Capitolo otto

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Roger
È da più di un'ora che sono chiuso in macchina, ho girovagato per la città senza meta solo per non pensare più a Amber e ad Albert o a loro due insieme che è ancora peggio, non riesco a vederli insieme è talmente assurdo!
Le loro immagini appaiono nella mia mente continuamente, li vedo insieme ad abbracciarsi così a loro agio in tutto e mi fanno una grande invidia..perché io non riesco a lasciarmi andare? Perché?
Sono nervoso e angosciato allo stesso tempo..mentre rallento tra le luci riesco a intravedere l'ombra di una figura che si avvicina sempre di più e sembra assurdo ma è proprio lei.
<<Che fai qui?>> mi domanda .
La guardo e non riesco a non pensare a quanto è bella, è perfetta e vorrei tanto poter essere sincero con lei, vorrei che riuscisse a capirmi anche senza una parola...due secondi dopo sono costretto a concentrarmi su di lei e gli rispondo.
<<No che ci fai tu qui.>> dico io.
<<Te l'ho chiesto prima io.>>
<<Stavo facendo un giro e tu
invece?>>
<<Anch'io.>> dice cercando di essere credibile.
<<Dai sali ti dó uno strappo a casa.>>
Entra in macchina senza esitare e mi stupisco, rimane in silenzio sembra stanca e spaventata.
<<Eri con Albert?>> domando visto dove ci troviamo.
Fa cenno di sì con la testa.
<<Perché non sei con lui adesso?>>
<<Non..lo so.>> fa confusa.
<<Vuoi che ti ci porto?>>
<<Tu vuoi che vada via?>> dice.
<<No.>>
<<Ok.>>
Certo che non voglio che se ne vada, non ho mai desiderato averla qui con me come in questo momento, siamo talmente vicini adesso ma io la sento distante chilometri e chilometri.
<<Ti va di mangiare qualcosa?>> gli propongo
<<Magari.>>
<<Avete litigato vero?>>
<<Non voglio parlarne.>>
<<Voglio solo aiutarti.>>
Non guarda più verso di me e riesco a capire che è meglio troncare il discorso e parlare di altro o non parlare proprio visto che l'unico che lo ha fatto sono stato io e lei si è limitata semplicemente a rispondere.
<<Siamo arrivati.>> gli dico cercando di attirare la sua attenzione.
<<Che mangiamo?>> domanda.
<<Pizza.>> sorrido.
Entriamo nel locale e Amber sembra più tranquilla dopo il viaggio in macchina, ci accomodiamo in un tavolo in fondo alla sala e il cameriere viene subito a servirci.
<<Cosa posso portarvi?>>
<<Per me una pizza con mozzarella abbondante.>> precisa lei.
Dó un'occhiata al menù ma anche io preferisco mantenermi sul leggero per stasera.
<<Per me lo stesso della signorina.>>
<<Bene arrivano subito!>>
La guardo e le sorrido aspettando che dica qualcosa.
<<Sei stanca?>> le domando.
<<Un po'.>>
<<Non faremo tardi non preoccuparti.>>
<<Si va bene.>> dice.
Rimaniamo ad aspettare, Amber ha gli occhi puntati sul suo telefonino, io su di lei.
<<Non vuoi proprio parlarmi eh?>> gli dico.
Fa un sorriso sforzato e posa i suoi occhi finalmente su di me.
<<È che so di cosa vuoi parlarmi..per questo.>>
<<Ma non puoi evitarlo.>> dico.
<<Perché te ne frega così tanto di me e lui? Tu non lo sopporti.>>
<<Appunto ma non si tratta solo di lui no? Sbaglio?>>
<<Siamo usciti insieme questo pomeriggio ok?>>
<<Perché lo stai frequentando?>>
<<Perché ho bisogno di fare qualcosa, di distrarmi.>>
<<E vuoi farlo proprio con lui?>>
<<Ci sto pensando.>>
È inutile continuare a parlarne peggiorerei solo la situazione che è già messa male di suo, dopo aver finito rientriamo in macchina e l'accompagno a casa.
<<Buonanotte.>> la saluto non appena arriviamo.
<<Notte.>> risponde.
Aspetto che entri e mi dirigo dritto a casa mia, Ann deve andare via e io devo mettere a letto Mary.
<<Sono a casa.>> avviso non appena apro la porta.
<<Mary è in camera sua Roger io vado adesso.>> dice Ann venendo verso di me.
<<Certo va bene a domani.>> dico salutandola.
Salgo al piano di sopra ed entro in camera di Mary, non appena mi vede corre fra le mie braccia e io la stringo forte.
<<Perché non eri qui?>> dice con la sua piccola vocina.
La guardo e nel frattempo le accarezzo una guancia.
<<Scusami hai ragione..ti sei divertita con Ann?>>
<<Si.>>
<<Brava Mary, adesso però andiamo a dormire.>>
<<Non ho sonno Roger.>> dice sorridendomi.
<<Va bene dai rimango a farti compagnia.>>
<<Giochiamo insieme?>>
<<D'accordo a cosa vuoi giocare?>>
<<Raccontami una storia.>>
<<E poi vai subito a letto?>>
<<Si..>>
<<Ok.>> rido facendola contenta.
Mia madre ci raccontava sempre delle storie prima di andare a dormire, era diventato un rito ormai e dopo che è morta l'ho fatto io.
<<Buonanotte Mary.>> dico baciandole la fronte.
L'idea di andare in camera mia non mi alletta molto, decido di andare in cucina per bere qualcosa e rilassarmi sul mio divano.
Socchiudo gli occhi ma non riesco a prendere sonno, la notte è troppo silenziosa e io non ci sono abituato...ho paura, costantemente paura.
Non sono stato mai a trovarla al cimitero tranne per il funerale, mia madre non merita questo trattamento e io sono solo un egoista, lei è morta e non vedrà crescere né Mary né me e io invece di starle accanto non riesco a farmi una ragione di quello che è successo, né a parlarne con qualcuno.
Ricordo che nemmeno lei sopportava Albert, i primi tempi si infastidiva quando gli dicevo che stavo uscendo insieme a lui e poi quando ha capito che tipo era mi ha fatto una bella ramanzina. Ora capisco che aveva ragione, non era questo quello che voleva per me e adesso non lo voglio più nemmeno io.
Cosa mi è rimasto? Nulla, ecco cosa.
Mia madre me lo diceva sempre che con il mio carattere avrei finito per allontanare le persone a cui tenevo di più ed aveva ragione anche su questo.
Amber ad esempio, lei è stata fin dall'inizio pronta ad ascoltarmi, a capirmi e io ho finito per allontanarla giorno dopo giorno.
Quando penso a questo mi si rivolta lo stomaco e non mi sopporto, sbaglio tutto di continuo e nulla va più per il verso giusto.
È tardi ormai ma vado comunque in camera mia per cercare almeno di mettere a tacere le voci che ho nella testa..alzo gli occhi al cielo mentre mi affaccio dalla finestra e per la prima volta riesco a dirlo:
"buonanotte mamma".

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