arrivo

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Arabella Sveva Montrose amava molto insegnare greco e filosofia nella scuola collegio del suo paesino. Oltre ad essere docente, era anche la custode della scuola, una villa settecentesca miracolosamente sopravvissuta alle guerre ed ai saccheggi.
Quel martedì sera stava esaminando due incombenti problemi.

Il primo era che l'insegnante di storia e latino -un suo caro amico ormai anziano- quell'anno sarebbe andato in pensione e non erano molto gli insegnanti disposti a trasferirsi in un luogo tanto isolato e scinosciuto, ma uno c'era ed era il professor Brunner... Bunner forse.

Provò a chiamarlo, ma a rispondere non fu chi si aspettava: una voce giovane, seria e dal marcato accento inglese, che si presentò come l'assistente dell'insegnante. Dopo aver parlato con la ragazza, che aveva scoperto chiamarsi Annabeth, per le informazioni generali, la professoressa annotò nella lista delle cose ancora da fare di richiamare il collega per gli ultimi dettagli.

Il secondo 'problema' consisteva nel trasferimento temporaneo di un gruppo di ragazzi dai curricula scolastici non proprio lindi all'interno dell'istituto. Incuriosita dalle strane storie dei futuri allievi, la docente decise di accettarli.

Provò a chiamare i genitori, solo dopo molti infruttuosi tentativi, una signora dalla voce dolce che corrispondeva al nome di Sally Stockfiss finalmente rispose, le assicurò che molte chiamate erano risultate vane a causa del fuso orario e la rassicurò del fatto che avrebbe contattato lei gli altri genitori dato che li conosceva tutti personalmente.

Con suo grande stupore, giovedì mattina le arrivò una busta con tutte le conferme dei genotori dei ragazzi.

Il giorno prima del primo di quel nuovo anno scolastico, arrivarono sia il nuovo insegnante che gli studenti.

Complessivamente risultavano abbastanza stravaganti: l'uomo era seduto su una seria a rotelle, sospinto amorevolmente da una ragazza bionda e da un ragazzo corvino la cui aria decisa e ribelle era addolcita da uno sguardo carico di significato rivolto all'altra. I due chiacchieravano fra loro e con l'insegnante come se si conoscessero da sempre e nessuno potesse fare a meno degli altri.

Poco più in là c'era un ragazzo dall'aria allegra che stava giocherellando freneticamente con un cavatappi, degli elastici e dei bulloni mentre, subito affianco, uno studente spiccava per la sua staticità e per l'abbigliamento: tutti indossavano una maglietta arancione o viola, metre lui era l'unico a essere abbigliato interamente di nero. Ad osservare di spttecchi quest'ultimo era la sua nemesi: biondo (naturale), aria vispa, solare.

Seguivano una ragazza ed un ragazzo che stavano parlando e scambiandosi eloquenti sguardi dolci e Arabella deciseche avrebbe ricordato di mantenere la moderazione richiesta dall'ambiente scolastico.

A chiudere il gruppo erano una ragazza ed un ragazzo dall'aria attenta e sveglia, tre grossi cani dall'aria mansueta, ma pericolosa e due cavalli. L'insegnante strabuzzò gli occhi: di quella evenienza non era stata avvertita... fortunatemente le venne in mente che la villa era sufficientemente antica da avere le stalle incluse.

Fece un profondo respiro, si preparò per accoglierli ed ebbe la strana quanto certa sensazione che quello sarebbe stato un lungo anno.

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