Capitolo 10

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Credete che io me ne sia rimasta indifferente? Ebbene no, perché all'improvviso sentii come se mi fossero mancati centinaia di battiti per poi subito dopo, come se il cuore avesse fatto un battito che andò contro la cassa toracica, facendomi venire i brividi fino alla unta dei piedi.

Non so bene se fu una sensazione di fastidio o meno, ma la provai.

E mancò poco che finisssi con il culo all'aria complice lo stupore e la mi insolita infermità sulle gambe. Inutile dire che di solito avevo abbastanza equilibrio, eppure nelle ultime settimane sembrava quasi che fossi in bilico tra il restare in piedi e cadere, e non parlo solo della mia camminata.

Quando mi ripresi un po' meglio, mi resi conto che il pianto disperato continuava ronzarmi nelle orecchie e nell'aria. Mi resi conto subito dopo che Cole si era già mosso, avvicinandosi con cautela a quel tubo di legno. Sembrava quasi un felino, mentre camminava con passi studiai e silenziosi, nonostante la grossa stazza.

Io ovviamente ero ancora rintanata sotto la rassicurante ombra di un leccio.

Dettagli.

Lo vidi avvicinarsi sempre di più al gioco finché, con un passo più lungo e veloce degli altri, si materializzò davanti all'entrata del tubo, esattamente sotto il fascio di luce di un lampione, che finalmente mi aiutò a contemplare il suo viso, i suoi occhi.

Si abbassò sull'entrata del tunnel, e una volta al giusto livello per vedere cosa ci fosse dentro, vidi la sua espressione diventare da minacciosa a comprensiva e con un lieve accento di orgoglio in meno, forse complice il fatto che pensasse di essere da solo.

Lo sentii dire:

"Vieni qui piccolino" e subito dopo scomparire quasi completamente dentro il tubo. Forse era un piccolo gattino? O un procione?

Ma secondo te un procione piange?

Okay decisamente no, ma tutto è possibile... almeno credo.

La curiosità mi stava mangiando viva mentre sentivo solo Cole ridurre a dei sussurri la voce profonda che divenne quasi un mormorio.

Quando finalmente sfilò la testa e il busto dal gioco non credevo ai miei occhi.

Un bambino?

Esatto, in braccio stava proprio tenendo un bambino, che avrà avuto si e no sei anni.

Il piccolo aveva la testa nascosta nell'incavo del collo di Cole e riuscivo ancora distinguere chiaramente il suo respiro poco regolare.

Cole prese un bel respiro e ancora con il bambino il braccio, si alzò meglio ed andò ad appoggiarsi con il fondoschiena al gioco di legno. E che fondoschiena! Non che io glielo avessi guardato ma...

Stavo davvero pensando al suo fondoschiena? Okay avevo più problemi del previsto evidentemente.

Il bambino si sistemò meglio sul grembo di Cole, stringendo le gambine al suo busto e allontanandosi un po' per guardarlo bene in viso.

"Come ti chiami piccolo?" gli chiese Cole con una voce dolce che non gli avevo mai sentito usare.

Il bambino sembrò pensare se fosse stato conveniente dire ad uno sconosciuto il proprio nome o meno. Decise di si.

Con voce flebile disse:

"Io-io sono... sono Oliver" mormorò lentamente

Oddio che nome carino. Mi stavo sciogliendo a vedere quella scena, un ragazzo grande e grosso con in braccio un piccolo scricciolino di nome Oliver. Per quanto non ruscissi a sopportare i piagnistei dei bambini piccoli, Oliver lo trovavo davvero adorabile.

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