25'

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-Tutto questo è davvero necessario?-Zoe sollevò lo sguardo verso Dastan. Stava indossando una delle sue t-shirt nere, sopra un paio di pantaloni cargo grigi. -Sai come la penso.-rispose lui, piegandosi verso il pavimento per indossare le scarpe. -Tuo padre ci sta dando una mano. Sappiamo dove sono, abbiamo dalla nostra parte un po' di vantaggio perchè non sfruttarlo?-

Zoe sospirò, stringendosi addosso il lenzuolo. Era ancora a letto, nonostante lui avesse ricevuto quella chiamata circa un quarto d'ora prima. -Non possiamo solo fare finta che non esistano, amore mio. Questa cosa riguarda molti più immortali di quanti immaginiamo. Voglio solo mettere un punto a questa faccenda. E poi, ce ne andremo in un posto lontano da qui, sul mare  o in montagna....ma insieme.- si chinò su di lei baciandola sulle labbra. -Ti prometto che andrà tutto bene...- Gli occhi di Zoe si inumidirono, mentre lui le dava le spalle.

-Dastan, ti amo, torna da me!- mormorò lei guardandolo uscire dalla porta. Il corpo di lui fu attraversato da un brivido, mentre voltava il capo verso la spalla e le sorrideva. -Anche io.-









Gli anfibi affondarono nel terriccio morbido, coperto di tracce di pneomatico e impronte di scarpe. Le dita di Dastan segnalarono l'entrata di quello che sembrava un capannone industriale. -James, occhi aperti!- sussurrò, appostandosi dietro un pickup . La zona era perfetta, costernata di alberi e isolata dagli umani. Un covo che sembrava essere fatto su misura per quei bastardi. Circa 10 metri di terriccio morbido costernavano il perimetro prima del cerchio di alberi alti. Dastan fece conto di almeno 3 via d'uscita, piazzando alle porte i suoi uomini, prima di fare irruzione. Ma non si aspettava di trovare tutto quello.

Le prime guardie all'entrata furono abbattute senza battere ciglio, prima di inoltrarsi un corridoio illuminato James e altri due uomini alle sue spalle. Le pareti bianche sembravano stringersi attorno a lui menttre seguiva l'odore di chissà quanti immortali. James alle sue spalle portava sulla spalla un fucile M4, -Non ti sembra troppo strano che qui ci siano poche guardie...-Mormorò. Dastan si strinse nelle spalle un attimo prima che entrassero in quella che doveva essere un luogo di detenzione. Altro che carcere. Il puzzo del sangue gli riempì le narici, quasi fino a farlo vomitare. Le prime celle erano aperte e vuote, sul pavimento rivoli di sangue e liquidi corporei. Dastan Rabbrividì voltandosi verso l'entrata dove altri suoi uomini stavano entrando. -Questo posto è un fottuto lager.

Dalle celle in fondo, buie, provenivano forti lamenti. Dastan e James si avvicinarono lentamente, ad occhi aperti, muovendosi lentamente. Dalle celle chiuse, si notavano poche figure di ragazzi e uomini stretti in angoli sporchi, dalle pareti unte. Lo stomaco gli si strinse.

-Dastan, il perimetro è sicuro! Sono scappati un attimo prima che arrivassimo.-

Lui annuì schifato mentre faceva segno alle sbarre di ferro. -James! Aprì queste celle e fa uscire tutti fuori! Voglio radere al suolo questo posto.-

James annuì, mentre guardava l'amico salire su per le scale ed uscire all'aria aperta. Tutto quello era orribile...mostri. Loro erano i mostri? O lo erano gli umani?

Si passò una mano fra i capelli, mentre gli si formava un groppo in gola. Zoe...

Lei aveva sopportato tutto quello, aveva vissuto in una cella era stata sottoposta a chissà quale tortura. Un brivido gli attraversò il corpo.

Qualcosa non andava.

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