3. Harry

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Mi svegliai e finalmente avevo dormito! Avevo dormito anche troppo, ma andava bene, non avevo sonno.

Scesi in cucina e andai a preparare la colazione e quando finii andai in camera mia e mi vestii. Avevo un abito rosso con dei pois bianchi molto grandi e con una gonna molto ampia, infatti dovevamo ricevere ospiti stasera, e non mi andava di cambiarmi di nuovo.

Mio padre la settimana scorsa mi disse che sarebbe tornato molto presto, ma non so per dove e per quanto tempo era partito. Mi aveva detto per lavoro...
Squilló il telefono di casa risvegliandomi dallo stato di trance causatomi dai miei troppi pensieri.

-pronto?-
-ehy jey-
-nonno?-
-tuo padre ti cerca, siamo a vallee street, vieni subito.-
Cosa succedeva?
Mi preparai e andai subito lì con un taxi.

Dopo 20 minuti arrivai e vidi mio nonno fuori un bar con mio padre.

-ciao nonno, che succede?
Non calcolai mio padre.
-jey in fondo alla strada c'è un casale, entra li dentro- disse con il tono deciso.
-okay...- dissi confusa

Mi avviai e dopo soli 5 minuti lo vidi ed entrai. Era un casale molto grande, in legno massello ed il soffitto era formato da assi intersecate tra di loro. Un classico casale. Mi aspettavo che ci fosse qualcuno, ma lì c'era mia madre con...
Non era vero, non ci credevo. Non puó essere lei. No. Non ora. Non...le lacrime mi scesero in viso. Evidentemente è lei che cercò me, evitandomi una fatica.

-jessica...- sussurró quella donna
-tu non...non avvicinarti a me. Non puoi...- balbettai con la gola strozzata dalle lacrime
-non puoi cosa jessica? Porta rispetto a tua nonna- disse mia madre.
'Parlava lei che mi fece uno dei suoi discorsi proprio qualche giorno fa' pensai.
-nonna, sei viva...- dissi stavolta con un tono più speranzoso, ma comunque deluso.
-ehm...jey...ti spiego tutto immediatamente-
Mi chiamava come mio nonno. Le lacrime ripresero a scendere.

-non spiegare. Non voglio che parli ancora. 11 anni senza farti vedere...sei brava sai? Quelle come te hanno un talento. Si chiama menzogna. Ti ho cercato per 8 anni con la speranza di trovarti. Poi dissero che eri morta. Il mondo mi crolló addosso. Ora tu ti ripresenti come niente fosse in un casale che probabilmente è anche la tua nuova sporca casa, dove mio nonno non verrebbe mai a vivere, sono certa. Non hai idea di quanto...di quanto...- ripresi a piangere.
'Bene Jessica, dovevi farti rispettare ed invece...lasciamo stare, non puoi essere un caso umano.' pensai di nuovo
Ripresi il discorso -approposito, com'era il libro?- dissi con un tono sarcastico
Lei scoppiò in lacrime ma io non mi sentii in colpa. Era lei quella in torto, non io.
Andai via. Chiamai un taxi e tornai a casa, la MIA casa.

Si era fatta sera e gli ospiti entrarono in casa. Ero completamente turbata per oggi, ma comunque ero gentile e sorridevo.
Ad un certo punto mi si avvicinò un ragazzo.

-ciao, jessica?-
-ehm...ciao...?-
-harry- rise
Aveva un sorriso fantastico. E non solo quello. Alto, capelli mori, occhi quasi grigi per quanto fossero azzurri e niente tatuaggi, almeno sulle braccia.
-ciao harry...ehm...ti va di bere qualcosa?- dissi balbettando
Il battito accelerò, non ero molto brava con le persone.
-ma certo, anche se avrei dovuto chiederlo io- rise
'Di nuovo, basta harry, così muoio' pensai
-ahahah, andiamo comunque, ho sete- risi paonazza anche io
'Cosa ti dice la testa? Sempre le cose sbagliate al momento sbagliato'

Passammo una bellissima serata insieme, ma adesso doveva andare. Avevo capito che era il principe di Leland (letto lilend), un posto scandinavo mai sentito prima, era bello, simpatico e ricco.
Non mi ero mai innamorata, neanche una crush, ma pensavo che questo fosse proprio quello che tutti chiamano 'colpo di fulmine'.
Ma non posso fidarmi delle apparenze, lo conosco solo da 6 ore.

Andai a dormire facendo sogni bellissimi riguardanti questo Harry, principe di Leland.
La festa finì sul tardi, ma finì con pochi invitati, poichè gli altri andarono via presto.
Mio padre salì di sopra per andare in camera e chiuse la mia porta, dandomi un bacio in fronte. Non poteva essere mio padre...
Invece si, aprii gli occhi ed era lui, STEVEN. Mio padre. 'Mio padre che fa cose dolci? Ovvio...' Pensai.

Riandai a dormire ma qualcosa mi fece male...

 TERRA DI UN DIARIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora