«capitolo 2»

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*drinnnnn, drinnnnnn*
se c'è una cosa che odio di più del liceo, è il maledettissimo mal di testa che puntualmente mi viene ogni mattina alle sette e un quarto quando la sveglia comincia a trillare senza interruzione. La detesto, ma la cosa peggiore in assoluto è che se non la avessi la mattina sarei ogni giorno in ritardo di almeno 30 minuti. Dopo varie e patetiche riflessioni sui metodi che avrei potuto utilizzare per saltare scuola decisi che nella vita avevo di meglio da fare che restare tutto il giorno a dormire così mi costrinsi a mettere un piede giù dal letto...tentativo numero 1: fallito, era tutto inutile, ero peggio di un orso in letargo e così senza sprecare altre importanti energie mi rimisi a dormire, effettivamente tutto a un tratto mi sembrava mi stesse venendo la febbre.
Mia madre ovviamente mi credette, ero la tipica 'figliaperfettachequandostamale,stamaleperdavvero' e dopo avermi preparato una quantità di camomilla che sarebbe bastata a sfamare metà del terzo mondo, decise che era meglio lasciarmi riposare in pace. Ne approfittai, adoravo il tempo libero. Abbozzai due disegni,ma quando mi accorsi di aver disegnato me (magra come uno stecchino e con la faccia enorme) e 'ilragazzodeltreno' mano nella mano, cominciai a pensare di essere leggermente e compulsivamente ossessionata dai ragazzi, insomma erano passate 24 ore da quando Fede e io avevamo rotto, tra l'altro per telefono, e io pensavo già a un altro?
La mia vita era un disastro, a volte era persino peggio di quella di Bella, la mia migliore amica, che nella vita solitamente inciampava e faceva figuracce come se non ci fosse un domani. Almeno lei però aveva un ragazzo, alto, magro, muscoloso, che alcune persone definiscono mio fratello, io invece preferisco chiamarlo 'il-rompiscatole-che-vive-in-casa-mia-per-errore', quei due si amano davvero.
Dopo aver passato una bellissima mattina a fare su e giù dal divano al letto, decisi di andare a comprare un pacco di biscotti (ne sono ossessionata), al supermercato vicino alla stazione. Era una bella giornata di sole, nonostante fosse dicembre, così non mi passò nemmeno per la testa di prendere il giubbotto.
Uscii dal supermercato e lì, bello come un dio greco era seduto lui 'ilragazzodeltreno'.
Aveva un aria affranta come se stesse aspettando qualcuno da tanto tempo, mi dispiaceva vederlo così, magari la ragazza che gli piaceva gli aveva dato buca. Mi resi conto solo nel momento in cui si girò verso di me e mi guardò con aria sorpresa e in qualche strano modo sollevata, che sembravo una perfetta idiota. Ero struccata, con i capelli raccolti in uno chignon mezzo disfatto, senza giacca in pieno inverno e con un pacchetto di biscotti in mano, vogliamo pure parlare del mio patetico tentativo di sorridere? In quel momento dopo essermi ripresa dallo shock, decisi che l'alternativa migliore sarebbe stata andare via lentamente, ma lui non mi staccava gli occhi di dosso, mi misi a correre. E a quel punto lo sentii urlare...

Ecco a voi la terza parte, spero vi piaccia scusate gli errori non sono una cima in grammatica, votatela e fatemi sapere se vi piace.
continuo domani :)

TEXT - Benji e fede Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora