2- Credo di essermi innamorato.

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Le guardie come sempre avevano concepito al principe un 10 minuti di assenza dal castello, adesso era ora di andare.
Alfred aveva incrociato gli occhi di Arthur per l'ennesima volta prima di dargli le spalle ma poi gli sorrise, alzando una mano per un saluto artificiale.
-Ci rivedremo, ciao!!!!
Urlò con il suo tono di voce squillante, entrando subito nel castello e correre stavolta verso la camera reale della madre, qualcosa gli diceva di dovergli narrare la sua impresa eroica come faceva in passato suo padre con i cittadini. Convinto di questo spalancò le porte della stanza ma si bloccò sulla soglia non appena vide quella scena.
La madre era distesa sul letto con le mani unite al petto, erano bianche, come lo stesso il suo viso, ricordava che le sue guancie erano sempre colorare di un dolce colore roseo ma adesso era bianche, un bianco cadavere.
-Madre...
Le domeniche fecero cenno con il capo di un "No" debole e privo di forza prendendo le lenzuola bianche e coprire il suo corpo.
Gli occhi del principe divennero lucidi, le gambe si mossero da sole avvicinandosi al letto lentamente.
-Mamma... Ti prego... No.. No anche tu... NON MI LASCIARE DA SOLO!
Cadde in ginocchio vicino al letto con le lacrime che avevano iniziato a scendere a raffica.
La sua voce divenne debole, aveva perso anche l'ultima fonte di amore che aveva, una fonte di certezza e di rifugio che solo una madre avrebbe potuto dare.
La malattia aveva dato sfogo su di essa aggravando la cosa fino a che anche la sua vita si spense come un soffio di un lieve vento su una minuta fiammella in fin di vita dandogli solo l'ultimo respiro.

1 settimana dopo...

"Caro diario...
Anche mia madre ha raggiunto mio padre lasciandomi da solo.
Una settimana fa si era tenuto il suo funerale, ieri invece la mia incoronazione.
Sono diventato Re anche io a malincuore, però manca una regina... intanto che il regno si da fare per cercarla io passo del tempo con Arthur, siamo diventati molto amici!"
Controllò l'orario spalancando gli occhi notando che si era fatto davvero tardi.
Corse subito fuori dal castello percorrendo una piccola stradin che lo portò su una collina vicino ad una quercia.
-Sei arrivato finemente mio Re.-
Disse una voce a lui familiare. Quando alzò gli occhi occhi per focalizzare la figura vide Arthur avvicinarsi lentamente.
-Ehi! Lo sai che non mi piace quando mi chiami un quel modo!
Lo riproverò scherzosamente prendendolo per mano e incrociare i suoi occhi. Era così bello che quasi quasi sarebbe stato lì ad osservarlo per ore. Arthur vedendolo così vicino arrossì tremendamente distogliendo il viso per l'imbarazzo.
Alfred a tal proposito rise di gusto, era sempre così e non la prima volta che succedeva.
-Devo raccontarti tutto quel che è successo oggi! Non ci crederai mai!
-Sicuro che le guardie non ti stanno cercando?
-Nhaa! Chi vuoi che ci trovi un questo nostro posto segreto.
Rispose accompagnandolo a sedersi sull'erba. Entrambi si accomodarono e una volta sistemati Alfred tirò fuori un pugnale d'oro incastonato da diamanti preziosi facendolo vedere all'amico.
-Né né! Che ne pensi?
-Beh... è carini però non ti sembra pericoloso portarlo con sé?
-Un eroe deve sempre portarsi un arma segreta con sé! Era di mio padre!
-Però ora posalo! È pericoloso idiota!
Arthur prese tra le mani quell' arma dorata posando la mana sulla mano destra dove era sempre coperta e un guanto in pelle nera e il manico dall'altra mano. La esaminò tranquillamente continuando ad ascoltare Alfred che gli stava narrano la sua giornata trascorsa nel castello e le news sulla ricerca della regina.
-Finché sono a lontano dal castello non sono un bersaglio facile, specie se le guardie non né hanno idea.
Non so se tra di loro si nasconda un altro traditore, meno mi seguono, meno sono in pericolo, sono capace di difendermi da un semplice attacco.
... Sarei capace di difendere anche qualcun altro, oltre che me stesso
Sul suo volto apparve un sorrisetto, come se stesse confabulando qualcosa
Ripose lui ma subito dopo scattò in piedi e si parò davanti all'amico, dopo di che estrasse la sua fedele spada, impugnandola con ambo le mani, la lama si illuminò come un diamante alla luce del tramonto.
Oh mia punzella, fuggite finché siete in tempo! Io li tratterrò, ne dovesse costare della mia stessa vita!
Costoro sono barbari incivili e voi non potete nulla contro la loro forza, se non incantarne il cuore col vostro fascino.-
Esclamò in un tono estremamente drammatico, come se fosse intento nel recitare una scena teatrale.
Finita la strana sceneggiata si voltò ancora verso di lui, con un sorriso smagliante in volto e ripose la spada nella fodera e mettendosi in ginocchio li porse la mano come un vero cavaliere avrebbe fatto.
-Vi siete ferita m'lady? Avete bisogno di aiuto?.-
Era titubante sul mostrarli ciò che aveva imparato, lo aveva costretto a partecipare alle prove di uno spettacolo teatrale e quando aveva assistito a quella scena, si era messo in testa che avrebbe dovuto imparala a memoria, ed è ciò che aveva fatto, tutto per poterla poi mostrare ad Arthur.
Ad essere sinceri si vergognava a farlo, ma l'aveva vista come un occasione d'oro da cogliere al volo.
-Come... Come sono andato?
Arthur era rimasto abbastanza colpito da tutto quella scenata a parte sua. I suoi occhi si erano accesi di un vivace colore verde e il viso invece si era colorato di un bellissimo color rosso mattone.
Guardò più volte i due soggetti: la mano e i suoi occhi azzurri rimanendo senza parole.

||USUK-Cardverse|| My Perfect Qeen Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora