5- Non puoi andartene..

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Si lasciò trascinare dentro, ascoltò le parole di Alfred dette a gran voce poi volgere lo sguardo a tutte quelle persone che li stavano guardando: Chi a bisbigliare, chi era rimasto stupido, chi compiaciuto.
Avevano tutti i loro occhi addosso, che siano rimasti sconvolti che la regina non fosse una donna?.

-Alfred...

Prima che Arthur potesse continuare la sua frase in mezzo si mise una seconda voce che si sinstinse dalla folla.

-Bene, il nostro re ha trovato la sua regina, siamo felici per voi sire.

Si conglatulò il nobile. Questo era stato sempre la spalla del re, il padre di Alfred ed adesso lo era anche per lui.

-Voi dunque siete la nostra regina, ben venuto nel nostro castello..
D'accordo! Insieme al nostro re bisogna stabilire il giorno dell'incoronazione.

-Incoronazione?

Ribatté Arthur.

-Volete anche le nozze?

Arthur a quella proposta arrossì tremendamente che tutto ad un tratto non aveva cosa dire la guardò Alfred. Il Re intanto intrecciò le sue dita con quelle del suo futuro sposo, continuando a sorridere come se nient'altro importasse al di fuori di Arthur.
Venne riportato alla realtà solo dalla roca voce del conte Tobias.

-Ottimo, avvisate il comandante di spedire le chiamate di arruolamento e che scenderò in battaglia con loro, subito dopo le nozze.

Aveva deciso da tempo che sarebbe stato un re guerriero come suo padre, aveva deciso che avrebbe combattuto a fianco degli uomini e delle donne che avevano servito e costituito il suo regno fino ad ora, glielo doveva in fin dei conti.
si era allenato con le armi e nella lotta per tutta la vita, e ora le sapeva destreggiare abbastanza da poterne uscire vittorioso e... magari ancora in vita.

-Per ora mi ritirerò nelle mie stanze, per quanto riguarda le domestiche, ditele di servire Arthur come la loro regina.

Si voltò verso Arthur e strinse la sua mano.

-Andiamo, ti mostro la tua... nostra camera.

Arthur era felice ma allo stesso tempo frustrato, come se qualcosa gli impedisse di essere felice, un masso enorme sul cuore non appena sentì le parole "e che scenderò in battaglia"
Non poteva fargli questo Alfred..
Dopo tanto tempo che si conoscevano ora potevano anche sposarsi, l'altro lo avrebbe abbandonato?
Già, era troppo bello per essere vero.
Arthur abbassò il capo come se in qualche modo si fosse chiuso in sé stesso prima di essere riportato alla realtà quando sentì stringersi la mano.
Alzò il volto incrociando gli occhi di Alfred e a quella frase sorrise debolmente con un velo di tristezza sopra, annuendo solamente.

- Si, certo... andiamo

Certo che aveva notato la tristezza negli occhi di Arthur, ovviamente, lui capiva subito quando qualcosa non andava se si trattava di lui, e se i suoi occhi verdi come le più belle praterie di questo regno diventavano improvvisamente grigi, lui era il primo ad accorgersene.
Eppure non disse nulla, sapeva che era a causa della sua decisione di far parte della guerra, ed era sicuro che se ne avessero parlato, il viso sofferente di Arthur lo avrebbe convinto a restare, era garantito, ma non poteva permetterselo, non poteva cambiare idea anche se ignorare quella tristezza faceva estremamente male.
Lo accompagnò in camera, una gigantesca stanza riempita di mobili decorati nei minimi dettagli ed un enorme letto matrimoniale al centro.

-Beh, tutto questo spazio sarà sfruttato meglio ora che c'è qualcun altro.

Disse per poi dirigersi verso una porta e aprirla.
Fin da quando gli aveva preso la mano aveva evitato il contatto visivo con Arthur.
Amava perdersi nei suoi occhi, ma quello sguardo era come un coltello affilato, sembrava chiedere "Perché?" e Alfred non riusciva a sopportarlo.
Entrò all'interno della seconda stanza, un bagno, anch'esso gigantesco.

||USUK-Cardverse|| My Perfect Qeen Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora