«capitolo 16»

1.3K 88 10
                                    

Tante ragazzine sclerate, che fangirlano come se non ci fosse un domani sui i miei due ex. Questo riuscivano a vedere i miei occhi. Cartelloni con mucchino, magliette con mucchino, cappellini per mucchino e mucchino, li sul palco. Osservavo la scena dall'alto, le mie orecchie esplodevano, a causa della gente che urlava "Benji ha appena twittatoooo", altri che rispondevano "No ma hai visto la sua ultima foto con quella ragazza bionda?" non ragionavo più, chissà chi era poi quella tipa.
Le luci si spensero. Silenzio totale. E poi eccoli su quel palco, perfetti.
Benji e Fede: CIAAOOOOOOOOOOOOOOO MODENAAAAAAAAA!!!!!!!!!
I giramenti di testa non finivano più e dopo il sorriso di Ben davanti alla folla inferocita di dreanerd, dromers (credo sia il nome delle loro fan , ma bho, cose strane), non vidi altro che le strane scarpe rosse del tipo in piedi accanto a me. La mia faccia era incollata al pavimento e faticavo a respirare. Nessuno si accorse di me. Eppure scivolando avevo urlato fortissimo. Probabilmente anche se mi avessero vista nessuno si sarebbe preoccupato più di tanto di me. Mi sentivo come l'acciuga centrale chiusa tra tante acciughe in una scatola, che già è piccola di suo. Il tipo con le scarpe rosse si chinò e mi sollevò, sembrava tutto talmente surreale, cominciò pure a parlarmi...
Tipo con le scarpe rosse: è lei la ragazza? Non mi sembra il caso di farla andare, sembra stia male...
Andare? Dove? Fuori, voglio solo andare fuori.
X: Si sentirà meglio tra poco, è una sorpresa, non posso far saltare tutto la porto via...
Il tipo che mi prese in braccio aveva delle mani e n o r m i. Ma stavo talmente comoda da poter dormire lì tranquillissimamente.
Tipo con le scarpe rosse: pff, fai come vuoi.
X: ragazzina, devi salire sul palco, mica puoi dormire!
palco? Ma dove cavolo? Aaaa oddio il concerto.
Jess: dove mi sta portando io devo vedere il concerto dei ragazzi, non posso perderm...
Le sue mani enormi mi chiusero a pallina impedendomi di parlare, scalciare, ero in trappola.
Salimmo delle scale, man mano che andavamo avanti sentivo la voce di Fede sempre più potente, ci stavamo avvicinando al palco. ODDIO CI STAVAMO AVVICINANDO AL PALCO! Il tipo mi stava portando su quel palco!
Benji: Questa è una delle prime canzoni che abbiamo scritto. Mi rappresenta e la voglio dedicare a una persona davvero speciale per me. Lei è una ragazza unica, perfetta, magnifica, che merita di essere amata per ciò che è, ti voglio dedicare questo momento Jessica.
Jessica, che ragazza fortunata, chissà perché il bodyguard mi aveva portata li, forse per assistere meglio alla scena?
X: Eh ehm, ti stanno aspettando sul palco...
mi guardai attorno, non c'era nessuno a parte la custodia della chitarra di Ben abbandonata in un angolo.
Jess: ma chi? Io?
Senza avermi dato il tempo per trarre le conclusioni quel simpatico bodyguard mi gettò con finta grazia sul palco. Davanti a 3000 ragazzine inferocite, stupite e invidiose.
Sudore. Ansia. Disagio. La soluzione: ovvio, fare dietrofront. E invece no, la mano di Ben mi afferrò prima che potessi anche solo muovere un passo verso il bodyguard. Con una piroetta oscena mi girai e lui mi abbracciò per rassicurarmi. Panico, letteralmente panico. Fede e altri 6000 occhietti mi fissavano schifati, accigliati, indifferenti, chissà come dovevo essere conciata. Ben non mi permise di fare altro che sedermi sullo sgabello disposto vicino a lui. Come mi sedetti cigolò fortissimo e svitandosi si abbassò. Il silenzio creatosi venne interrotto da qualche risatina, ma poco dopo senza alcun giro di parole Fede attaccò a cantare e Ben a suonare.
*... e non farti problemi si nasce e si muore senza pensieri e, quanto è bello vivere, ma io non voglio crescereee, voglio restare così sospeso a sognare per sempreeeeee, prendimi per mano e ti amerò...*
Per tutta la durata della canzone avevo fissato il punto in cui ero seduta prima di venire catapultata sul palco. Ma durante il ritornello fui costretta a voltarmi perché Ben si girò verso di me e mi prese per mano.
Per non so quanti motivi scoppiai a piangere, e lo abbracciai. La chitarra mi si inficcò (voce del verbo inficcare) nello stomaco, il dolore non era nulla a confronto della bellezza di quel momento. Mi aveva regalato una giornata irripetibile.
Di tre cose ero certa:
Fede mi detestava;
Le dreamers, storiche fangirl mi odiavano;
E Benji mi amava;
La quarta cosa, ma non per questo meno importante esisteva.
Io lo amavo, ed era un amore talmente sincero che traboccava dai miei occhi sotto forma di lacrime calde, che bagnavano la sua maglietta rossa sudata.
Ma come tutti i momenti, anche i più belli devono terminare, e un pomodoro mi centrò dritta in faccia. Che mancanza di rispetto cacchio!

Avevo scritto un capitolo lunghissimo. Poi l'ho cancellato *si spara un colpo*
-E x

TEXT - Benji e fede Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora