«capitolo 3»

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"Jessicaaaaaaaaaaa la tua giaccaaaaaa" in un primo momento non capii così mi girai e lo guardai con una espressione di stupore sul viso, io non ce l'avevo la giacca in quel momento, lui mi raggiunse e mi porse il mio giubbotto nero e bianco, okay, stavo davvero impazzendo, ma non l'avevo lasciata a casa?
Sorrisi e tra me e me mi chiesi se non avessi davvero la febbre.
Fu ancora peggio quando con un mezzo sorriso triste mi disse: "credevo non saresti venuta, sono quasi 45 minuti che ti aspetto, e tu vai a comprare dei biscotti?"
Lo guardai con un grosso punto di domanda stampato in faccia e quando vide che non avevo idea di cosa stesse dicendo, mi guardò anche lui con una strana espressione che lo faceva assomigliare un po' a un coniglietto. A quel punto scoppiai letteralmente a ridere, si girarono tutti, e poi accadde una cosa che mi fece perdere un battito, mi tappò la bocca con una mano e mi sussurrò all'orecchio di smetterla, se no sarebbe scoppiato a ridere pure lui.
Mi spiegò tutto e fu così che feci la più grande figuraccia di tutta la mia vita.
Ero riuscita a friendzonare uno dei ragazzi più belli che avessi mai visto solo per aver cancellato una maledetta notifica di Facebook.
Passato l'imbarazzo sembrava che nessuno dei due volesse andare via, non sapevamo di preciso il motivo, ma cominciammo a camminare in giro per Modena,in silenzio, ero persa nei miei pensieri contorti.
Quando dal nulla lui mi disse: "ho messo il mio telefono in modalità aereo, non capisco perché non vola" all'inizio non capii la battuta, ma quando dopo un paio di minuti ci arrivai cominciò una gara alla barzelletta più scema, mi divertii un sacco, davvero,cominciavo già a immaginarmi i nostri bambini che scorrazzavano felici per la casa, finché tutto felice non mi mostrò il suo unicorno rosa. Letteralmente, aveva nello zaino un peluches di unicorno rosa, stavo sognando tutto sicuramente avevo la febbre,la scusa detta per non andare a scuola stava facendo effetto veramente.
Inquietata dalla scoperta, e sicura di star sognando mi allontani lentamente sorridendo e annuendo. Non volevo certo che il mio sogno venisse rovinato da un peluches che lui chiamava 'mucchino' o 'mio-figlio', quel sogno doveva essere perfetto, nessun coso rosa me lo avrebbe rovinato.
Appena arrivata a casa, mi diedi uno schiaffo violento sulla guancia,sicura che mi sarei svegliata nel mio letto, ma mi resi conto dell'assurdità della situazione, mi bruciava da matti la guancia, non era un sogno!!! Lo avevo piantato lì per la seconda volta!!! E in maniera orribile, io ero orribile!!! il suo unicorno rosa era orribile!!! La mia vita era orribile!!!
E poi non sapevo nemmeno il suo nome...e...
*oh yea this time, maybe this time, two wrongs make a right*
Partì a tutto volume la suoneria del mio telefono, guardai senza il minimo interesse chi fosse e quando vidi che era Fede mi piombó il mondo addosso, presa dall'adrenalina risposi:
F: «Jei» altra fitta al cuore, era il soprannome che mi aveva dato la prima volta che ci eravamo incontrati,in una discoteca, lui era il...umm...ragazzo-che-ti-accompagna-dentro? Bhe, aveva scritto il mio nome sul cartellino che dovevamo portare, con la 'g' (Gessica) e così gli urlai che si scriveva con la J da lì cominciò tutto...
F: «Jei ti prego so che mi stai ascoltando e...io...bhe...scusami...mi manchi...ti amo»
Non me lo aveva mai detto. E sentirlo fu un duro colpo, ma quelle parole erano talmente fredde e inutili da sembrare vuote. Capii che quella era la fine di tutto per davvero. Ormai non lo amavo più.
Ecco il 3 capitolo...come vi sembra? Lasciate un commentino se vi piace.
Continua domani :)

Xx

TEXT - Benji e fede Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora