo King...

-Smettila! ...

La battaglia era iniziata, Alfred stava sferrando la spada contro i suoi nemici, non importava quanti fossero, gli avevano insegnato che quando il re è in difficoltà o sottopressione, riesce ad accumulare anche la forza di dieci uomini, ma senza una regina questa forza era ridotta.
Alfred non aveva mai ucciso, eppure era riuscito a piantare la spada nel petto di uno degli uomini, doveva essere la forza della disperazione, ma più probabilmente era solo perché c'era in gioco la sua vita e soprattutto quella di Arthur.
Il sangue nelle vene gli si gelò quando sentì le parole di Arthur, si voltò e appena lo vide tra le braccia di uno di loro, sbiancò.
Strinse con forza l'impugnatura fino a rendere bianche le nocche, non pareva nemmeno più lui, il volto sudato, i nervi a fior di pelle, i denti stretti,  i muscoli rigido e tesi fino all'ultimo, gli occhi che parevano infuocati e le ferite sparse sul corpo.

-Non provare a torcergli nemmeno un capello!

Sibilò con odio.
Non potevano portargli via anche Arthur, non potevano strappargli l'ultima cosa al mondo che gli stesse cara!
Non potavano! Non glielo avrebbe permesso!
Arthur significa troppo per lui.
Lo amava era vero, cosa poteva farci?
Non gli interessava se era destinato a sposare una sconosciuta solo per una voglia di picche, lui si era innamorato e niente li avrebbe fatto cambiare idea.
Il cuore in petto batteva all'impazzata, sembrava pronto ad esplodere, e fu lì che accadde qualcosa di sconvolgente, il suo intero corpo pareva avvolto da delle fiamme, non sapeva spiegarsi se fossero immaginarie o no, sta di fatto che si trattava di un fuoco blu, che ardeva fino a consumarlo.
Si sentì più forte e allora si accorse della mano di Arthur, anch'essa avvolta da fiamme blu.
Arthur  inveve sotto la presa del braccio muscoloso dell'altro sotto il proprio collo stava seriamente soffocando. Non voleva urlare il suo nome, sapeva benissimo che quest'individuo nascondeva un'arma davvero potente, una lama affilata che aspettava solo di trafiggere in cuore e lasciar scorrere su di essa il sangue di un nobile.
Al solo pensiero Arthur si sentiva peggio, preferiva mille volte morire piuttosto che mettere a rischio lui, vedere il suo amato Alfred a terra dissanguato.
Portò entrambe le mani sul braccio dell'uomo come se stesse cercando  di rallentare la presa ma con risultati scarsi, stava veramente soffocando che forse anche l'ossigeno lo stava abbandonato ma prima di tutto questo sentì  quelle parole sibillate da rabbia e rancore da parte sua, si, era Alfred ad averne pronunciare.
Come aveva attirato la sua attenzione lo stesso fece anche con gli altri killer quando poi rimasero incantati da quella fiamma blu intenso che aveva preso a circondarlo.

-Alfred...

Disse semplicemente quando solo dopo che abbassò gli occhi si accorse che quella  stessa fiamma stava ardendo anche sulla propria mano che aveano bruciato presino il guanto nero che possedeva mostrando allora la voglia a cuore rovesciato.-

-... Che... che sta succedendo...?...

l'uomo che teneva Arthur finalmente aveva deciso di lasciarlo in pace, facendo lo cadere a terra in un angolo. Molto uomini fuggirono alla vista di quella stregoneria ma lui ho, rimase.-

-Uomo: Sapevo...lo sapevo! Dai andiamo Re, fatti sotto...

||USUK-Cardverse|| My Perfect Qeen Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora