Voglio odiarti.
Giuro, lo voglio con tutta ma stessa.
Ma secondo te ci riesco? Ti rispondo io, no.
Ci ho provato, in mille modi, in mille occasioni, ma non ci riesco.
Ogni volta che qualcuno pronuncia il tuo nome, non sento più nulla. È un passo avanti no?! È come se parlassero di una persona comune, che ho per caso incontrato al supermercato.
Poi ti vedo, e Dio solo sa quanto vorrei scappare, nascondermi non vederti più.
Ma non posso, me lo sono ripromessa. Ci sediamo, vicini, non è una nostra idea ma il caso che si prende gioco di me.
Ti ignoro, quando mi parli non ti guardo neanche, faccio qualunque cosa per non guardare niente di te.
Ma ogni tanto il mio sguardo vaga e si posa sulle tue mani, e all'improvviso mi ricordo com'era quando le posavi sul mio corpo.
Quando le tue dita si intrecciavano con le mie, riscaldando le mie nocche.
Ho freddo.
Mi tiro le maniche fino a coprirmi le mani, che scompaiono al loro interno. Guardo dalla parte opposta a dove tu sei seduto, non devi più guardarmi negli occhi, non devi più leggere le mie emozioni al loro interno, non devi più sapere cosa provo.
Ho dimenticato il tuo viso, con tanta fatica.
O almeno così credevo.
Ma Dio la tua voce è indelebile, come il tuo tocco delicato quando mi accarezzavi.
L'altra sera stavo leggendo un libro, dove il protagonista alza i pollici in segno di incoraggiamento. All'improvviso mi compare davanti agli occhi un ricordo nitido.
È il tuo viso con un espressione da idiota con entrambi i pollici alzati.
La scaccio dalla mia testa come se mi fossi appena svegliata da un incubo. Chiudo gli occhi, respiro.
Li riapro, riprendo a leggere, ripetendomi mentalmente le differenze tra il ragazzo di cui sto leggendo e te. Mi ci sono voluti alcuni minuti per riprendermi dal ricordo che si era fatto spazio con prepotenza nella mia mente.
Oggi ho fatto di tutto per non guardarti. Penso di aver fatto un buon lavoro, perché mi hai lanciato occhiate furtive. Mentre io fissavo il pavimento, come rapita dalle crepe di una mattonella. Ma prima di andartene per sbaglio ho incrociato il tuo sguardo, e ancora una volta il mio cuore si è fermato.
Per fortuna è stato un millesimo di secondo, poi te ne sei andato, senza salutare nessuno.
In quell'istante ho capito che non è vero niente di quello che mi racconto. Non è vero che ti ho dimenticato.
Non è nemmeno vero che sono innamorata del ragazzo che incontro in metropolitana che tutte le mattine e mi fermo a guardare.
Non è vero niente.

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Storie Di Me
Short StoryQuesta è una raccolta di piccole storie o racconti. Sono io che metto su scritto cose che mi colpiscono che vedo in giro e mi ispira, di film mentali e di sentimenti che provo. Non ho uno stile, troverete storie a sfondo "filosofico" altre triller...