La confusione intorno a me era così forte da annullare tutto il resto. Avete presente quando il mondo intorno a voi si muove, va avanti, e tu sei l'unico in silenzio, a rimanere indietro e guardare le altre persone superarti? Sentivo proprio quella sensazione. I rumori erano così forti e indistinti tra loro da costringermi a chiudermi in me stessa, nella stanza buia che era la mia testa.
Era come se una piccola bolla si fosse formata intorno a me estraniandomi dal mondo esterno. C'ero solo io, i miei pensieri e il mio cuore che palpitava, nient'altro. Ma quella sensazione di abbandono durò molto poco perchè pochi secondi dopo un foglietto di carta accartocciato mi colpì la fronte, facendomi uscire dalla stanza buia.
Fissai per un paio di secondi il foglietto ripiegato su se stesso chiedendomi chi me lo avesse lanciato. Solo dopo ne notai tanti altri, ai miei piedi che evidentemente non avevano raggiunto la meta come l'ultimo.
Mi venne un po' da ridere pensando che quella persona sarebbe potuta benissimo venire a parlare direttamente con me visto che erano tutti alzati.
Mi guardai un po' intorno e non notando nessuno con lo sguardo fisso su di me mi chinai sulla superficie del banco e aprii il foglietto. Senza nemmeno leggere quello che era stato scritto di biro nera agitai velocemente la mia penna sulla carta per rispondere. Avevo capito benissimo di chi si trattasse.
"Lo sai che siamo nel ventunesimo secolo vero?" avevo scritto.
Sperando che nessuno avesse visto le mie mosse impacciate alzai velocemente il braccio e tirai la pallina di carta sul banco poco più avanti al mio.
La risposta non tardò ad arrivare:
"Tu come copi dagli altri, nelle verifiche senza i bigliettini scusa?"
Strappai dal mio quaderno un nuovo lembo di carta perchè l'altro era ormai finito:
"Semplice, non copio imbecille!" l'ultima parola era scritta con molta più enfasi delle precedenti.
"Modera i termini piccola Abigail.. dicevo, ma i tuoi genitori?" quella volta la mia mano non era subito scattata per la risposta. Rilessi varie volte il suo ultimo messaggio e poi infine rialzai lo sguardo e trovai due occhi azzurri fissarmi.
Scrissi una sola parola:
"Punizione"
Appena Cole lesse le mie parole scoppiò a ridere così forte che Kate si girò verso di lui e lo guardò male.
La sua reazione mi fece sbuffare rumorosamente e spostai il mio sguardo sulla porta che si era appena aperta silenziosamente. Almeno avevo una distrazione.
Il professore di lettere fece la sua entrata nella classe con un leggero strato di sudore sulla fronte e la cravatta tutta storta. Alla sua comparsa tutta la classe si era come riassestata in un millisecondo facendo sembrare che fossimo stati tutto il tempo in religioso silenzio aspettando diligenti l'inizio della lezione.
"Allora ragazzi, ho letto i vostri lavori che vi avevo assegnato per casa e..." prese un bel respiro.
Quando faceva così significava solo due cose: o era estasiato da ciò che avevamo fatto o era rimasto molto colpito.
Negativamente.
Ciò di certo non aiutava affatto visto che era uno il contrario dell'altro. Ma come dire, era una persona abbastanza lunatica, riusciva benissimo a entrare in classe con un sorriso smagliante per poi inziare a urlarci contro.
"Sono rimasto molto deluso dal vostro lavoro, davvero" finì, sfilandosi gli occhiali dal naso per poi ripiegarli con molta cura e appoggiarli sulla cattedra.
STAI LEGGENDO
Out of the Shadow
RomanceAbigail è una ragazza insicura, non sa mai cosa dire, eppure il suo silenzio vale mille parole. Ogni volta che si guarda allo specchio vede un'altra persona, ma rinnega ciò che è diventata perché ha paura del cambiamento. Ma senza accorgersene farà...