Uscii dallo spogliatoio e, dopo aver recuperato la lettera nello scrittoio dell'auditorium, anche dal Concordium in breve tempo. Abraam doveva già essere stato informato perché mi attendeva alla fine della gradinata con la carrozza.
Erin si innervosì quando mi avvicinai al ragazzino, sicuramente perché percepiva la sua natura di notturno. Si sarebbe abituata a lui, ne ero sicura, sapevo con certezza che era impossibile non affezionarvisi.
Abe mi salutò con un inchino, mentre salivo sul mezzo. Sedermi e trovarmi in un luogo conosciuto e sicuro, fu un sollievo. Per il momento avrei potuto evitare di fingere di essere qualcun altro. Chiusi le tendine e mi misi in una posizione poco consona, ma di sicuro terribilmente comoda. Sentivo le membra stanche, pesanti come se avessi scalato una montagna. Ben presto le palpebre divennero pesanti. Anche Erin sembrava esausta. Si accucciò raggomitolata al mio fianco e si addormentò immediatamente. Io provai a resistere consapevole che il viaggio sarebbe stato abbastanza breve e che poi avrei avuto un vero letto su cui riposare. Avrei dovuto pensare anche ad un giaciglio per la piccola lupa, mi sarebbe dispiaciuto che avesse freddo accucciata sul pavimento della mia villa. Sapevo che non si sarebbe allontanata da me...quindi avrei...dovuto...il sonno mi colse nel bel mezzo dei miei pensieri e io non riuscii a porre resistenza. Non me ne accorsi nemmeno.-Miss White.- sentii una voce giovane chiamarmi in sogno, mi mossi appena.
-Mia signora?- non riuscivo a vedere chi mi chiamasse, tutto era troppo buio. Sentii un piccolo ringhio al mio fianco.
-Kendra!- la voce si alzò di tono facendomi sobbalzare. Due occhi azzurri circondati da lentiggini mi osservavano preoccupati.
-Mi dispiace mia signora, non volevo spaventarla, ma non riuscivo a svegliarla, siamo alla villa-. Passai una mano sulla testolina del mio famiglio e trovai la forza di sorridergli.
-Non preoccuparti Abe, non pensavo che mi sarei addormentata, ma ero così stanca- iniziai a scendere sentendo che anche quel poco sonno mi aveva permesso di riprendermi un poco.
Erin mi segui fedele.
Non appena entrai in casa, scorsi Janette che mi osservava curiosa e titubante.
-Buongiorno- disse con il suo tono materno. Quando vide il lupo grigio si irrigidì.
-Buongiorno, abbiamo un po di cose di cui parlare- risposi. Avrei avuto un altro compito importante da svolgere, ma non potevo lasciare quella preoccupazione sui visi dei miei più cari amici.
Ci accomodammo in cucina e raccontai loro tutto. Non era però necessario che sapessero determinati dettagli decisamente imbarazzanti, così li evitai e mi soffermai sulle cose importanti e soprattutto sul fatto che non ero stata scoperta.
-Quindi...- inizio il ragazzino -come si chiama?- concluse indicando la lupa. Lei gli ringhio di rimando.
-Erin-
-Ed è il tuo famiglio- disse Janette ripetendo le mie parole, come se in quel modo potessero acquistare veridicità. Annuii.
-Beh sembra piuttosto normale- concluse.
-È tenerissima!- esordì Abe. Erin sembrò colpita, poi iniziò a scodinzolare nella sua direzione compiacendosi del complimento. Non ci era voluto poi molto perché si affezionasse. Era più simile a me di quanto credessi.
Osservandola notai qualcosa di strano. Mi sembrava cresciuta, un poco più grande di quando era stata creata. "Non è possibile" pensai scuotendo il capo per eliminare quelle assurdità. I famigli erano come i comuni animali, la loro crescita era dovuta solo al tempo.
-Come è stato?- Abe era terribilmente curioso, ma come si poteva dire di no ad un viso così dolce e ad un sorriso così sincero?
-Sarò sincera è stato doloroso, ma poi quando l'ho tenuta in braccio è come se il dolore non fosse mai esistito-.
-Sembra più che lei parli di un parto- esclamò Janette ridendo. Non aveva tutti i torti.
-Si più o meno è stato simile-
-Vuole dire...che...- Abe mi guardò scandalizzato. Arrossii immediatamente intuendo immediatamente a cosa si riferiva e mi sentii anche un poco in colpa.
-Oh nono! Parlavo solo della sensazione! Il famiglio è parte dell'anima, quindi la sensazione è un po' come perdere e poi ritrovare una parte di te-.
-Un po' come quando una madre da alla luce il proprio figlio- spiegò Janette premurosa come sempre.
Abraam sospirò rilassandosi.
La situazione si era fatta imbarazzante e nonostante fossi riuscita a chiarire il malinteso, non me la sentivo di stare ancora con loro. Janette se ne accorse.
-Mia signora, so che è terribilmente stanca, vada a riposare, la sua stanza è già pronta ad accoglierla, la verrò a chiamare non appena sarà pronta la cena-.
Le sorrisi ringraziandola. Essere amiche da così tanto tempo ci rendeva complici la maggior parte delle volte.
Mi diressi verso le scale seguita subito da Erin.
-Ah un ultima cosa Janette- dissi attirando di nuovo l'attenzione su di me -dovremmo creare un piccolo giaciglio per lei nella mia stanza-.
-Si mia signora, vengo subito-.
-No, non preoccuparti, potrai occupartene dopo cena, per il momento sei libera dai tuoi doveri- La cameriera mi fece un piccolo inchino con il capo e un enorme sorriso.
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WITCAM
FantasyIl mio nome è Kendra e sono una Witcam, qualcosa che non deve esistere e non può. La mia vita è segreta, una menzogna e tutto sta per peggiorare.