Era da troppo tempo che ero tra quelle braccia cosi accoglienti e calde sotto quello sguardo puro che riusciva a disarmarmi con cosi tanta facilità.
Notai tutte le caratteristiche di quegli occhi cosi belli e amalianti.
La pupilla era di un nero pece come un buco nero che risucchia tutto ciò che vedeva
-Una pozza di petrolio in mezzo ad una distesa di acqua salata- fu la prima cosa che pensai.
Dal buio della pupilla si sviluppavano come raggi solari prima sfumature di giallo-oro per poi trasformarsi via via in un azzurro puro come il cristallo. Come se la luce della stella fosse stata smorzata dalla eclissi, lasciando trapelare però dei raggi che si irradiavano nella vastità del cielo.Perché era proprio quello che era.
Quegli occhi erano stati forgiati da due pezzi di cielo rubato.
Quell'azzurro era tessuto da troppe tonalità, cosi tante quante le stelle nel cielo, che si fondevano trovandone altre, quegli occhi erano cosi ricchi di azzurro che non so nemmeno come descriverli.Avevo paura che da un momento all'altro il limite delle iridi si sarebbe bucato da quanto azzurro conteneva e facesse uscire da li un po di quel l'intensità.
Il limite dell'iride era delimitato da intrecci di fili di blu scuro quasi viola, quasi a formare un pizzo o merletto.Tutti quei colori erano delimitati da un bianco candido disegnato da un taglio di occhi particolare e bellissimo leggermente a mandorla.
La loro forma era incorniciata da lunghe e folte ciglia castane, quasi fatte a posta per far risaltare quei due paio d'occhi che sembravano quasi finti.Stavo guardando gli occhi in se, ma poi iniziai ad osservare i veri occhi, ed erano veramente troppo vicini.
Lui mi sorrise lievemente e sussurrò:
"Ciao"Okay Abigail riprenditi, è davvero troppo vicino, e a me non era mai piaciuta la troppa vicinanza. Spalancati gli occhi e senza pensare alle conseguenze lo spinsi lontano da me e borbottai:
"Che cazzo fai attaccato come una cozza?"Mi guardò basito o forse stupito, probabilmente non gli capitava molto spesso quella reazione da parte di una ragazza. Mi resi improvvisamente conto di quello che avevo fatto e mi nascosti dietro i ciuffi di capelli che uscivano dalla mia crocchia disordinata:
"Io...io...io scusami davvero, solo che... Odio la vicinanza con gli sconosciuti" mi scusami goffamente.Lui mi sorrise nuovamente senza spiccicare parola. Da dietro i ciuffi di capelli che posò il suo sguardo dietro le mie spalle, così mi girai. Dietro di me, con un pallone sottobraccio, c'era Juls un mio compagno di classe. Forse quello meno sfigato in classe nostra, che con la sua parlantina si permetteva di parlare con tutti, anche quelli di alto rango.
Gli sorrisi e lo salutai, mentre lui si avvicinava, possibile che conoscesse quel ragazzo che mi aveva bombardato con la sua palla da calcio?
"Allora, vi siete già conosciuti eh? E io che volevo fare gli onori di casa" ridacchiò."Be veramente lui ha provato a staccarmi la testa con una pallonata ma va bene- posai lo sguardo sullo sconosciuto e mi accorsi di avergli praticamente dato dell'idiota- cioè no, è colpa mia perché non sono stata attenta. Mi dispiace non te ne faccio nessuna colpa solo..." e continuai per un po a borbottare cose senza senso.
Finché lui non mi bloccò ridendo:
"Ehi tranquilla, non è colpa tua se sono una schiappa a calcio. Quando gioco sembra quasi che la gamba sia staccata dal cervello e vada a scorrazzare dove gli pare, e mi dispiace che quest'oggi tu sia stata la mia vittima." sbuffò divertito, e forse irritato da quella sua incapacità.Mi sorrise di nuovo e io nuovamente spostati lo sguardo su Juls che ci guardava curioso, per non arrossire come una tredicenne con gli ormoni a mille:
"Be allora, Abigail questo è Cole, un mio amico d'infanzia, mentre Cole, questa è Abigail una mia compagna di classe."
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Out of the Shadow
RomanceAbigail è una ragazza insicura, non sa mai cosa dire, eppure il suo silenzio vale mille parole. Ogni volta che si guarda allo specchio vede un'altra persona, ma rinnega ciò che è diventata perché ha paura del cambiamento. Ma senza accorgersene farà...