in gita 4

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Dopo la ricreazione, Henry era rimasto pensoeroso per un po' per riflettere sull'accaduto. In effetti questo spiegava alcune cose, fra cui i repentini cambi climatici, il disastro climatico di due anni prima e perché Leo potesse andare a fuoco. A quel punto tutto aveva più senso.
Purtroppo per lui non poteva svelare niente a nessuno, nemmeno alla sua amata Charlotte, che però avrebbe senz'altro capito che nascondeva qualcosa.
Henry sperava solo che avvenisse non troppo presto, perché allora non avrebbe davvero saputo cosa fare.

Leo era decisamente contento che Chirone avesse rivelato tutto a Henry, dato che così non avrebbe dovuto nascondere nulla all'amico.

Charles era contento per il fratello, ma stava pensando a quando e come dirlo agli altri semidei. Insomma, non sarebbe stato come per Rachel: lei vedeva attraverso la foschia, era l'oracolo di Delfi, Henry era un comune mortale, ma se Chirone aveva deciso di raccontargli tutto, perché no?

Nel museo i tre erano rimasti piuttosto silenziosi, salvo poi osservare con attenzione l'ultima sala nella quale erano arrivati: l'armeria.
Era composta di due grando stanza di legno costellate di decine di lame d'acciaio, di pistole, di fucili ad avancarica, armature medievali complete e... due lame di bronzo celeste? Chirone stava sorridendo fra se, come a riconoscere quelle lame. Forse era proprio così.

"Pensavo fossero andate perdute..." mormorò fra sé.

"Prof.?" Annabeth era sicura che il centauro avesse conosciuto i proprietari di quelle lame. Chissà chi erano... sarebbe stato interessante conoscerli.

"Mi chiedono spesso di lei, prof." intervenne Nico.

"Davvero? Erano due cari ragazzi...Lorena e Marino...me li ricordo*"

"Si ricorda di tutti?" interloquì Percy.

"Si, ognuno di voi. Di ognuno ho tenuto una faccia, un nome, una lacrima o qualche risata **" assentì l'insegnate, con gli occhi lucidi. Di ognuno di loro ricordava ogni cosa "Annabeth, per favore..."

"Va bene. Testa d'Alghe avverti la professoressa LoGiudice che usciamo un momento" ingiunse la ragazza, comprendendo il bisogno di solitudine dell'insegnante.

"Sapientona posso venire con..."

"No testa d'Alghe, non puoi. Tranquillo, non mi succederà nulla" ribadì la ragazza.

"Va bene, ma se c'è qualcosa chiamami. Subito." chinò la testa in risposta l'altro.

Chirone nel frattempo li guardava intenerito: quei due ragazzi avevano avuto una sfortuna rara, anche per essere dei semidei, eppure erano ancora uniti e lo sarebbero stati probabilmente per sempre. Se li sarebbe ricordati insieme, ne era certo.

La professoresaa LoGiudice aveva semplicemente preso nota del desiderio di solitudine del collega e, con sollievo di Percy, lo aveva accettato senza fare domande.

All'interno, la classe stava osservando la collezione.
Sofia stava valutando l'aspetto estetico, Charlotte l'ergonomicità, Henry si stava chiedendo come funzionassero i meccanismi delle armi da fuoco ad avancarica. Non sembravano particolarmente difficili, ma date le recenti scoperte, poteva risultare utile conoscerli.
I semidei stavano soppesando ogni singolo pezzo molto attentamente, ma senza dare nell'occhio.

Questo fino a che una finestra non era esplosa naturalmente ed erano stati costretti ad andarsene tutti, gentilmente evacuati dal personale in servizio.

Visto Sapientona, se non succede a te, succede a me... diamine! Un lestrigone...mi mancava proprio... si ritrovò a pensare il figlio del mare, mentre polverizzava il mostro in pochi fendenti, coperto dai compagni. Cera una sola cosa strana: il Lestrigone -prima di essere ridotto in liofilizzato- non stava puntando Percy, né Jason. Stava puntando... qualcun altro, ma chi?

* I personaggi sono tratti da Dago

**la strada, MCR

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