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"C'è un incontro fissato,
ancora senza ora e senza data,
per trovarci, io sarò lì,
puntuale, non so tu."
(Julio Cortázar)Capitolo 1
Clary11 Aprile 2018
Era un normale mercoledì mattina di metà aprile.
Le vacanze di primavera erano finite il venerdì precedente e tutti ci apprestavamo a rientrare a scuola. Per nostra fortuna, il nostro istituto era rimasto chiuso anche per i due giorni precedenti, a causa di un problema alle tubature.
Perciò, erano più di due settimane che non andavo a scuola. Non che mi lamentassi.
Contavo i giorni che mancavano alla sua fine - sessantasette, per la precisione-, ed ogni mattina diventava sempre più dura recarsi in quelle mura, tra professori che stressavano perché l'anno dopo avrebbero avuto inizio per noi i test di preselezione per il college, più i tirocini per essere avvantaggiati nelle ammissioni, altre mille cose da fare in vista dei test di metà trimestre e progetti vari per avere più crediti.
In quel momento, come quasi ogni mattina, stavo aspettando che Marise, la madre di Izzy, la mia migliore amica, mi passasse a prendere.
Isabelle Lightwood ed io ci conoscevamo sin dall'asilo. Ai tempi, complici i miei capelli color carota sui quali ho dovuto ascoltare battutine fino alla seconda media, non ero propriamente la più popolare. Le bambine tendevano a restare lontane da me, a parlarmi alle spalle e a spingermi giù dall'altalena, quando riuscivo a salirci.
Un giorno, però, proprio mentre Aline Penhallow e Brigitte Garrett mi stavano spingendo giù dalla giostra, riuscendo a farmi cadere per terra, Isabelle apparve davanti a noi, nei suoi ben dieci centimetri in più di altezza.
Le aveva intimidite, con la sua bellezza già così sconvolgente, che la faceva assomigliare ad una versione con capelli lunghi di Biancaneve: grandi occhi scuri, quasi color nero, profondi e senza fine; labbra carnose e rosse; pelle bianca come porcellana e un sorriso sornione e arrogante.
Non c'era da stupirsi che al liceo fosse diventata la ragazza più popolare, nonché capitano della squadra di pallavolo.
E così, le aveva fatte allontanare e poi aveva spostato lo sguardo su di me, trasformando l'espressione del suo viso in un caldo sorriso, pieno e gentile. Mi si era avvicinata, aveva allungato una mano verso di me, invitandomi ad afferrarla.
L'avevo guardata con ammirazione e gratitudine, ma anche con un po' di invidia per come era riuscita ad affrontare a testa alta le due serpi. Poi, però, avevo incontrato i suoi occhi, così solari e buoni. Mi ispirarono fiducia e prima ancora di rendermene conto, la mia mano si era mossa verso la sua, che mi aveva afferrato e tirato su.
Quello fu l'inizio della nostra amicizia; da allora, non ci eravamo più separate.
E per me aveva anche avuto inizio la pace, perché, quando Izzy mi affiancava, nessuno osava trattarmi male.
Marise arrivò e si fermò davanti la mia casa. Spostai la schiena dal cancello che delimitava la nostra proprietà e raggiunsi in fretta la macchina, sedendomi dietro al lato passeggero.«Buongiorno», esclamai.
«Ciao, Clary», mi rispose la signora Lightwood, la copia più grande della figlia, da cui la mia amica aveva ereditato il fascino.
Izzy, intanto, si sporse dal sedile davanti verso di me e mi baciò una guancia, come da nostra routine.
Dopodiché, partimmo alla volta dello Spanish Harlem.
«Che programmi avete per oggi?», ci chiese Marise, qualche minuto dopo.
Sollevai lo sguardo dal libro di geometria, che avevo tirato fuori dallo zaino per ripassare, visto il test che mi aspettava. Lanciai un'occhiata ad Izzy, dopotutto era lei a conoscere i nostri piani per la giornata. Io, di solito, anche se prendevo parte alla decisione, non li ricordavo e quello era uno di quei casi.
La mia amica chiuse il rossetto, lo posò nella pochette, che aveva posto sul cruscotto, e fece schioccare le labbra ora rosse, prima di rispondere.
«Andremo a vedere un film al cineforum della scuola. Poi, non so...mangeremo qualcosa, forse da Holly.»
Mi rivolse uno sguardo come per chiedere conferma ed io alzai le spalle. Film ed Holly come programma mi andavano più che bene.
«Oh, bene. Ricordati di farti dare le chiavi di casa da Alec, lui e Max stasera dormono fuori e tuo padre ed io non saremo a casa prima delle nove e trenta.»
Isabelle annuì, per poi tirare fuori dalla borsa l'eye-liner.
Quella non era certo una novità per lei. Ogni mercoledì e venerdì, i genitori di Izzy si recavano, infatti, da un terapista di coppie, visto il loro matrimonio in crisi da quando...beh, da quando ne avevo memoria.
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My Loving Clash |IN PAUSA
FanfictionNUOVA VERSIONE DI Città dei Mondani, che trovate, completa, sul mio profilo. Quando il nuovo anno inizia, Clary tutto si aspetta meno che andare a sbattere contro Jace Herondale, uno dei ragazzi più belli della scuola, né si aspetta che quello stess...