Il mio corpo ormai era un contenitore di pura libertà. Era da anni che non mi sentivo cosi, sempre legata dalle pesanti catene dei fantasmi del mio passato. Ormai non sapevo nemmeno cosa volesse dire, quella parola. Cercavo di convincermi che la mia vita quotidiana mi donasse quanta più libertà si potesse avere, eppure in quel momento, con il vento contro e le gambe in movimento, mi resi conto di essermi presa in giro da sola per tutto questo tempo. Le catene non pesavano più, e non mi sentivo più in bilico tra la terra ferma e il nulla sotto di me, tutto grazie all'ancora che era in quel momento la mano stretta alla mia. L'unico pensiero di cui avevo paura che si avverasse era che le ancore o ti salvano o ti trascinano sul fondo, e avevo il terrore che Cole mi avrebbe prima salvata per poi farmi affondare nel nulla.
Ma non ci pensai molto ,però , perché in quel momento quella era un'idea del futuro così lontana che mi faceva davvero fatica spremermi le meningi per stupide menate mentali.
Con solo la strada davanti a me e Cole a correre al mio fianco era impossibile avere pensieri negativi. Non sapevo nemmeno dove stessimo andando, ma cosa importava? Avevo perso la strada tempo prima, e sinceramente non mi interessava la mia meta, anche perché non ne avevo mai avuta una. I polmoni ardevano, a contatto con l'ossigeno che ormai graffiava lento la mia gola. Sentivo il sangue scorrere più copioso nelle mie vene, carico di adrenalina. Le gambe si muovevano da sole mentre i muscoli bruciavano velocemente le calorie. I capelli mi battevano sul naso e sulla fronte come fruste. Il mio cuore batteva velocemente, a lavoro per combattere la forza del vento e per ignorare la stretta ferrea alla mano. Dopo quella corsa estenuante e liberatoria finalmente Cole mi bloccò, respirando affannosamente insieme a me e appoggiando le mani sulle ginocchia abbassandosi leggermente. Nonostante ciò rimaneva lo stesso più alto di me di un bel po'.
Quella posizione, tuttavia, mi impediva di vedere i suoi occhi più accesi che mai e ciò mi irritava enormemente. Mi appoggiai al muro di mattoni dietro di me ripensai allo sguardo assassino della prof di algebra, seguito subito dopo dal ricordo di lui e Kate. Una fitta al cuore, non causata dalla mancanza di ossigeno per la corsa mi fece piegare in due. Anche se ci avessi provato, non mi sarei mai potuta fidare ciecamente di Cole, ormai il tempo della ragazzina ingenua era finito. Al suo posto era arrivata una che non si lasciava abbindolare da quasi nulla. Eppure c'era sempre quel quasi che non mi convinceva per niente. Ebbi un brivido quando capii che l'unica cosa che riusciva a sfondare la mia timidezza e riservatezza, fossero gli occhi del ragazzo davanti a me ancora intento a riprendere fiato. Era come se in sua compagnia non mi interessassero più i miei principi e facessi la maggior parte delle cose che facevo per dimostrargli qualcosa. Ancora non sapevo bene cosa fosse quel qualcosa ma lo avrei scoperto presto. Finalmente Cole riprese la sua posizione eretta e mi raggiunse, appoggiandosi anche lui al muro di mattoni :"Che dici, la prof andrà a spifferare tutto alla vice preside?" chiese Cole con un sorrisetto stampato sulle labbra. Lo guardai affascinata, ma distolsi lo sguardo, prima che potesse accorgersene:
"Nah! Quella li è buona come il pane, al massimo ti terrà il muso lungo per un po' di tempo niente di che" lo rassicurai, anche se dalla sua espressione sembrò che avessi negato ad un bimbo la caramella più gustosa di tutto il pianeta.
Si rabbuiò visibilmente ed abbassò il capo, guardando lo scolo dell'acqua accanto al marciapiede. Iniziò a rigirarsi nervosamente l'anello di metallo che portava all'indice della mano destra. Sembrò in procinto di dire qualcosa, ma poi si zittì nuovamente, tornando ad osservare l'acqua dello scolo.
Lui era cosi turbolento, misterioso, non si riusciva a vedere il fondo di lui, non si riusciva a scorgere come era davvero perché troppo inquinato da sostanze esterne. Era proprio come l'acqua in quello scolo. Come avrei voluto, depurarlo, renderlo cosi trasparente da rendere visibile il fondale a tutti, eliminare l'inquinamento. I suoi comportamenti mi intrigavano, e mi strabiliava come potesse essere lunatico, da comprensivo a istigabile, da premuroso a riservato, da dolce a bastardo. Questo era per allontanare gli altri? Erigere una barriera tra lui e il mondo esterno? Cercare qualcosa di alternativo alla quotidianità? L'unica cosa che sapevo di questa faccenda era che con me non avrebbe funzionato, o almeno lo speravo.
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Out of the Shadow
RomanceAbigail è una ragazza insicura, non sa mai cosa dire, eppure il suo silenzio vale mille parole. Ogni volta che si guarda allo specchio vede un'altra persona, ma rinnega ciò che è diventata perché ha paura del cambiamento. Ma senza accorgersene farà...