Capitolo 9

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Come al solito, ero in ritardo. Come al solito, avevo spento la sveglia e mi ero riaddormentata.
Che testa di cazzo.
Avevo esattamente 15 minuti per lavarmi, andare in bagno, fare colazione, vestirmi, lavarmi i denti e sistemarmi un ciuffo ribelle che durante la notte aveva preso una brutta piega, rimanendo sparato per aria.

Raggiunsi il treno con altre due falcate. Ce l' avevo fatta.
Anna e Ale mi guardavano com un' espressione divertita.
-Ce l' hai fatta, si?!- rideva Anna.
-Non rompere i coglioni- le dico scocciata.
Lei fa spallucce.
-Vieni al conservatorio?- mi chiede Anna.
-Si.-
-Stai su o torni a casa a mangiare?-
-Non lo so, dopo vedrò.-
Lei e Ale si guardano con sguardo complice, nascondendo a stento una risata.
-Strano- mi dicono con una punta di ironia -di solito decidi sempre tutto per tempo.-
Nel frattempo, siamo arrivate a destinazione. Scendiamo dal treno, e io le precedo, per lasciarmele alle spalle. Mi sono stufata dei loro commenti.
Arrivo in classe in pochi minuti, loro giungono qualche attimo dopo.

Finalmente, ho l' opportunità di sfogare l' ansia e la pesantezza della giornata. Entro in spogliatoio col mio solito fare da menefreghista: quando sono con le mie compagne di squadra, mi piace lasciarmi andare, oltrepassare quella maschera che mi caratterizza in qualsiasi altro contesto; mi piace far vedere l' altro mio lato, quello libero, ribelle.
In fondo, cos' ho da nascondere a delle persone davanti alle quali, tre volte alla settimana, sono completamente a nudo, e non nel senso metaforico del termine?
Sbatto il borsone per terra, mi siedo sulla panchina.
-Ciao anche a te eh!- mi fa Sarah.
-Ciao.- sospiro.
-Che hai?-
-Niente, sono stanca.-
-Allora un abbraccio me lo dai?-
-No.-
Lei fa per andarsene, ma io la blocco per un polso.
-Si che te lo do, idiota- rido. Adoro fare l' offesa con lei.
-No no, adesso lasciami stare, vatti a cambiare.- finge di essere imbronciata.
La assalgo con un abbraccio, facendola inciampare pericolosamente sul suo borsone: cadiamo entrambe sul suo borsone.
-Sei pazza? Mi vuoi ammazzare?- sbotta, nascondendo un sorriso di compiacimento.
Io arrossisco, consapevole che tutte le nostre compagne di squadra hanno assistito a quella scena.
Il mister ci richiama all' ordine: -ragazze, siete pronte?-
-5 minuti mister!- urliamo tutte.
-Chi non è in campo entro 5 minuti, corre il doppio delle altre come riscaldamento!- ci avvisa lui.
Merda.
Sono sempre lenta a prepararmi. Noto che anche Sarah si deve ancora cambiare del tutto.

Esco correndo dallo spogliatoio, seguita da Sarah. Le altre, sono già sparse per il campo che palleggiano.
-Laura e Sarah, sono passati 5 minuti e 30 secondi da quando vi ho avvisate. Adesso fate allenamento con le altre, ma più tardi vi fermate e fate 5 giri di campo. Esigo la puntualità!-
Io e lei ci guardiamo sconcertate. Subito dopo, il mister ci fa mettere in cerchio e ci spiega il programma della serata: esercizi per il rinforzo della muscolatura, ripetute da 50 m, 100 m, 200 m e 400 m, e infine partitella.
Infine un bel niente, poi devo farmi anche 5 giri di campo.

Sono le 21.00, le altre hanno finito allenamento. Si vanno tutte a lavare, mister compreso. Rimaniamo io, Sarah, e il custode del campo. Così, parlando del più e del meno, io e Sarah iniziamo a corricchiare, esauste. Fortunatamente, parlando, il tempo passa più in fretta. Quando abbiamo finito, lo spogliatoio si è svuotato.
Ci svestiamo in fretta, dobbiamo fare presto: il giorno dopo abbiamo scuola. Quindi entro in doccia, e lascio che l' acqua calda mi rilassi un po', chiudendo gli occhi.
Sento ciabattare verso la doccia alla mia destra anche la mia amica.
-La prossima volta, magari, evitiamo di sfidare il mister arrivando apposta in ritardo.- ridacchio. In fondo, mi ha fatto piacere trascorrere del tempo con Sarah. Era da molto tempo che non parlavamo così tanto...
Lei non risponde.
-Sarah ci sei? Ti sarai mica offesa di nuovo!-
Ancora silenzio.
-Sarah?- socchiudo un occhio quanto basta per capire che cosa le è successo.
È rivolta verso di me, lo sguardo infuocato.
Mi prende i polsi e me li ferma al muro alla mia sinistra, baciandomi con foga.
-A me invece, non dispiacerebbe affatto ripetere questa esperienza.- sussurra con voce roca.
Cavolo. Quella voce.
Affoga nuovamente nelle mie labbra, approfittando dei miei gemiti per infilarmi la lingua in bocca. Le nostre lingue iniziano a danzare, senza esitare un attimo di più. Faccio aderire ancora di più il suo corpo al mio, spingedola con una mano sul suo fondoschiena verso di me.
La sua mano scende sul mio seno, giocherellando con i miei capezzoli.
Si abbassa momentaneamente sul sinistro, per leccarlo, mordicchiarlo, e succhiarlo, mentre l' altro viene continuamente stuzzicato dalla sua mano esperta.
Subito torna sulla mia bocca, riprendendone il possesso.
-Sarah...- ansimo.
-Dammi il tempo, amore mio.-
Alterna baci a piccoli morsi, partendo dal collo, per poi non dar tregua ai miei seni. Scende sulla pancia, baciandola.
Tun, tun, tun.
-Ragazze, avete finito? Dovrei pulire lo spogliatoio.- dice il custode, dopo aver bussato alla porta.
-Si, arriviamo.- urla di rimando Sarah.
-Peccato- dice poi rivolta a me Sarah- sarà per la prossima volta.- e mi fa un occhiolino complice, mentre si dirige nell' altra stanza per cambiarsi.
Io la guardo, ancora ansimante, a metà tra l' estasiato e l' incredulo. Stavo perdendo la verginità. E la stavo anche lasciando fare.
Sono irritata da me stessa, anche se fisicamente, devo ammetterlo, l' attrazione era tanta...
Mi cambio, senza alzare lo sguardo dal pavimento: non riuscirei a guardarla in faccia.
-Io vado, ciao Sarah.- asserisco sottovoce.
-Ciao bella.- mi dice, tirandomi una pacca al sedere.

All' Alba Dei Tuoi OcchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora