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Dastan entrò come una furia nell'appartamento di James, battendo la porta alle sue spalle con forza.
-James!-
Il biondo sbarrò gli occhi e si affrettò a mettersi apposto la patta dei pantaloni, mentre correva di fronte al capo. La donna lasciata di là, con gli occhi sensuali e un sorriso biricchino sulle labbra, i capelli sparsi sul cuscino.
Erano quasi arrivati al letto, quasi.
Comparve ansimante e trafelato, con i capelli biondi scarmigliati e le guance rosse.
-Dimmi che hai trovato quei bastardi.- James si limitò a scuotere la testa, deglutendo rumorosamente.-Non sono riuscito a trovarli, ma ho trovato questo archivio su Zoe.- si avvicinó alla scrivania, rovistando fra le scartoffie e tirando fuori un blocco di carta.
Dastan sollevò lo sguardo sulla cartella stretta nelle mani di James. Allungò una mano afferrandola e sfogliandone le pagine.
-Una bambina..-disse solamente. I documenti riportavano la cattura di una bambina di sedici anni. Quale bastardo strappava dalle mani dei genitori una ragazzina indifesa? Strinse la mani a pugno facendone sbiancare le nocche, la carta nelle sue mani si accartocciava fra le sue dita. La sua bimba non aveva conosciuto il mondo esterno per anni, rinchiusa in una cella senza e ricevere amore e cure, da sola per un tempo lunghissimo.
-L'hanno rapita quando era solo una bambina!-. I suoi occhi viola si erano accesi una luce torbida e mostruosa. Sentiva che il suo respiro era diventato pesante e grossi ringhi uscivano dalle sue labbra dischiuse. Avvertiva la sua anima di bestia riscuotersi, svegliarsi e venire fuori, affiorire sulla pelle.
-Dastan! Cerca di calmarti. Adesso sta bene, é con te ed é al sicuro..-mormorò James un po spaventato, mentre lo scuoteva per una spalla.
-Cerca di trovare la loro tana.-
-Dastan? Hai dimenticato di leggere una cosa.. Zoe é la figlia dei McAllister..é una di noi!-
I McAllister erano come loro, immortali, appartenenti alla specie dei licantropi, proprio come loro. Dastan batté gli occhi sconcertato la sua bimba era un essere immortale? E a quale razza apparteneva? Sul suo viso spuntò un sorriso. La sua piccola immortale. Ma non poteva essere un licantropo era troppo piccola e minuta non era di certo un essere feroce come lui.
-Ah James, chiuditi la cerniera, il tuo affare non mi riguarda..- sorrise, voltandosi le spalle. Il piccolo James, sembrava cresciuto. Di certo averlo interrotto era stato comico, sorprenderlo mentre stava a letto con una donna ed aveva il suo odore impresso sul corpo.
-Merda..- mormorò James prima che lui uscisse dall'appartamento.
Chissà come sarebbe stato fare l'amore con Zoe.
Zoe. La sua piccola Immortale.
Ogni immortale poteva appartenere a diverse specie.
Licantropi, vampiri, streghe e fate.
Possibile che la sua bimba fosse una fata?
A lunghi passi si ritornò nel suo appartamento. Pensava che Zoe fosse addormentata, fra le sue lenzuola candide, una bellissima illusione. Ma quel nasino impertinente aveva riscoperto la televisione. La guardava come in estasi, come se non ci fosse cosa più bella. E Dastan invidiava quell'oggetto che era diventato adesso, il suo peggior nemico, poiché riceveva sguardi che lui stesso pretendeva.
-Bimba.-
-Continui a chiamarmi così...ma non sono piccola..-
-Lo so hai vent'anni..-
-Io..io non lo so..-Zoe corrucciò le sopracciglia, guardandolo. Dastan si sentì morire, quello sguardo così triste gli trapassava l'anima.
-Vieni qui piccola..-le chiese, battendo con la mano sul cuscino del divano affianco al suo posto.
Zoe ubbidì, rannicchiandosi al suo fianco, mentre lui la copriva con una coperta poggiata sul divano.
-Sei nata il 28 luglio. Hai 20 anni. Oggi é il 12 maggio, fra qualche mese sarà il tuo compleanno.-
-Compleanno..-ripeté.
-Si, festeggeremo il giorno in cui sei nata,va bene ?-
-Davvero? -chiese illuminando, un sorriso nacque spontaneo sul suo viso.
-Si piccola. Con la torta e i palloncini.-le rispose ridacchiando, spostandosi a carezzarle i capelli.
Zoe socchiuse gli occhi al contatto con la sua mano, il calore che l'avvolse la fece rilassare e lei si spostò fra le sue braccia. Dastan sussultò per poi rilassarsi e abbracciarla stretta contro il suo petto. Le braccia l'avvolsero, il suo piccolo corpo, la sua dolce essenza... Come se gli appartenesse, come se fosse fatta su misura. La testa di Zoe si spostó sotto il suo mento e lui si chinó a baciarle la nuca con dolcezza.
-Continua a chiamarmi bimba, mi piace..-mormoró lei, rivolgendogli un sorriso mentre stringeva le sue braccine intorno al suo busto.
-Era proprio mia intenzione..-

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